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Governo, i Cobas: "Prodi si schianta su Vicenza"
22 febbraio 2007
Di
seguito il comunicato stampa della confederazione Cobas: "Il governo
Prodi si è schiantato contro quello che, da sempre, è lo scoglio più
pericoloso per un governo: la GUERRA, l'ostacolo che storicamente ha
provocato un'infinità di rotture e tracolli nelle Internazionali, nei
partiti e nei sindacati legati al movimento operaio. Fin dall'inizio, e
in spregio al movimento contro la guerra - che tanto aveva contribuito
alla vittoria del centrosinistra - e alla maggioranza degli italiani/e
ostili
alla guerra, il governo Prodi si è caratterizzato per un
bellicismo masochista: esaltazione del ruolo militare italiano (il
vanto di un esercito 'sesto del mondo come impegno all'estero'), difesa
del valore 'unificante' della parata del 2 giugno, ritiro dall'Iraq -
già concordato tra Bush e Berlusconi - ma solo in cambio di un maggior
impegno in Afghanistan, rilancio del protagonismo italico con
l'intervento in Libano (promosso per potenziare gli interessi del
capitalismo italiano nell'intero Medio Oriente), estensione delle basi
Nato (Vicenza in primis), aumento vistoso delle spese militari.
Neanche
la straordinaria manifestazione di Vicenza è servita da insegnamento:
anzi con estrema arroganza Prodi ha cancellato la volontà popolare,
affermando: 'Non sarà una manifestazione a cambiare i programmi del
governo'. Ancora ieri l'ultimo sondaggio confermava che oltre il 55 per
cento di italiani vuole il ritiro immediato (solo il 32 per cento per
restare) dall'Afghanistan: e invece D'Alema oggi ha ignorato tale
volontà, ribadendo il suo 'Tutti a Kabul'.
Il linciaggio che la
nomenklatura governativa sta ora operando nei confronti di due dei
senatori che coerentemente si sono rifiutati di votare una politica di
guerra, e cioè Rossi e Turigliatto, è vergognoso. I due senatori, ai
quali va tutta la nostra solidarietà, hanno rappresentato fedelmente la
volontà popolare dei vicentini ostili alla nuova base Usa e quella
della maggioranza degli italiani, contrari ad ogni guerra. E' il
governo ad aver tradito il mandato ricevuto nelle urne, nonché principi
storici a cui, fino a ieri, si rifaceva buona parte dei suoi partiti.
Non abbiamo mai avuto 'governi amici': e dunque, non festeggiamo né
piangiamo per un eventuale caduta di Prodi o per un avvicendamento di
ministri e sottosegretari, divisi solo dalla competizione per il
potere. Ma ci sembra positivo che le politiche belliciste siano state
messe in crisi dal poderoso movimento no-war vicentino e italiano. Che
valga di lezione per chiunque debba prendere decisioni di governo nelle
prossime settimane: via dall'Afghanistan e da tutti i fronti di guerra,
chiusura di tutte le basi Usa e Nato, no alle spese militari".