Martedì 13 marzo ore 21.30
Prime visioni Resnais, la gentilezza del tocco
CUORI
di Alain Resnais, Francia 2006 123'
con Sabine Azema, Pierre Dussolier, Laura Morante
Mostra Cinema Venezia Concorso
Leone d'Argento per la miglior regia
Un cast stellare, da Laura Morante a Pierre Arditi, accompagna questo corale e poetico componimento artistico di Alain Resnais. In una Parigi surreale e "impressionista", dove nevica in continuazione e le persone non sono mai come dovrebbero essere, si consumano e si intrecciano le storie dei sei protagonisti.
Tratto dal romanzo dell'osannato autore teatrale di origini inglesi Alan Ayckbourn, Cuori gode di una doppia anima che lo rende al contempo roboante e amaro. La regia del maestro francese rende ipnotica una sceneggiatura di ferro, condendola coi tratti caratteristici che lo hanno reso immortale nei capolavori precedenti. Resnais restituisce uno sguardo, asciutto e inquieto, di esseri alla ricerca di loro stessi nell'impossibilità d'esser qualcos'altro (cosa possiamo essere se non noi stessi, si chiede ad un certo punto uno dei protagonisti).
Il piglio comico degli inizi si mescola al vuoto surreale di una Parigi deserta, alle immagini che si sovrappongono in sequenza, piccoli quadri quasi fotografie che restituiscono il desiderio di una scelta possibile, arbitraria, incanalata però in un destino già scritto. Splendide le interpretazioni di tutti gli attori e sobrie le musiche (composte appositamente dal musicista Mark Snow) in un film che non deluderà di certo gli amanti di un cineasta che, superata la soglia degli ottant'anni, continua a regalare uno sguardo unico e malinconico sull'esistenza. (Pierpaolo Simone su
www.nonsolocinema.com)
Mercoledì 14 marzo ore 21.30
Prime visioni Incontro con Stefano Giannotti
CHIAYI SYMPHONY
di Stefano Giannotti, Italia-Taiwan 2007 64'
Ingresso gratuito riservato ai soci
«Il progetto è nato casualmente da un viaggio ancor più casuale fatto a Taiwan nell'Agosto 2006. Durante la prima settimana del mese trascorso nella Contea di Chiayi, ho sprecato una gran quantità di riprese perché tutto è interessante, tutto va filmato, perché tutto è terribilmente esotico; si viene così a perdere il senso della questione, e cioè che per i Taiwanesi e gli Asiatici in genere, noi occidentali siamo esotici, e soprattutto, ci somigliamo tutti, come gocce d'acqua.
La seconda settimana l'idea della sinfonia è partita alla sorgente di un fiume di montagna, più precisamente ai margini di un piccolo campo coltivato a tè, dove una donna stava gettando manciate di concime con un bel gesto ampio ed un'andatura che mi ha ricordato (data la bardatura) i sopravvissuti dalla catastrofe nucleare agli inizi de "Lo stato delle cose", di Wim Wenders; la scena ovviamente non c'entrava nulla, anche perché la colonna sonora naturale del luogo erano le cicale, un tipo particolarissimo che si ode solo sui monti di Alishan e che mi ha ricordato il Teatro della Musica Eterna di la Monte Young (ma anche il canto armonico dei pastori mongoli). [...] Una sinfonia di suoni e immagini che partendo dalle montagne si snoda lungo i corsi d'acqua delle risaie per arrivare al mar cinese, raccogliendo lungo il cammino memorie del paesaggio, dei movimenti della gente, dei canti e soprattutto dell'ineluttabilità del tutto, l'eterno ciclo del tifone, che arriva non appena i Taiwanesi accendono i ventilatori e scompare quando li spengono, polli, oche e maiali cucinati, mangiati, digeriti e scaricati, gli adulti e i bambini, il gioco e il lavoro, il traffico cittadino, i mercati e i venditori ambulanti, lo zapping televisivo, le marionette e le lezioni di flauto.
Chiayi Symphony è solo in apparenza un documentario; si colloca piuttosto in una terra di mezzo, dove reportage e memoria storica si confondono con rappresentazioni oniriche e archetipi, strutturati più in chiave sonora o astratta che secondo le logiche narrative del cinema».
Il film è parte del progetto TROPIC OF CANCER 2006 ENVIRONMENTAL ART PROJECT, promosso da un gruppo di operatori culturali e artisti di Taiwan, guidati dall'artista visiva/concettuale Wu Mali, e finanziato dal Governo della Contea di Chiayi; scopo del progetto è quello di rivalorizzare un territorio devastato troppo spesso da un'urbanizzazione selvaggia e caotica, mettendo artisti a lavorare in piccoli paesi della Contea a contatto con la gente per educare il popolo al valore dell'arte e dunque della vita; ecco che una quindicina di artisti Taiwanesi (e un Italiano, il sottoscritto) hanno lavorato in 10 paesi della campagna creando sculture, pitture, musiche, video, ma soprattutto cercando di far partecipare contadini, popolazioni native, pescatori e gente del luogo nel processo creativo. (Stefano Giannotti).
Stefano Giannotti (1963), compositore, autore, regista e performer. Si é diplomato in composizione con Pietro Rigacci ed é stato assistente di Alvin Curran in "Crystal Psalms" e "Tufo Muto". Il suo repertorio spazia dalla performance alla radio sperimentale, dal video alla musica da camera, dall'orchestra, alla canzone d'autore. Il paesaggio, i cicli vitali, le voci della gente, i linguaggi, sono alcuni dei principali temi affrontati nel suo lavoro.
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