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*Pasolini: gli occhi [ /Dino Pedriali
/] * *25 febbraio 2007
*
*amori, tentazioni, invettive ... ** *
* giornale per e.mail a cura di* g*ianni
quilici **[ **gianniq@???* <mailto:gianniq@protocol.it>* ]*
**
*collaborano:*
* aldo zanchetta, anna, betty bastai, dante
albanesi, diego simini, *
*emilio michelotti, franco dinucci, loredana, marisa cecchetti, **
maurizio micheletti,
nadia davini, nicola cuciniello, peppe de angelis, raffaella, renzia
d'incà, **
tommaso panigada, ** umberto franchi, valeria giglioli ............. *
*Perciò io vorrei soltanto vivere*
*pur essendo poeta*
*perchè la vita si esprime *
*anche solo con se stessa.*
*Vorrei esprimermi con gli esempi.*
*Gettare il mio corpo nella lotta/./*
*Pier Paolo Pasolini*
**
*Email spedite: n. * *859
*
*Parole
soltanto parole
che entrano a volte,
indugiano intorno,
rimangono
*
*Se si tace per un anno,
si disimpara a chiacchierare
e si impara a parlare.
Friedrich Nietzsche*
*
*****
**
**
*VIVERE QUOTIDIANO**
viareggio*
*siamo partita in quattro*
*Tar., Fat. e Arj. e io*
*e ce ne siamo andati a fare un giro finesettimanale al mare*
*aria carnevalesca*
*aria un pò commerciale*
*(io preferisco la macchia e gli odori e il silenzio di Vecchiano) *
*poi in mezzo allo struscio della passeggiata coriandolosa *
*si apre lo spiazzo di mare*
*all'orologio anche lì*
*e ce ne facciamo un salto sulla battigia*
*silenzio strano quasi ovattato*
*un ragazzo seduto legge un libro *
*qualcuno passeggia*
*cani che scodinzolano intorno*
*- Ti piace il mare? - chiedo a Tar.*
*Tar. è marocchino e ha 16 anni e si veste con i pantaloni un pò scesi *
*sembra un bulletto ma ha gli occhi profondi e dolci *
*- Non più - mi risponde*
*- Non più da quando sono arrivato in Italia -*
*e mi racconta il barcone (la bagnarola) e i 45 a bordo e i due morti lì
dentro e l'avaria a 100 km dalla costa italiana e il salvataggio della
marina e i dottori che gli dicono che bastava un'ora ancora e anche lui
non c'era più e le maniche subito tirate su a farmi vedere i segni delle
flebo... *
*e io pensavo a me ai miei 16 anni al liceo alle manifestazioni per una
scuola più giusta per un mondo meno sbagliato e pensavo alle pizze alle
feste alle chitarre alle voci alle risate...*
*e mi veniva quasi da piangere
Letizia
Sono molto preoccupata...
ciao Gianni, sono molto preoccupata per come stanno andando le cose al
governo...spero di trovare qualche ragionamento che mi aiuti un po' nel
prossimo numero della tua rivista.
Grazie di tutto. Marisa
*
*Cara Marisa,
quante cose ci sarebbero da scrivere,
se si partisse da lontano!
Dirò soltanto pochissime cose, per me essenziali
e la discussione è aperta.
Giovedì prossimo il governo Prodì
chiederà la fiducia al Senato.
E' prevedibile che l'avrà.
La crisi di questi giorni non è
non sarà però indolore.
Primo: con i 12 punti di Prodi il governo
si è spostato al centro
per necessità,
ma non senza conseguenze.
Secondo:
la sinistra sarà più facilmente ricattabile
e quel rapporto tra partito di governo
e partito legato ai movimenti come pressione verso il governo stesso,
che soprattutto Rifondazione ha coltivato,
sarà più difficile
e il rischio di scissioni è forse all'ordine del giorno
Terzo:
la causa di questa precarietà
è la riforma elettorale, una "porcata"
così definita da chi l'ha elaborata, Calderoli,
ed uno dei compiti di questo governo sarà
realizzare una riforma elettorale democratica
e che consenta di governare a chi vince.
