Oggi 150 persone del coordinamento cittadino di lotta per la casa e la cooperativa inventare l'abitare hanno occupato dall 9 del mattino per tutta la giornata l'assessorato alla casa del Comune di Roma. Una iniziativa di lotta che ha portato alla vittoria visto che il comune è stato costretto ad accettare le proposte portate in quella sede.
Sotto il volantino che indiceva la giornata di lotta...alla fine, intorno alle 19.000 al grido "solo la lotta paga", è stato lasciato l'assessorato....con le familgie sotto sfratto che torneranno in settimana in assessorato per avere le chiavi degli appartamenti....
Il Comune di Roma fa sfrattare le famiglie in attesa dell'autorecupero.uno schiaffo al diritto alla casa!
Sembrava troppo bello per essere vero: spazi pubblici lasciati all'incuria e all'abbandono, che diventano case. Spazi abbandonati, frutto della incapacità delle amministrazioni, rimessi a posto, recuperati, destinati ad altri scopi, a partire da quello abitativo. L'idea è semplice: prendere quegli spazi (vecchi asili, casali, scuole.) e avviare progetti per l'autorecupero. Una formula innovativa che il Lazio ha regolamentato con la legge regionale n°55/1998 e che permette di recuperare patrimonio immobiliare abbandonato attraverso la collaborazione sia finanziaria che progettuale tra l'istituzione pubblica e le cooperative formate dagli stessi abitanti. Chi ci và ad abitare si assume l'onere di pagare i lavori di ristrutturazione ma non ne diventa proprietario. La proprietà rimane pubblica. Un'idea interessante e praticabile, tanto che su questa idea abbiamo messo in moto le nostre lotte, ed oggi i progetti di autorecupero vedono coinvolte più di cento famiglie in questa città.
Ma. c'è sempre un ma.
Quella che doveva essere una delle soluzioni per risolvere il problema di emergenza abitativa diventa una storia infinita fatta di ritardi, burocrazia e disinteresse da parte delle amministrazioni comunali. Da oltre 11 anni và avanti questa storia e le famiglie che attendono la fine dei lavori dell'autorecupero e l'assegnazione delle case, continuano a vivere in situazioni di estremo disagio e precarietà. Le amministrazioni sembrano essere più interessate ai grandi progetti privati, dei soliti palazzinari che scaricano milioni di metri cubi di cemento, piuttosto che mantenere gli impegni presi e garantire il diritto alla casa. Su questo l'amministrazione non conosce il senso del bene comune e meno che mai tutela i diritti dei cittadini. Il Comune di Roma, e i suoi assessorati preposti, continuano a produrre guai che paghiamo sempre noi.
Non ultima la questione che riguarda l'autorecupero di Via De Grenet a Spinaceto. Un vecchio asilo abbandonato che da sei anni attende la fine dei lavori iniziati solo la scorsa estate e che sono stati già bloccati più volte. In questi anni le famiglie partecipanti al progetto di autorecupero hanno sostenuto da sole il rischio dello sfratto nelle case in cui vivevano, le denunce civili del reintegro in possesso e le denunce penali per occupazione abusiva fatte dalla proprietà degli appartamenti in cui erano. Per 6 anni, ogni anno e con diversi assessori, sono stati assunti impegni "che entro l'anno ci sarebbe stato il passaggio delle famiglie dalle case sotto sfratto, all'autorecupero". Cosi, ogni anno per sei anni. Tutto ciò non è avvenuto ed oggi la società proprietaria delle case in cui sono le famiglie destinate al progetto di autorecupero, ha dato il via definitivo agli sfratti, alle cause civili che chiedono un risarcimento danni (si parla di penali di oltre 60.000 euro a famiglia), di denunce penali per occupazione abusiva a famiglie con 4/5 bambini e a pensionati. Oltretutto queste famiglie erano assegnatarie di un alloggio popolare (con la delibera regionale 8106) e vi hanno rinunciato proprio per sostenere invece il progetto di autorecupero;
Inoltre, la scorsa primavera era stato sottoscritto un documento tra Comune e proprietà delle case in cui sono alloggiate le famiglie autorecuperanti. Il Comune, nella fattispecie l'Assessore Minelli, avrebbe provveduto a trovare una soluzione alternativa temporanea entro marzo 2007, degli appartamenti da destinare alle famiglie in attesa della fine dei lavori dell'autorecupero. Neanche questo è avvenuto! Tutto ciò ha messo seriamente nei guai le famiglie dell'autorecupero di De Grenet che come unica soluzione proposta hanno o la strada o i residence ghetto in cui rischiano di essere deportate. Inoltre rischiano di dover pagare migliaia di euro di penale e di essere condannate per occupazione abusiva. Le responsabilità del Comune di Roma e dei suoi assessori sono enormi e senza scusanti. I loro ritardi, la loro irresponsabilità, gli impegni che loro stessi avevano sottoscritto e che non hanno mai mantenuto, sono uno schiaffo alla dignità delle famiglie autorecuperanti e alla storia di tutto il movimento per il diritto alla casa.
- Vogliamo che siano rispettati gli impegni presi dall'amministrazione nei confronti di tutte le famiglie dell'autorecupero.
- Vogliamo rilanciare la prospettiva dell'autorecupero come alternativa alla svendita del patrimonio pubblico immobiliare, alla cementificazione selvaggia, alla speculazione privata.
- Per tutte le famiglie che attendono da anni la fine dei lavori dell'autorecupero, chiediamo appartamenti temporanei in cui attendere (altri 10 anni?) la fine dei lavori. Non si possono aspettare altri anni rinchiusi in vecchie scuole o in spazi angusti. 120 famiglie? 120 APPARTAMENTI!
- Vogliamo una soluzione immediata, a partire dalle famiglie autorecuperanti di via De Grenet a Spinaceto, a partire dal mantenere gli accordi sottoscritti e nel trovare immediatamente gli appartamenti temporanei (case dignitose e non camere di albergo) in attesa della fine dei lavori. Altrimenti per responsabilità diretta del Comune di Roma, saranno sfrattate, costrette a pagare migliaia di euro di penale e a rischiare una condanna di occupazione abusiva.
L'autorecupero in Europa? Una esperienza interessante. L'autorecupero a Roma? Un'avventura tragica.
Coordinamento cittadino di lotta per la casa - Cooperativa Inventare l'abitare