Autore: Askapena-Info Data: To: eh-info-it Oggetto: [Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Askapena, paso a paso,
FRONTEGGIANDO IL FASCISMO
*Independentzia eta Sozialismorantz*
EUSKAL HERRIA,PASO A PASO
*Servicio informativo de ASKAPENA*, Nº 169
*_FRONTEGGIANDO IL FASCISMO _*
*_ _*
Nello Stato spagnolo non esiste la destra, o per lo meno, non c'è
costanza di lei. L'unica espressione organizzata è il PP che si
caratterizza per i suoi profili di ultradestra reazionaria. Man mano che
si avvicinano le elezioni di questo anno, e vedendo la deriva nella
quale si muove il PSOE, il PP sta indurendo la sua campagna di
persecuzione implacabile. Campagna che, ogni volta, ha più connotazioni
fasciste.
*_Evviva la repressione! _*
*_ _*
L'eliminazione fisica o politica dell'avversario è uno dei metodi più
usati del fascismo. Nello Stato spagnolo, questa persecuzione politica
ha acquisito rango di legge. La complicità dei due partiti maggioritari:
PP e PSOE rese possibile la Legge di Partiti che elimina politicamente
le centinaia di migliaia di persone che costituiscono la sinistra basca.
Un'interpretazione della Legge, leggermente più aperta, consentì che una
formazione di questo settore sociale partecipasse al Parlamento Basco
sotto la denominazione di Partito Comunista delle Terre Basche.
Il PP non ha accettato mai questa leggera modifica di una legge che si
mantiene in piena validità. La vicinanza delle elezioni municipali gli
offre un'opportunità d'oro per proclamare un principio che sarebbe
vergognoso per qualunque democratico: Evviva la repressione. Il PP sta
promuovendo iniziative affinché si illegalizzi questo partito, unica
espressione politica della sinistra basca. Il giorno 20 di febbraio
presentò questa proposta al Congresso dei Deputati. Per la prima volta,
le loro signorie fronteggiarono il fascismo. Il resto della Camera votò
contro la proposta senza disturbarsi a discuterla. I proponenti rimasero
delusi ma non rettificarono la loro linea di attuazione.
Il giorno 23 di febbraio, anniversario del tentativo del colpo di Stato
del 1981, il PP presentò la stessa mozione al Parlamento Basco. Si
ripetè la scena. Tutti i gruppi politici respinsero la proposta senza
utilizzare la tribuna per ragionare sulla negativa. Era ora che entrambi
i parlamenti accreditassero la loro etichetta democratica dando le
spalle all'ultradestra!
*_Evviva la morte! _*
*_ _*
Davanti alla furia cieca del fascismo, nessuno è sicuro. Per molto tempo
l'apparato giudiziario spagnolo è stato la ridotta del potere dove la
destra si è fatta forte. Come era da immaginare, le attuazioni della
magistratura hanno meritato tutti i riconoscimenti dell'ultradestra che
si proclamava la massima patrocinatrice della separazione di poteri.
Puro miraggio. La propria giustizia concita le sue ire se non risponde
alle ogni volta maggiori esigenze del fascio. Il carcerato politico
Iñaki de Juana, mantenendo uno sciopero della fame di 115, giorni ha
smascherato meglio di nessuno l'aspetto crudele della destra spagnola.
In qualità di carcerato preventivo, si chiesero contro lui 96 anni di
prigione per avere pubblicato due articoli di opinione. Riveduta la
richiesta di pena, i 96 anni si abbassarono a 12. Riveduta la sentenza
dell'Udienza Nazionale, i 12 anni si diminuirono a tre. Questo era già
troppo ribasso per una destra vendicativa che non ammette altro che la
morte del carcerato nelle prigioni spagnole. Una dei terminali del PP,
l'Associazione di Vittime del Terrorismo, si lanciò alla strada
denunciando la complicità della Corte suprema, responsabile di un
ribasso di pena che considera scandalosa. Il giorno 24 di febbraio
tornarono ad essere protagonisti di una multitudinaria marcia a Madrid
contro la riduzione di pena e contro il Tribunale che l'aveva dettata.
Il giorno 1 di marzo, il Governo spagnolo concede un secondo grado ad
Iñaki, risolve di trasportarlo in un ospedale di Donosti ed applicargli
un regime di prigione attenuata. Le interpretazioni della misura
differiscono. Per il Governo, è stato un gesto umanitario. Per la
sinistra basca, il PSOE ha risolto un problema cui egli era forzato per
la pressione popolare. Per il PP, lo Stato ha ceduto al ricatto dei
terroristi. Sono state molte le persone che hanno sperimentato un
sollievo davanti alla morte imminente di un carcerato ingiustamente
ri-castigato. Per la destraccia, una catastrofe. È sfuggita loro dalle
mani una vittima che davano per sicura. Non hanno potuto materializzare
la pena di morte che promuovevano. La loro reazione è stata feroce:
concentramenti in tutto lo Stato con grande virulenza, annuncio di una
manifestazione nazionale, squalifiche a tutti quelli che non pensano
come essi... Il carattere crudele dei fascisti continua a rimanere
sempre di più all'aperto.
*_"Mostrare i denti" _*
*/_ _/*
Anche la borghesia basca che Governa nella Comunità autonoma sta
mantenendo alcuni atteggiamenti di marcato aspetto fascista. Condanna
gli abusi dello Stato ma approfitta di essi ed esegue: Respinge
l'apartheid politico ma si approfitta di esso per disporre di più spazio
politico di quanto gli spetti; respinge la legge di partiti ma la
utilizza per reprimere la sinistra. A metà del mese di gennaio, il
quotidiano "El Paìs" faceva conoscere la strategia che aveva progettato
il PNV per eseguirla congiuntamente col PSOE nei Paesi Baschi: mostrare
i denti alla sinistra per tagliarle le ali.
Il movimento pro amnistia, assecondando la lotta del Collettivo dei
Prigionieri, convocò una manifestazione per il 24 di febbraio sotto la
parola d'ordine "Amnistia ed Autodeterminazione." Come continua ad
essere abitudine, il giorno anteriore l'Udienza Nazionale proibisce la
marcia. Ci sono vari tentativi per cambiare i messaggi la convocazione
ed il nome dei convocanti. La Consejería di Interno del Governo
Vascongado proibisce le successive convocazioni. Non solo quello. Il
giorno 24, due ore prima dell'ora prevista per l'atto, Bilbao è una
città presa poliziescamente. A dispetto di ciò, e per differenti vie,
migliaia di persone di ogni età si vanno dando appuntamento, nonostante
il temibile spiegamento poliziesco. Man mano che la moltitudine si va
congregando, le dotazioni poliziesche la vanno circondando in tono
ingiuntivo. Nessuno fugge, al contrario, la moltitudine si mette in moto.
La risposta poliziesca è fulminante e brutale. I manifestanti si siedono
nella carreggiata e la polizia suppostamente basca carica contro essi
provocando una gran quantità di feriti e contusi. La moltitudine
sopporta la ferocia. Cambia l'itinerario previsto e, come l'acqua
incontenibile, sceglie qualunque strada per continuare ad avanzare. Il
Governo basco non ha ammesso nessuna responsabilità nei fatti. Come è
abituale, riversa la responsabilità sulle vittime della repressione. Da
manuale.