Quarto:
non so quali siano i tempi per una legge sul conflitto di interessi
(insieme ad una riforma del sistema radio televisivo),
ma con i venti che tirano
non vorrei che questa incredibile anomalia tutta italiana
rimanesse ancora...
per sentirci dire poi:
"Eravate al governo ..."
Quinto:
Partito democratico nel centro-sinistra
e partito unico della destra...
Solo i partiti di sinistra sembrano autosufficienti.
Eppure l'area comunista (rifondazione, comunisti italiani, manifesto ed
ex, gruppi, singole personalità)
ha un comune retroterra storico e ideologico ed anche prospettive
immediate simili.
Non sarebbe il caso di pensare a una fase nuova,
che apri un confronto aperto, di strategia,
anche a chi, nei DS, si sente stretto nel nuovo partito democratico?
Non tanto una rifondazione comunista, che rimane per molti,
ma una più grande rifondazione della sinistra,
che guardi anche ai verdi, ai movimenti no global ecc?
Perché,
anche la vicenda Rossi e Turigliatto che cosa ti dice
se non che oggi una forza di sinistra che voglia non soltanto testimoniare,
ma trasformare paese, europa, mondo
non può non porsi il problema di governare
e quindi necessariamente mediare
tra le diverse culture, opzioni politiche.
La Chiesa è fatta di uomini
come puoi tu giudicarla?
***
**
**
*"C'è la Chiesa invece*
*che come un partito politico*
*tuona ogni giorno*
*contro i più elementari dei diritti...*
*Dov'è l'amore, *
*dov'è la giustizia*
*la compassione evangelica?"
gia nni
*
** *Caro Gianni,* *dici proprio bene: "amori, tentazioni, invettive"...
ecco questa è un'invettiva! Come fai a scrivere una cosa del genere?
Come fai? Ma chi sei tu per dare queste bacchettate? La Chiesa, caro
mio, è fatta da uomini, tanto è vero che nel suo significato più sincero
Chiesa vuol dire "popolo di Dio". E se la storia della Chiesa è
costellata di atroci sbagli (fra l'altro in gran parte riconosciuti, se
vuoi prenderti la briga di ricordare), è proprio perchè è fatta di
uomini. In ogni epoca ci sono state le due facce della Chiesa: San
Francesco da una parte e il potere temporale dall'altra... Posso dirti
comunque, e qui ti assicuro la mia (poca) fede non c'entra, che ad un
compito comunque la Chiesa non è mai ventua meno: la custodia dellla
Parola di Dio è sempre stata presente nella Chiesa, anche nei tempi più
oscuri...* *ecco, te lo sei mai chiesto perchè ogni tanto "tuona" (che
poi non è vero!) contro i più elementari diritti? L'hai mai letto il
Vangelo? * *Rispondi pure quello che ti pare, io ci tenevo soltanto a
dirti queste cose, non tanto per ribattere, ma perchè desidero che tu
sappia.* ** *Un abbraccio* *Maurizio
*
*Caro Maurizio,
chi sono io per dare queste bacchettate?
Uno che ama la vita, innanzitutto nel suo semplice pulsare,
che cerca una difficile autonomia,
che trova che il compito della Chiesa e di chiunque, laico e religioso,
prima di ogni cosa, è quel comandamento che recita
"ama il prossimo tuo come te stesso",
discutibile nella sua assolutezza e forse impossibile.
La Chiesa nella sua gerarchia, da tempo non ama il prossimo suo come se
stessa,
in certi casi non lo capisce, neppure lo vede
ed invece pontifica.
Il comportamento sui PACS prima, sui Dico oggi
è aberrante dal punto di vista umano, etico e morale
e nasce da analisi palesemente sbagliate.
I Dico distruggono la famiglia?
La famiglia è già distrutta
da un processo di laicizzazione consumistica ed edonistica,
di cui certi difensori della famiglia
i Berlusconi-Mediaset-buona parte della RAI
sono la potenza ideologica più sottilmente devastante.
I Dico risarcirebbero solo in parte
(ed ora sarà difficile ottenere anche quelli)
ad una situazione di fatto,
ma basta lo sai anche te.
un abbraccio
gianni
*
**
[][][][][]
Il tuo giornale mi piace...
"...C'è la Chiesa invece
che come un partito politico
tuona ogni giorno
contro i più elementari dei diritti...
