Autore: Rosario Gallipoli Data: To: forumlecce Oggetto: [Lecce-sf] Fw: [no-ogm-ra] Vicenza e la caduta di Prodi
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Sent: Thursday, February 22, 2007 11:54 AM
Subject: [no-ogm-ra] Vicenza e la caduta di Prodi
PROTESTA POPOLARE E MANOVRE REAZIONARIE - VICENZA E LA CADUTA DI PRODI
Chi ha fatto cadere il governo Prodi? Il compagni Turigliatto e Pinin Farina? o i compagni Rossi e Cossiga? o il compagno Andreotti?
Non è esatto, a mio avviso, esaltarsi a sinistra per aver fatto cadere Prodi. E' equivalente all'esaltarsi di aver fatto cadere Giolitti prima della Prima Guerra Mondiale. Certamente Vicenza c'entra per qualcosa, Vicenza intesa come manifestazione del 17 febbraio 2007, come manifestazione che ha raccolto il guanto della sfida. Ma c'entra molto, anzi moltissimo la decisione americana di provocare a Vicenza con la richiesta di raddoppio della base. Meglio che il tiro su Calipari. Non è chi non veda che è Vicenza Camp Dal Molin è un' accelerazione della provocazione e della mobilitazione reazionaria intesa a portare l'Italia dentro la nuova guerra all'Iran, schierandola in prima linea nelle basi di partenza dell'Afghanistan occidentale quelle di fronte ai siti nucleari iraniani da radere al suolo per intenderci. Le gerarchie economiche e religiose che sono il cuore del sistema imperialista antisocomunista italiano c'entrano e come! Prodi si è dimostrato debole, incapace di disarticolare e disperdere la protesta. Non bastano le piccole retate: bisogna disarticolare e disperdere la protesta delle forze popolari. O Prodi e D'Alema e Di Pietro ci riescono in tempi brevi, anzi brevissimi o se ne vanno. Più semplice di così!
Prodi pare benintenzionato a marciare su questa strada. Ha scelto di fare la TAV, di fare Camp Dal Molin, di fare la riforma delle pensioni. Adesso la palla è al prc, ai verdi, al pdci: devono accettare volontariamente o obtorto collo la dal Molin, la Tav etc, devono espellere gli estremisti da tutti gli organismi di massa, sindacati, comitati associazioni oppure andarsene dal potere. La manovra reazionaria politica è guerrafondaia è comunque innestata. Il Vaticano da una mano potente, come ai bei tempi. pare che Bertinotti e Giordano abbocchino, purtroppo.
L'EPURAZIONE DEI CATTIVI
Le prime conseguenze si vedono nei luoghi di lavoro e nelle assemblee popolari. Caccia alle streghe e taglio della possibilità di parlare nelle assemblee sono in sviluppo rapido. "EPURAZIONE IN CGIL.VIA GLI ESTREMISTI" titola oggi in prima pagina "Il Mattino di Padova" che registra però anche delle proteste contro questa linea nella Fiom. Lunedì comunque ci sarà un assemblea regionale con Epifani Bonanni e Angeletti a Padova alla Fiera con 600 delegati di tutto il Veneto odg l'epurazione cattivi. Il Vescovo di Padova Antonio Mattiazzo nell messaggio per la Quaresima pone l'accento " Attenti ai cattivi maestri" Egualmente il vescovo di Vicenza. Come sempre non c'è crociata senza preti in testa! Ma anche nelle mobilitazioni contro la base cominciano a spuntare le proibizioni ad esprimersi i veti contro i compagni antimperialisti. Cosicchè per esempio ieri sera non ho potuto prendere la parola all'assemblea del presidio Permanente contro Dal Molin. Non mi è stata data perchè mi è stato spiegato chiaramente poi non si vogliono avere noie politiche. In un altra lotta popolare contro un gigantesco termovalorizzatore voluto dalla "sinistra di governo"a Mogliano il giornale reazionario Il Gazzettino denuncia l'infiltrazione di fiancheggiatori del terrorismo e così si prepara la cacciata dei compagni che sono attivi lì.
