[NuovoLab] Libano: militari italiani nel mirino di Al Qaida

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Szerző: Edoardo Magnone
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Tárgy: [NuovoLab] Libano: militari italiani nel mirino di Al Qaida


Tecnicamente, leggendo l'articolo riportato più sotto, mi sono chiesto per
curiosità come potrebbero essere costruite queste strane "bombe" ritrovate dai
servizi segreti libanesi proprio nelle vicinanze di un campo profughi
palestinese e messe subito in relazione con "l’allarme dello scorso luglio
quando l’intelligence britannica scoprì un piano per abbattere 10 aerei in volo
dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti".

Ogni bomba che si rispeti, come sanno tutti, deve avere sia il materiale
esplodente (esplosivo vero e proprio) che un meccanismo di innesco o detonatore
che inneschi (lo dice la parola) la reazione esplosiva e principale.

Ora, detto questo, cosa si può capire da quel poco che possiamo apprendere dai
giornali sulla bomba formata da un "sophisticated electro-chemical
timers-detonators that can be timed to explode after 124 days" (appunto il
"detonatore" di cui sopra) fabbricato in un generico paese dell’Europa dell’Est
("East European origin" dal comunicato originario) collegato a due (?) fiale
piene di un "misterioso liquido" ipotizzato, giustamente, come l'esplosivo?

Per prima cerchiamo di capire da dove arriva questa "novità" della tecnologia
chiamato "sophisticated electro-chemical timers-detonators".
Salta subito all'occhio che l'articolo italiano non dice assolutamente nulla sul
fatto che sui devices sequestrati si possono leggere marca e modello in lingua
ceca!
Infatti, dobbiamo leggere il "Beirut Times" (Mon, 05 Mar 2007 7:34 pm) per
capire che su questi gioielli di fine tecnologia la Repubblica Ceca ha già dato
massima disponibilità ai fini dell'indagine e non esclude la provenienza
("altamente probabile") di tali detonatori dai propri laboratori militari.
L'Ambasciatore Ceco Jan Cizek ha aggiunto, inoltre, che quei dispositivi
potrebbero avere almeno 50 anni!!
Sono queste le novità tecnologiche tanto misteriose??

Naturalmente, tutt’altro spinoso problema è il famoso "misterioso
liquido"...sarà anche questo tanto "misterioso"?? Quale strana sostanza avrà in
serbo Al Qaida questa volta??
Quale diavoleria chimica ha in serbo Bin Laden dal suo covo in Afghanistan per
la British londinese o per le truppe militari presenti in Libano?

L'unica cosa certa è che tutti i giornali (italiani e non) parlano di 2 (!)
fiale. Partendo solo da questo indizio possiamo ipotizzare semplicemente o una
miscela di nitrometano (solvente per molte sostanze) e nitrato d'ammonio oppure
due fiale (innocue se separate) per preparare qualche Astrolite (la variante "G"
contiene sempre, in provette separate, nitrato d'ammonio ed idrazina mentre la
variante "A" ha un'aggiunta di polvere d'alluminio).

Tutti queste sono miscele già conosciute come un "improvised explosive device" o
"roadside bombs" durante la guerra in Iraq e la guerra in Afghanistan (ma già
utilizzate da IRA, ETA, etc)...

Quindi nulla di nuovo sotto al sole...comunissimo esplosivo innescato (forse) da
un detonatore fatto nell'ex Cecoslovacchia talmente vecchio che potrebbe essere
ritrovato impolverato nel magazzino di qualche museo.


Un saluto,
Edoardo Magnone

PS. A mio avviso sentiremo parlare ancora molto di questo "misterioso" liquido
spauracchio di ogni male ("militari italiani nel mirino di Al Qaida")...ma non
voglio pansar male!



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Libano: militari italiani nel mirino di Al Qaida

L’allarme è scattato a metà febbraio dopo un’incursione della polizia e dei
servizi segreti libanesi a Burj al Chamali, un campo profughi nella zona di
Tiro dove vivono 75mila palestinesi. In quel campo, tenuto d’occhio
dall’intelligence dei Paesi che partecipano alla missione Unifil nel sud del
Libano, era segnalata da tempo l’infiltrazione di attivisti di Al Qaida
provenienti da varie regioni mediorientali.


Ma fino a quel momento le autorità libanesi non sembravano preoccuparsi troppo.
Dopo quell’incursione e l’arresto di 21 sospetti militanti collegati al
terrorismo fondamentalista tutto cambia. Il primo allarmato rapporto del
governo di Beirut è indirizzato ai servizi segreti statunitensi e inglesi. Nel
campo gli agenti libanesi hanno trovato 31 congegni formati da due fiale piene
di un misterioso liquido blu collegate con un sofisticato detonatore
elettrochimico fabbricato nell’Europa dell’Est.

Un detonatore che permette di programmare un’esplosione con 124 giorni di
anticipo.
I tecnici dell’intelligence occidentale mandati a esaminare il materiale
comprendono che la minaccia stavolta è reale. Quei congegni sequestrati agli
arrestati di Burj al Chamali rappresentano il primo reale ed effettivo
ritrovamento d’esplosivo liquido dopo l’allarme dello scorso luglio quando
l’intelligence britannica scoprì un piano per abbattere 10 aerei in volo dalla
Gran Bretagna agli Stati Uniti. Da quel momento tutti i dati sull’infiltrazione
di Al Qaida nel sud del Libano vengono analizzati e passati al setaccio.

Il risultato è agghiacciante, soprattutto in considerazione della presenza di un
contingente Unifil forte di 2.500 italiani e di molte altre migliaia di soldati
occidentali. Secondo i rapporti dei servizi segreti, a Burj al Chamali e nelle
altre zone intorno a Tiro sono confluiti nei mesi scorsi molte centinaia di
militanti legati ad Al Qaida provenienti da Sudan e Yemen. La loro presenza è
strettamente legata allo schieramento del contingente dell’Unifil. I 15mila
caschi blu, oltre a rappresentare una sorta d’irresistibile magnete per tutti i
gruppi.

di Gian Micalessin
in http://www.grnews.it/?Azione=dettaglio&IdNews=609