Dov'è l'amore,
dov'è la giustizia
la compassione evangelica?..."*
*
*Caro Gianni,*
* *
*il tuo giornale mi piace e ho deciso di metterlo sul mio sito come
ospite fisso. Ma, ora che ci penso, non ti ho chiesto il permesso. Me lo
accordi? Puoi trovarlo nella pagina degli appelli al
http://www.oltrelemura.com
<
http://www.oltrelemura.com/anticamera.htm>/anticamera.htm *
*Concludo ricordando i punti che più mi hanno colpito dell'ultimo
numero: *"**Nelle giornate della memoria di Loredana *e* *la domanda
citata sopra *"...Dov'è l'amore,..."* Hai ragione, dov'è tutto ciò?
Credo non ci sia nell'animo dei "sepolcri imbiancati" delle alte
gerarchie clericali. Mi chiedo come si faccia a essere cattolici
praticanti con una chiesa che dà continuamente esempi così. *
* *
*Ok, grazie ancora per il tuo giornale e attendo di risentirti. *
* *
*Ciao da Cris
*
*Cara Cris,
grazie di avere inserito nel tuo utilissimo sito,
[che spero verrà visitato anche attraverso questa segnalazione,]
il mio Gettare
così come esso è
e forza...
due abbracci
gia nni*
**
**
*
[][][][][]*
**
*Perché confondere
poesia con prosa?***
ciao gianni...
una domanda: perché mettere in forma di poesia anche parti che
dovrebbero essere in prosa?
Interventi di politica, riflessioni generali, recensioni di libri...
Cerchiamo di valorizzare, preservandolo, il linguaggio poetico. Che
non è quello della prosa....
asanisimasa72
* * *
In ciò che scrivo su Gettare
c'è un proposito sintetico
che s'accorda con il verso,
più esattamente con la scansione del periodo,
che mi pare adatta alla musica del mio pensiero
e che credo si presta ad essere letta
più agevolmente.
Questo vale per altri che qui scrivono,
ma hai ragione,
non per tutti.
Per questo a volte lascio la scrittura così come mi viene trasmessa,
a volte la manipolo.
Comunque il rapporto tra poesia e prosa
va al di là della forma
come sai anche te,
a volte succede che là dove c'è la forma prosa si sente la poesia
e là dove c'è la forma poesia
c'è solamente il desiderio della poesia...
ciaociao
gi.
@ @ @ **
*Sulle suggestioni del*
*"Cirque du soleil"*
***
Signore e signori,
benvenuti allo spettacolo di quegli uomini e quelle donne che avevano
paura al principio e poi non l'hanno avuta più.
Cioè al vostro spettacolo,
lo spettacolo delle vostre vite, se avrete la grazie di concedervi,
anche solo per una sera, per gioco e per finta,
non abbiate timore,
che la paura è in ciascuno il motore di ogni cosa,
ogni giorno, ogni mattina vi alzate e pensate di essere cortesi
ma in realtà avete paura di alzare la voce,
credete di essere giusti ma non osate delinquere,
vi beate della vostra sobrietà
ma avete terrore del desiderio,
il vostro incontenibile desiderio
di quell'uomo, di quella donna
e chissà perché proprio quella,
di quell'odore o di un altro bicchiere di vino,
ma vi negate il desiderio, perché non sapreste che fare
dopo
dello squilibrio
dell'eccesso
della passione
del movimento
insomma della vita!
Ecco perché state lì, fermi in quell'angolo, dentro il recinto.
Alzatevi!
Almeno per una volta!
Siate deboli!
Concedetevelo!
Arrendetevi
Spogliatevi
Tremate di paura
Venite tra gli zingari del vento!
Gli zingari che ballano e suonano,
è così bello per un poco affacciarsi a frequentare gentaglia
e assaporare così l'ebbrezza breve del contagio.
