[Forumlucca] Il Corriere della Sera scrive sul caso Lucca

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Autor: Daniele
Data:  
A: forumlucca
Assumpte: [Forumlucca] Il Corriere della Sera scrive sul caso Lucca
Finalmene la notizia ha avuto una rilevanza nazionale. Dal Corriere della Sera:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/03_Marzo/02/lucca.shtml

Sotto accusa i Bulldog, che allo stadio hanno scacciato i supporter storici
Neonazi e ultrà, caccia alle magliette rosse
Aggressioni a Lucca: nel mirino chi indossa gli abiti simbolo della sinistra. Spedizioni punitive nelle strade. Allerta dal Viminale
DAL NOSTRO INVIATO

LUCCA - Che venerdì scorso a Lucca tirasse una brutta aria lo si era capito fin dal pomeriggio. In tribunale si celebrava un'udienza del processo per il pestaggio di Edoardo Seghi, un giovane finito in sala operatoria nel 2004 dopo un'aggressione. Pugni e calci in testa. In aula si sono presentati una ventina di ragazzi dei Bulldog, l'ala violenta della tifoseria lucchese. «Non eravamo lì per gli imputati, esercitavamo un diritto e ci siamo comportati in modo civile», hanno detto. La Digos li ha separati dagli attivisti di sinistra presenti, nulla di grave. Nulla se paragonato a quello che stava per accadere.
Venerdì notte un altro giovane, Emanuele Pardini, 27 anni, è finito all'ospedale. Qualcuno l'ha inseguito in macchina, stringendolo finché non è andato a sbattere. Poi gli sono saltati addosso in tanti, gridando «sei una zecca», sputandogli, con le cinghie in mano. La Digos ha individuato alcuni degli aggressori. Uno è il giovane che a ottobre, quando la polizia fermò il pullman dei Bulldog diretti a Grosseto in trasferta, si assunse la responsabilità delle mazze e dei tondini di ferro e di tutte le armi improprie a bordo. «Sempre gli stessi».
Il ragazzo picchiato nel 2004fa riferimento all'Associazione spazi autogestiti di Lucca. Uno di sinistra. E Pardini si è definito un redskin. «Anche se pare solo un fatto di look - dicono alla Digos - non sa bene cosa sono gli skin di sinistra». Il fatto è che a Lucca per essere aggrediti basta indossare la maglietta sbagliata. «Se dal collo del giubbotto spunta il colore rosso ti fermano per strada, ti fanno aprire la cerniera e verificano se per caso sulla t-shirt c'è il volto del Che. In quel caso - dice Nadia - possono essere guai». Questa studentessa del classico è l'unica che ha il coraggio di raccontare cose le è successo senza chiedere di rimanere anonima. Dice che non l'hanno fermata per caso: lavora a «Klandestino», giornale dei giovani comunisti lucchesi, e il giorno prima era in testa a un corteo per la pace.
Ormai dura da tempo e a Lucca qualcosa di simile è capitato a tanti ragazzi. Intimidazioni, minacce, ma anche botte o auto incendiate. Un gruppo di genitori, ascoltati i racconti dei figli, ha fondato il comitato «Fermiamo la violenza». Hanno raccolto un elenco di episodi più o meno gravi e l'hanno allegato a una lettera aperta. In poche settimane sono arrivate circa 700 firme. È stato tutto spedito due giorni fa al ministro dell'Interno. Il Viminale, in realtà, già sapeva. Tanto che lunedì a Lucca c'era il numero due dell'Ucigos, Gianni Luperi.
Anche la Procura si è mossa da tempo. Ora i fascicoli aperti sono due. Si indaga sull'aggressione di venerdì, ma anche sui Bulldog e sui loro rapporti con l'estremismo di destra. Non sono molti, un settantina, alcuni giovanissimi. Hanno scacciato dalla curva gli storici Ultras Lucca e impedito all'altro gruppo organizzato, i Tori Flessciati, di esporre striscioni. Sulla Ovest adesso campeggia solo il loro: «Diffidati, nessuna resa». Sul sito convivono un profilo di Bobby Sands, la storia del conflitto arabo-israeliano (sono per l'Intifada) e una biografia di Ettore Muti, «sintesi perfetta dell'uomo fascista».
Che violenze da stadio ed estremismo si saldino non è una novità. A Lucca, però, è in sofferenza il mondo giovanile. Anche gli episodi che ieri potevano essere letti come «consueto» bullismo assumono una colorazione politica. «I ragazzi dei collettivi studenteschi si sentono minacciati per le loro idee - racconta il preside dello scientifico, Paolo Pollastrini -. Mi hanno chiesto di parlarne in consiglio d'istituto». «A scuola, però, non ci sono state aggressioni - aggiunge Ave Marchi, preside dell'istituto tecnico Carrara - . Le squadracce girano per la strade e ci sono vicoli dove uno dell'opposta fazione fa meglio a non passare da solo». Ogni tanto le prendono anche quelli di destra, sia chiaro. Il questore, Maurizio Manzo, ammette: «La violenza di matrice politica è diventata la nostra priorità».
Il 23 agosto 2003, dopo la presentazione di un libro sulla cultura gay e lesbica, qualcuno ha rotto la vetrina della libreria Baroni e inciso celtiche e scritte omofobe. Qui tutti tirano in ballo Forza Nuova, e molti ricordano ancora il 25 aprile 2001, quando Forza Nuova fu autorizzata a presentare un libro di Pavolini. Ma Emiliano Mari, 33 anni, coordinatore regionale, contrattacca: «Non c'entriamo con gli ultras, né con le aggressioni. Il resto, gli episodi per le strade, sono scaramucce. Del resto, anche i nostri iscritti sono discriminati. E io, che lavoro in una coop rossa, ho querelato i colleghi che scrissero una lettera contro la mia assunzione. Se sono fascista? Parlerei piuttosto di fascismi. Diciamo che mi ritengo erede di quella parte d'Europa uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale. È abbastanza chiaro?».
Mario Porqueddu
02 marzo 2007