Autore: massimiliano.piacentini@tin.it Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] il capro espiatorio è servito
Di seguito, troverete un appello in difesa della
scelta da parte del
sen. Franco Turigliatto di dimettersi e di non
votare a favore della
mozione del governo sulla politica estera (in ogni caso, anche se
avesse votato a favore, il governo non avrebbe ottenuto la maggioranza;
anzi, uscendo dall'aula, Turigliatto ha fatto abbassare il quorum).
Chi
volesse firmarlo può inviare una mail al seguente indirizzo:
con-
turigliatto@???
In coda all'appello, una lettera (pubblicata
oggi sul Manifesto) di paolo gianardi (persona che conosco e stimo da
anni),che pur riconoscendosi nella linea della maggioranza di
Rifondazione, non accetta che Franco Turigliatto sia espulso.
La
segreteria del Prc ha dichiarato incompatibile con il partito il
senatore Franco Turigliatto, a seguito della sua non partecipazione al
voto sulla politica estera del governo.
Ci sembra una scelta sbagliata
e grave.
Innanzitutto perché l'atto parlamentare non solo è in piena
coerenza con il programma storico di Rifondazione comunista ma anche
perché in sintonia con le istanze di pace dei movimenti degli ultimi
anni. Pensare che un governo di centrosinistra possa imporre ai suoi
sostenitori missioni di guerra come l'Afghanistan o il raddoppio di
una
base come quella di Vicenza ci sembra una miopia e la causa prima
della
crisi attuale.
Ma il comportamento di Turigliatto è stato anche
accompagnato da un gesto di serietà e correttezza che non può essere
sottovalutato: in una politica in cui il seggio o la
"poltrona"
rappresentano un valore a prescindere, aver presentato le dimissioni
al
Senato, dopo quarant'anni di militanza politica passata a fianco
degli operai e dopo aver costruito dalle fondamenta il Prc, in
particolare a
Torino, ci sembra un fatto di grande novità e di grande
moralità per
quanto noi pensiamo che queste dimissioni siano da
ritirare.
Nel nostro Parlamento c'è bisogno di rappresentanza delle
ragioni della pace,
del pacifismo "senza se e senza ma": ce n'è bisogno
alla
vigilia della campagna di primavera in Afghanistan e ce n'è
bisogno rispetto alle
sudditanze che si profilano rispetto agli Usa.
C'è bisogno di atti come questo per quanto difficili e delicati ma che
servono anche per colmare la distanza tra politica e società.
Tutta la
nostra solidarietà a Franco Turigliatto e tutta la nostra disponibilità
a costruire con
convinzione un movimento per la pace "senza se e senza
ma".
Da "Il Manifesto" 23/2/2007
La mia Stima a Turigliatto
Conosco
personalmente il compagno Franco Turigliatto per avere lavorato con lui
nel coordinamento nazionale siderurgia del Prc. Ne ho apprezzato la
profondità di pesniero e la lealtà politica, soprattutto quando ci
siamo trovati in disaccordo. Non condivido perciò il giudizio espresso
a suo carico dalla segreteria nazionale del partito. Parlare di
incompatibilità con la comunità politica del partito, di atto
antidemocratico e violento, di utilizzo di una postazione di
privilegio, mi sembra un modo sbagliato e controproducente di rimuovere
il travaglio che Turigliatto ha espresso con le sue scelte,
dimettendosi tra l'altro da senatore. Questo travaglio atttraversa
anche la mia e la coscienza di moltissimi altri che hanno partecipato
alla manifestazione di Vicenza, a fronte delle dichiarazioni rese dal
ministro degli esteri in senato. Questi ha inteso chiudere in quella
sede il caso Vicenza, esplicitamente per non apparire ostile a Bush.
Senza che sull'Afghanistan si intraveda alcuna uscita. Fatti che
pongono in una luce meno pacifica la stessa missione in Libano. Fatti
che contraddicono la linea politica della nonviolenza rivoluzionaria di
massa. Nessuno si nasconde i rischi di un ritorno di Berlusconi. Ma
avverto l'urgenza di dire che secondo me da queste preoccupazioni non
deve conseuire una qualche "soluzione" disciplinare e perbenista del
caso Turigliatto.