*Lo scandalo del perdono
[A proposito delle e.mail di Mario Rocchi]
*
*Non c'è comprensione per chi trasgredisce e non c'è comprensione per
chi perdona
qualcosa non mi torna...L'orrore di fronte ad un omicidio, per quanto
efferato, non è incompatibile con una scelta di fondo di trasformazione
dell'orrore stesso (che in altre parole si può dire anche perdono)
è un scelta che spezza il circuito del male
... perdonare non significa non sentire, non soffrire la perdita,
non significa dichiarare "giusta l'ingiustizia"
non significa non impegnarsi per eliminarla
non significa avere simpatia per colui che uccide
assolverlo in tribunalenon significa azzerare a comando
il sentimento di orrore e di sgomento
e la scelta che spezza e che trasforma può essere un atto
un atto della PERSONA che riesce a guardare all'altro, al colpevole,
come PERSONA
Provare, almeno qualche volta, a condurre l'orrore che sentiamo al di là
di se stesso, perché non si sta bene con l'odio, perché la logica della
trasformazione è l'unica capace di risanare.
Questo consente, non di eludere la giustizia terrena, ma forse di
cercare di migliorarla
Caro Mario
La mia impressione è che la rabbia che provi di fronte al dolore di vite
spezzate ti provochi /lo scandalo del perdono/
ma soprattutto ti faccia inneggiare ad un concetto di giustizia che,
anche se non è proprio vendetta, ne è molto, molto vicino*
*Ma può essere solo una mia fantasia.*
*Loredana*
Mario sostiene...
Io invece penso...
Sinceramente non avevo voglia di intromettermi nel dibattito sulla pena
di morte, ma dopo l'ultimo intervento di Mario Rocchi , mi sento
sollecitato perchè ho capito (come dice Gibran) che molti parlano come
se fossero mare... ma in realtà la loro vita è acqua stagnante...
Ho provato a sintetizzare alcuni concetti espressi da Mario Rocchi
nell'ultimo intervento su "gettare" devo dire che condivido solo le sue
considerazione sui rischi di intolleranza esistenti nel modo cattolico o
comunque a religione monoteista, ma non mi sembrano invece per niente
convincenti le sue argomentazioni sulla pena di morte.
Mario sostiene:
che le voci a sostegno della vita di assassini atroci reo confessi lo fa
sorridere;
che dittatori come Saddan Pinoschet ecc.. vanno uccisi;
che chi sostiene il contrario finirà anche per sostenere che la
fucilazione di Mussolini è stato un errore, così come le condanne
scaturite dal processo di Norimberga.
Ora io che non credo di essere ipocrita , nemmeno un bonista ne tanto
meno un moralista cattolico, mi permetto di fare osservare a Mario , che
ogni essere umano nella propria vita dovrebbe cercare di coltivare e
sviluppare azioni, finalizzate a combattere le ingiustizie ed ad elevare
la propria e le altre vite, per raggiungere degli obbiettivi di
giustizia, solidarietà, valorizzazione dell'essere, civiltà.
Penso che la prospettiva culturale e relazionale dell'essere umano
dovrebbe talmente cambiare fino a fondare una società senza più bisogno
di confini, serrature alle porte, galere, guerre, omicidi, pene di
morte, ecc...
Mario dirà che questo obbiettivo va bene... ma è solo utopia... mentre
la realtà è fatta di guerre, di oppressione, di delitti feroci e quindi
chi li commette deve pagare anche con la morte.
Io che non sono un "Gandiano" penso che sia necessario sempre distinguere.
Sono sicuro che chi si è battuto e continua a battersi contro
l'oppressione dittatoriale, contro il fascismo, per un progetto di
società libera e giusta, come è stato nel caso dei partigiani, debba
sviluppare la propria lotta con tutte le armi coinvolgendo il popolo e
questo può costare anche il dover uccidere... ma altra cosa è la pena di
morte come fatto vendicativo.
Credo che uccidere una persona che ha fatto gran male ma che è in galera
e non può più nuocere, non può essere considerato un fatto di civiltà,
ma soltanto l'espressione di un istinto di una "bestia" che colpisce
un'altra "bestia" .
Penso che se ci definiamo esseri umani, dovremmo anche avere la
potenzialità di aprire la nostra vita ad uno stato di illuminazione che
ci renda capaci di distinguere le giuste azioni da quelle ingiuste.
