Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA, PASO A PASO,
Servicio informativo de ASKAPENA Nº 170
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IL FASCISMO CAVALCA DI NUOVO
Il clima politico della Spagna si riscalda. E, al centro del confronto,
appare in forma ricorrente il problema basco, tallone di Achille della
"democrazia spagnola." Di quello polveri, questi fanghi.
Il franchismo che abbattè la repubblica ed assassinò migliaia di
repubblicani, non è morto mai. Neanche è stato giudicato. Si riconvertì
in democratico col consenso di tutti i partiti che diedero approvazione
alla "riforma." Tutti gli apparati dello Stato continuarono piagati di
fascisti che, come ogni cellula cancerosa non estirpata, si continuano a
rigenerare. 30 anni di transizione e costituzionalismo hanno concesso
l'etichetta di "democratica" ad una destra che non era né voleva essere
democratica. La Spagna si unì per difendersi dall'indipendentismo basco
intendendo che era il suo unico nemico. Senza la minima coscienza
critica, camminò -gomito a gomito- col fascismo concedendogli
riconoscimento sociale e lettera di cittadinanza.
La sconfitta delle elezioni generali nel 2004, infiammò gli animi della
destraccia. Quel contrattempo alterava i suoi piani. Vogliono scalzare
Zapatero perché ha incrociato la sua strada. Ma, il suo obiettivo
principale, non è solo finirla col Governo del PSOE bensì finirla con la
democrazia. Accettarono molto di malavoglia la Riforma, il modello dello
Statuto Autonomistico, gli Estatutos... E per 30 anni ha vissuto in una
schizofrenia permanente: riaffermare una democrazia nella quale non
credono e muovere tutti i fili possibili per andarla disattivando. Il
golpe del 23-F, la lettura riduzionista del modello competenziale,
l'elezione del dittatorucolo Aznar e la sua posteriore rielezione per
maggioranza assoluta, la prostituzione dello Stato di Diritto per
combattere il nazionalismo basco... La destraccia dava per fatto che la
Spagna assecondasse quell'adulterio e confidava di continuare a
governare per finire di consumarlo. Non le mancava ragione, tutta la
Spagna, quella di destra e quella di sinistra, conosceva e permetteva il
taglio di libertà e diritti che si stava producendo in Euskal Herria,
dittatura di grande intensità e limitata nella sua estensione. Il PP
continua ad accarezzare quell'idea. Per quel motivo ha centrato tutto il
suo progetto sull'espellere il PSOE; se si ottiene quello, dopo verrà il
resto.
L'apertura di negoziazioni politiche
Il tentativo di Zapatero per disattivare la dissidenza basca mediante il
dialogo attenta di pieno alla strategia che sostiene il PP: perché
abbordare un conflitto che non esiste? perché ricorrere al dialogo se è
sinonimico di resa? perché applicare la politica antiterrorista in tutto
il mondo meno in casa? L'attuazione di Zapatero non è solo un ostacolo
bensì una sconfitta della Spagna ed un trionfo dei terroristi.
Da quando il Congresso spagnolo approva l'inizio di conversazioni con
ETA, il PP ha fatto di questa causa l'ariete del suo attacco implacabile
contro il Governo. Ma quella strategia belligerante e monotematica non
gli ha dato il risultato che sperava. Il governo, blindato nei
Parlamenti con l'appoggio del resto dei gruppi parlamentari, ha potuto
mantenere la sua strategia malgrado la destra incrementasse in forma
scandalosa la sua belligeranza. Frenato nelle Camere, il PP ha
trasportato la sua battaglia nelle strade organizzando nove
manifestazioni destabilizzatrici. Ma la pazienza ha un limite. I gruppi
parlamentari hanno deciso di passare all'offensiva. Hanno deciso di non
entrare nel gioco delle proposte-provocazioni della destraccia che è
rimasta sola. Il boicottaggio istituzionale, il passaggio all'offensiva
da parte del Governo, la prossimità delle elezioni e la riduzione di
grado penitenziario del carcerato politico basco Iñaki de Juana ha
scatenato l'attuale uragano.
La spirale delle miserie
La destra ha chiamato alla crociata generale in quella che essi
considerano l'offensiva finale. Nel suo affanno per destabilizzare il
Governo, la destra si è mobilitata contro quello che era il gioiello
della sua corona, la Corte suprema; respinge la riduzione di pena di
Iñaki per ragioni umanitarie, esige il ritorno del malato -in stato
grave- alla prigione. Tutti i mezzi di comunicazione che controlla hanno
creato un'ondata di allarme sociale: Zapatero si è arreso, ETA ha
trionfato, la Spagna si è rotta..., Reazioni molto simili a quelle che
si produssero quando Cuba stava per ottenere l'indipendenza. Il
Cardinale di Toledo -in un'interpretazione miserabile della morale e
della storia- ha considerato lo sciopero della fame di Iñaki come un
terribile attentato terrorista che intimorisce tutta la società. I
gruppi ultra partecipano alle convocazioni del PP proferendo insulti,
esibendo bandiere anticostituzionali ed attaccando sedi del PSOE, il
mitrato cardinale Rouco Varela ricorre velatamente ai militari.
Davanti a questa offensiva, il PSOE ha scelto una linea di difesa
disastrosa. Invece di porre il principio che ogni conflitto politico
richiede soluzioni politiche, ha optato per resistere al PP tirando
fuori i panni sporchi di questo. Che miserie gli rimprovera? L'essere
stato coi carcerati di ETA più magnanimo del Governo attuale. Come se si
trattasse di una lite di ragazzi, il PP gli ha replicato già: "e tu di
più." È disposto a scoprire le implicazioni del PSOE nella guerra sporca
contro ETA promossa dallo Stato attraverso i GAL. Spirale di miserie e
di falsità che danno un'immagine ingannevole delle prigioni. Dal 1989 è
vigente la politica penitenziaria di dispersione. L'unica rivalità che
conosciamo è consistita nel vedere chi era più crudele coi carcerati
baschi.
In difesa dei diritti conculcati
Il pomeriggio del 10 di marzo torna ad essere prodiga in mobilitazioni.
Dalla vigilia, il PP sta celebrando concentramenti provinciali per
scaldare l'ambiente in vista della manifestazione che ha celebrato a
Madrid nel pomeriggio del giorno 10. Il PSOE, cosciente che il PP ha
organizzando un nuovo assalto verso la presa del potere, si difende
attaccando. Fuoco incrociato di accuse per vedere chi è stato più
dispotico nella sua lotta contro i baschi.
Euskal Herria ha molto da dire ad entrambi poiché è chi soffre la
privazione di diritti nella quale entrambi i partiti rivaleggiano. È
quella che ha più ragioni per essere mobilitata. Il 24 febbraio accorse
a Bilbao reclamando amnistia ed autodeterminazione. Lo Stato,
riaffermandosi nella sua crudeltà, represse la moltitudinaria marcia
mediante la polizia basco-spagnola. Il giorno 10 di marzo Bilbao torna
ad essere scenario di un'altra manifestazione massiccia. In questo caso
si denuncia l'oltraggio che sta commettendo lo Stato mediante il
processo 18/98. Decine di militanti baschi sono stati sottoposti ad un
giudizio penoso; persone che affrontano elevate richieste di prigione
per un solo "delitto": essere militanti della sinistra basca.
Euskal Herria, 12 di Marzo 2007.
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