C'E' DUNQUE UN CONCORRERRE DI REPRESSIONE ED EPURAZIONE PER IMPEDIRE LO SVILUPPO DI UN VERO SOLIDO AMPLIO MOVIMENTO DI RESISTENZA POPOLARE ALLA NUOVA FASE DI GUERRA CON CUI IL POTERE IMPERIALISTA HA DECISO DI SOSTENERE IL SUO PROFITTO, LE SUE PRODUZIONI DI MORTE. SE I COMPAGNI TUTTI NON CAPISCONO LA NECESSITA' DI LASCIAR PERDERE LE SOGGETTIVITA' E DI LAVORARE UNITI ALLA COSTRUZIONE DI QUESTO FRONTE LE COSE ANDRANNO MALE PER TUTTI. MA PURTROPPO QUESTO NON E' IL CASO DEL VENETO DOVE PERSISTE LA VECCHIA MENTALITA' EGEMONICA E SOGGETTIVISTA- A SUIVRE
Comunicato-stampa
Il governo si schianta su Vicenza, le basi militari, la guerra
Il governo Prodi si è schiantato contro quello che, da sempre, è lo scoglio più pericoloso per un governo: la GUERRA, l'ostacolo che storicamente ha provocato un'infinità di rotture e tracolli nelle Internazionali, nei partiti e nei sindacati legati al movimento operaio. Fin dall'inizio, e in spregio al movimento contro la guerra - che tanto aveva contribuito alla vittoria del centrosinistra - e alla maggioranza degli italiani/e ostili alla guerra, il governo Prodi si è caratterizzato per un bellicismo masochista: esaltazione del ruolo militare italiano (il vanto di un esercito "sesto del mondo come impegno all'estero"), difesa del valore "unificante" della parata del 2 giugno, ritiro dall'Iraq - già concordato tra Bush e Berlusconi - ma solo in cambio di un maggior impegno in Afghanistan, rilancio del protagonismo italico con l'intervento in Libano (promosso per potenziare gli interessi del capitalismo italiano nell'intero Medio Oriente), estensione delle basi Nato (Vicenza in primis), aumento vistoso delle spese militari.
Neanche la straordinaria manifestazione di Vicenza è servita da insegnamento: anzi con estrema arroganza Prodi ha cancellato la volontà popolare, affermando: "Non sarà una manifestazione a cambiare i programmi del governo". Ancora ieri l'ultimo sondaggio confermava che oltre il 55% di italiani vuole il ritiro immediato (solo il 32% per restare) dall'Afghanistan: e invece D'Alema oggi ha ignorato tale volontà, ribadendo il suo "Tutti a Kabul".
Il linciaggio che la nomenklatura governativa sta ora operando nei confronti di due dei senatori che coerentemente si sono rifiutati di votare una politica di guerra, e cioè Rossi e Turigliatto, è vergognoso. I due senatori, ai quali va tutta la nostra solidarietà, hanno rappresentato fedelmente la volontà popolare dei vicentini ostili alla nuova base Usa e quella della maggioranza degli italiani, contrari ad ogni guerra. E' il governo ad aver tradito il mandato ricevuto nelle urne, nonché principi storici a cui, fino a ieri, si rifaceva buona parte dei suoi partiti.
Non abbiamo mai avuto "governi amici": e dunque, non festeggiamo né piangiamo per un eventuale caduta di Prodi o per un avvicendamento di ministri e sottosegretari, divisi solo dalla competizione per il potere. Ma ci sembra positivo che le politiche belliciste siano state messe in crisi dal poderoso movimento no-war vicentino e italiano. Che valga di lezione per chiunque debba prendere decisioni di governo nelle prossime settimane: via dall'Afghanistan e da tutti i fronti di guerra, chiusura di tutte le basi Usa e Nato, no alle spese militari.