Umberto Franchi
*
librifilmspettacolieccetera eccetera
****
*La giovinezza di Mario Monicelli ne *
"*Le rose del deserto"*
Novantuno primavere e non le dimostra affatto. Mario Monicelli rimane
ancora uno dei pochi baluardi al quale il cinema italiano si può
aggrappare. Mentre Gabriele Muccino viene proclamato "paladino del
cinema italiano" a Holliwood e Fausto Brizzi torna a fare "gli esami di
maturità", sommerso da premi (è lecito chiedersi il perchè di tutto
ciò); il nonno-cinema dall'Italia si avventura nel deserto africano e,
molto silenziosamente, fa un altro film degno della sua fama e della sua
maestria.
Passati quasi cinquanta da */La grande guerra/*, considerato il suo
capolavoro, con */Le rose del deserto/*, Monicelli è tornato a
raccontare l'inutile tragedia della guerra, scegliendo questa volta il
secondo conflitto mondiale e passando dalle dolomiti alle dune
desertiche della Libia, per l'occasione ricostruite in Tunisia. Molto
del vecchio spirito è ancora intatto; sorrisi, lacrime, ironia, dolore
sono le costanti che si avvicendano continuamente sullo schermo. La
bravura degli attori è quasi sempre padrona della scena e regge bene la
struttura narrativa. Alessandro Haber (nei panni di un generoso generale
italiano) è la solita conferma, un misto di ironia e drammaticità;
Michele Placido (un missionario brusco, concreto e pragmatico) sembra
vivere, in questi ultimi anni, una nuova giovinezza artistica; bravo
anche il giovane Giorgio Pasotti (tenente, fotografo e donnaiolo,
autodefinitosi "più turista che fascista"). Tatti Sanguinetti, nella
parte di un generale-trombone-fascista, caricatura di Mussolini,
rappresenta, in un certo senso, la mai sopita vena di commediagrafo del
regista, il quale calca molto il dito sul carattere farsesco-autoritario
del personaggio, proclamatore di ordini deliranti. Infine il costante
utilizzo di piani americani inquadra perfettamente i personaggi nella
loro autenticità e nel loro rapporto con il circostante, appunto guerra
e deserto.
Ciò che realmente cattura de /Le rose del deserto/ è la complessità e la
freschezza dell'impianto. Un'opera scorrevole e ben ritmata, un buon
numero di comparse, scenografia ricca. La guerra è rappresentata si nei
momenti più drammatici: come il matrimonio per corrispondenza tra il
luogotenente defunto e la sua fidanzata incinta, per garantire una
pensione al futuro figlio; ma anche in quelli più scanzonati: quando i
soldati italiani parlano di Mussolini e della sua "ipotetica espansione
coloniale", come se commentassero i risultati delle partite di calcio.
Complessivamente il film, che in certi momenti ricorda opere d'altri
tempi, risente dell'influenza del deserto. Molte scene infatti, sostiene
Monicelli, sono girate di corsa, un po' alla garibaldina, in condizioni
climatiche difficilissime. Dunque per realizzarlo hanno tutti insieme
dovuto far fronte agli imprevisti delle tempeste di sabbia, alla rottura
di mezzi e macchine, oltre che ai consueti problemi di sempre.
Come un animale nel tempo di morire (citando i C.S.I.), ha scelto un
posto remoto per realizzare questa fatica. Sarà dunque l'ultima
pellicola del genio indiscusso della commedia all'italiana? Speriamo di
no, ma se così dovesse essere mi concedo di dirlo:
*«Grazie Maestro! Hai chiuso davvero bene!»
**
Giuseppe De Angelis
*
*Baciai allora le sue caviglie fini.
Lei ebbe un dolce ridere brutale
che si scioglieva in limpidi trilli
un dolce tintinnare di cristallo.
Arthur Rimbaud*
*
*
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*/ /**Invio **/queste email anche a chi conosco poco o pochissimo,/*
*/o a chi magari non mi conosce o che solo casualmente/*
*/ è entrato nella (mia) posta
ettronica.
/*
*/Chi per qualsiasi ragione non vuole ricevere questi messaggi/*
*/me lo faccia, e scusatemi, sapere: gianniq@???
<mailto:gianniq@protocol.it> /*
*/Chi invece si sente partecipe, anche quando dissente,/*
*/ aggiunga, proponga, faccia le sue critiche, e magari faccia
circolare ..../*
*/ Chi vuole
essere inserito nella lista blablabla
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