Szerző: Rosario Gallipoli Dátum: Címzett: forumlecce, antiamericanisti, aa-info, aa-forum Tárgy: [Lecce-sf] Fw: lettera di Amarilli dal carcere
----- Original Message -----
From: <guardierosse3@???>
Sent: Thursday, March 08, 2007 8:20 PM
Subject: lettera di Amarilli dal carcere
Cari compagni e compagne,
in occasione dell'8 Marzo, giornata
internazionale della donna, stringiamoci attorno alle prigioniere
politiche. In allegato una lettera dalla compagna Amarilli, arrestata
nell'operazione di terrorismo borghese del 12 febbraio.
Ecco alcuni
indirizzi di compagne detenute in Italia a cui spedire messaggi di
solidarietà:
CASA CIRCONDARIALE
VIA ASPROMONTE 100, 04100 LATINA
(LT)
argano gloria
berardi susanna
cappello maria
fabrizi barbara
lupo
rosella
vaccaro vincenza
CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE + CASA DI
RECLUSIONE FEMMINILE
VIA BARTOLO LONGO 92, 00156 ROMA REBIBBIA (RM)
blefari melazzi diana
CASA CIRCONDARIALE "S. VITTORE"
PIAZZA FILANGERI
2, 20123 MILANO
caprio amarilli
CASA CIRCONDARIALE
VIA E. NOVELLI, 1
82100 BENEVENTO
galante benedetta
CASA CIRCONDARIALE
VIA APPIA, KM
6500 81055 SANTA MARIA CAPUA VETERE (LE)
lai antonella
CASA
CIRCONDARAIALE
VIA AMITERNINA, 3 LOCALITA COSTARELLE DI PRETURO, 67100
L'AQUILA (AQ)
lioce nadia desdemona
CASA CIRCONADRAILE + CASA DI
RECLUSIONE
VIALE BUONCAMMINO, 22 09123 CAGLIARI (CA)
sanna manuela
saluti rivoluzionari
LETTERA AMARILLI 27/02/07
Care compagne e compagni,
le vostre parole mi hanno riempito il cuore. Sentirvi così vicini mi ha
dimostrato una volta in più quanto forte è il filo rosso che ci unisce, un
filo che queste mura grigie e fredde non potranno mai recidere, né
indebolire.
Le vostre parole mi hanno dato una nuova forza per affrontare l’isolamento,
che a dire il vero diventa più pesante col passare dei giorni. Per me, che
ero abituata a parlare come una macchinetta con chiunque, questo silenzio
forzato comincia a pesare parecchio.
Come forse saprete, oltre a non poter parlare con gli altri coimputati, non
posso nemmeno parlare con le altre detenute e passo quasi 22 ore al giorno
in cella da sola dove posso tenere solo lo stretto necessario.
Tutto questo perché sono comunista e perché penso che una società basata
sullo sfruttamento dei proletari, sull’occupazione imperialista dei popoli e
sulla repressione sia una società malata.
Tutto questo solo perché penso che non si può essere indifferenti e che,
come diceva Gramsci, "l’indifferenza è la peggiore malattia, perché
legittima l’ingiustizia e l’oppressione".
Come diceva Gramsci "io odio gli indifferenti, io parteggio, io sono
partigiano".
Immagino che anche voi non stiate passando un momento facile, ma so che
siete tutti compagni e compagne forti e generosi.
Vi abbraccio!
A pugno chiuso
Amarilli
8 marzo
Abbiamo mani callose
Rovinate dal lavoro
Ma esse sono forti come pietra
Forgiate da secoli e secoli di sfruttamento
Solo in esse c’è la nostra libertà
Abbiamo occhi grandi e profondi
Dove raccogliamo i soprusi e il fuoco della lotta di classe
Abbiamo la mente salda
Mentre le mimose sfioriscono
Il nostro amore per la libertà
Brucia sempre
San Vittore, 20 febbraio 2007 – VI raggio – cella 4/B – sezione isolamento
LETTERA DI MASSIMO:
Carissimi compagni,
vi sento tutti vicini grazie all’immensa solidarietà, non solo vostra, che
sto ricevendo da molte parti d’Italia.
Una solidarietà che da fastidio al nostro stato "democratico" e che quindi
va spezzata, isolata, repressa.
Ad esempio "fulgido" ci sono i 4 compagni arrestati a Sesto colpevoli per
aver praticato solidarietà proletaria. Accerchiamento esercitato con tutti i
mezzi: repressivo, mediatico, sindacal terroristico.
Comincio ad avere la nausea ai dibattiti e trasmissioni televisive dove
cercano di dipingerci come "infiltrati" estranei alla classe, ma quest’operazione
non gli sarà facile tra gli operai e i proletari che ci conoscono. Vorrei
vederli davanti ai miei colleghi mentre espongono questa tesi meschina per
descrivere uno che si è sempre battuto al loro fianco senza remore per tutto
e per tutti, realmente uno di loro. Sicuramente qualcuno gli avrà risposto
"infiltrati siete voi!". Ed anche per questo è stata lanciata la parola d’ordine
della "vigilanza" all’interno del sindacato; in poche parole è cominciata la
caccia alle streghe!
Ogni voce di dissenso deve essere messa a tacere.
Oltre questo noi stiamo bene (dico noi perché con me c’è Alfredo M. 21 anni)
e il morale è alto e la solidarietà carceraria bellissima e potente, ed
esercitarla dà forza.
Il carcere di San Vittore come struttura fa schifo, in più noi siamo nel
raggio non ancora ristrutturato. Aspetto positivo dell’isolamento è che
almeno si ha la cella tutta per sé e questo è un vantaggio visto le
condizioni di sovraffollamento in cui si trovano gli altri.
L’ora d’aria la facciamo separata nei cubicoli di cemento armato dove anche
il cielo è coperto da una tettoia e da una fitta rete (gabbie per cani).
In "camera" ho la televisione anche se si vede di merda.
Passo il mio tempo a leggere, scrivere, fare ginnastica, esercitare
solidarietà carceraria.
Forse a descriverla può sembrare peggio di quella che è ma ricordate che per
un comunista entrare in carcere è come entrare all’università. Almeno qui
guadagnerò qualche anno di vita in più che altrimenti avrei perso a farmi
sfruttare in fabbrica. La cosa che mi manca forse di più, oltre che la
vicinanza ai compagni, sono proprio i miei compagni di lavoro per il
rapporto di affetto e di stima che tra noi si era instaurato e che
sicuramente non è stato da loro cancellato.
Non sono, e purtroppo non sarò, né il primo né l’ultimo comunista a finire
nelle galere dello stato borghese.
Abbiamo dalla nostra la forza della ragione.
Siamo comunisti non terroristi!
Solidarietà internazionale con tutti i rivoluzionari prigionieri!
Il cammino è tortuoso ma il futuro luminoso fino alla vittoria!