perta l'istruttoria sul commissario ucciso nel 1972
RUINI: "si' all'
AVVIO della BEATIFICAZIONE di calabresi"
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Il cardinale Camillo Ruini ha concesso il suo 'nulla osta'
per l'avvio della fase preliminare della causa di beatificazione del
commissario Luigi Calabresi. L'autorizzazione del Vicario di Roma
riguarda la raccolta di documenti e testimonianze promossa dal
sacerdote Ennio Innocenti. Il materiale sara' poi sottoposto al card.
Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Quest'ultimo e' competente
in quanto Calabresi, pur essendo romano, e' stato stato ucciso il 17
maggio 1972 a Milano, la citta' dove prestava servizio e dove aveva
subito una pesante campagna stampa che lo accusava di avere
responsabilita' nella morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Tutta la
vicenda (della quale i giornali continuano a occuparsi al margine del
'caso Sofri') e' oggetto ora dello studio affidato a don Innocenti,
all'epoca giovane sacerdote impegnato come Calabresi nel Movimento
Oasi, fondato dal gesuita padre Virginio Rotondi. Ma le pagine che il
sacerdote sta raccogliendo riguardano anche la testimonianza cristiana
che il commissario Calabresi ha offerto nella sua vita professionale e
familiare. Tra le testimonianze, don Innocenti inserira' anche quella
di Enzo Tortora, il presentatore e giornalista che fu a sua volta
vittima di un linciaggio morale e che come cronista aveva conosciuto
bene Calabresi quando frequentava la Questura di Milano. "Non odio i
miei nemici, provo angoscia per loro, non odio", gli aveva confidato il
commissario nel momento per lui piu' difficile, quando la stampa di
sinistra lo aveva dichiarato colpevole senza processo e senza appello.
"Calabresi - ha scritto Tortora nel documento pubblicato dal quotidiano
cattolico Avvenire - credeva in Dio fermamente". Don Innocenti racconta
a sua volta un episodio molto significativo: per metterlo al riparo da
possibili attentati, padre Rotondi (sacerdote molto conosciuto per il
suo apostolato radio televisivo e unanimemente stimato) aveva cercato
di far trasferire Calabresi all'Ispettorato di polizia del Quirinale,
ma il giovane funzionario aveva voluto rimanere al suo posto. Li' dove
lo raggiunsero i colpi di pistola. (AGI) - CdV, 23 feb.