Autore: ciclofficina don chisciotte Data: To: cm-roma Oggetto: [cm-Roma] rigiro dalla rete ecologista romana
Un primo appuntamento, pubblico e trasparente, per confrontarsi su un
laboratorio su ecologismo radicale e decrescita sarà lunedì 19 alle 22 alla
Ciclofficina della ex Snia, via Prenestina 173 (sarà anche unâ?Toccasione
per chiarirci sul rapporto fra decrescita e rete ambientale).
Non serve iniziare in tanti, ma sono tutti invitati, anche coloro che,
citando Marco Z. â?osi sta gia' vedendo per creare un laboratorio sulla
decrescita a Romaâ?: lo stanno facendo evidentemente in qualche poco
trasparente salotto privato, visto che molti interessati, fra cui anche
alcuni del gruppo che si e' formato alle feste dell'altraeconomia, non ne
sapevano niente.
Penso sia importante, in questa fase iniziale, confrontarci apertamente su
cosa vogliamo fare, su quali basi, e quindi, partendo dai contenuti (e senza
preclusioni verso luoghi o gruppi) capire cosa si può fare tutti insieme, e
cosa è meglio fare separati: i nodi della rete decrescita a Roma possono
essere anche più di uno.
Per iniziare un confronto sui contenuti, propongo di seguito tre punti (che
certo non esauriscono lâ?Tambito di confronto), oltre alla lettura di un
recente breve articolo di Carla Ravaioli â?oUna â?ofase 2â? della
decrescita?â?, su un â?oCartaâ? di fine 2006 (credo).
Che ne pensate?
Marco DB
1) Alla questione ecologica non si può rispondere aggiungendo elementi di
sostenibilità ambientale al vecchio modello suicida della crescita
quantitativa illimitata: sarebbe come aggiungere un airbag più moderno a
unâ?Tautomobile diretta verso un burrone. Quello che serve, invece, è
cambiare direzione, verso un equilibrio durevole fra la specie umana e il
Pianeta.
2) Il potere economico e quello politico fondano i propri interessi proprio
sul modello della crescita quantitativa. Anche per questo, la â?oconversione
ambientalistaâ? di settori sempre più ampi del potere è un segno, in
extremis, di un minimo di sanità mentale, e, pure se nasce da motivi
opportunistici, non è negativa in sÃ(c), ma non deve illuderci: un radicale
cambiamento di direzione non dipende dallâ?Tiniziativa del potere, ma dalla
partecipazione diretta e dalla riappropriazione del rapporto con il
territorio da parte delle comunità .
3) Valorizzare i processi di autogestione della vita e dei luoghi significa
anche sottrarci alle logiche stato-centriche che, anche nei movimenti di
opposizione, vedono sempre al centro i palazzi del potere; alle logiche
politiciste dei governi amici/nemici, in cui tendono ultimamente a
impantanarsi il movimento pacifista o quello sindacale.