invel <invel05@???> writes:
mi tenti molto :)
butto giu' un altro po' di riflessioni sparse
> ... ma in realtà discutere giustapponendo i diversi rischi delle
> diverse situazioni, tipo ping pong, non vuol dire niente...
e allora parto dalla fine, la bicicletta.
> la scoperta dei nostri territori (sempre in bicicletta) la possiamo
> veramente fare tra perfetti sconosciuti, per cui proviamo forti e
> profondi affetti, forse proprio perchè sconosciuti?
e' un mezzo ottimo per l'esperienza amorosa con il territorio, col
proprio luogo d'appartenenza (intendo anche quello scelto e non solo
quello di nascita), in special modo per tutte le aree urbane ed e' qui
che puo' dare il massimo della sua efficenza in tal senso.
ma io la voglio per andare a coltivare la terra in citta',
non solo per assaporarne lo spazio.
non rinnego certo le esperienze di gioco situazionautico,
e' che non sono sufficenti;
non si puo' giocare tutto il tempo, e' troppo faticoso :)
e' cio' che si intervalla tra una deriva e un ammassamento
che deve essere rivoluzionato, la quotidianita',
il lavoro che non solo deve avere un senso,
ma deve dare senso alla propria esistenza,
l'affezione per il luogo nel suo vissuto quotidiano.
giusto per puntualizzare,
quando parlo di localismo creativo
e' per cercare di chiarire/mi quell'aspetto rivoluzionario
di una possibile ricerca di comunita' urbana e locale in divenire
e a questo riguardo riflettevo su alcuni ipotetici futuri di campagne
urbane. sono, come gia' detto, affascinato dalla vita dell'uomo a
contatto con la natura, ma questo non vuole necessariamente dire fare
armi e bagagli e partire per ameni luoghi lontani isolati dal mondo;
la democrazia partecipata e le nuove forme sperimentali di
municipalismo, infatti, prefigurano possibilita' di costruzione
comunitaria dei territori che possono diventare concretamente
appaganti.
ad esempio, pensavo alle proposte relative al futuro di milano, in
particolare alla cinta di verde che sembra essere li negli umanitari e
caritatevoli progetti di tanti politici e urbanisti.
secondo me, una partecipazione di massa (critica) a questi futuri
potrebbe prevedere la costituzione di forme associative di un qualche
tipo che rivendichino l'acquisto di parte delle aree in questione per
fini agricoli, particolarmente sviluppando tecniche permacolturali e
"naturali" (un qualche cosa di piu' ambizioso rispetto agli "orti
urbani" e alle forme rivendicative tipo "guerrilla gardening").
se al posto di comprarsi la nuova automobile euro xxx tante persone
(sufficentemente numerose da essere massa (critica)) i 20/30000
neuroni previsti fossero disposte ad utilizzarli per l'acquisto dei
terreni si potrebbero venire a costituire delle forme di sussistenza
ed economie locali che renderebbero veramente entusiasmante
l'esistenza urbana.
roba che potrebbe essere immaginabile salvare l'acqua (tanto preziosa)
e il bambino (tanto magico), cioe' la convivenza degli aspetti urbani
e rurali assieme dando cosi l'opportunita' di realizzare attivita' che
effettivamente creano una radicata cultura urbana locale.
un piccolo esempio e' riportato sul numero di novebmre 2006 di "AAM
terra nuova" nell'articolo "Un orto conviviale in città" (l'esperienza
di un orto biologico nel centro di Lione, che vede coinvolte piu' di
cento persone).
ma tanti altri mi capita di vederne in via di realizzazione in
particolare in alcune citta' americane ed australiane,
segnalo tra tutti
http://www.inventati.org/noviglob/journal/precedenti.html#farmadelphia
addirittura in un post di beppe grillo
http://www.beppegrillo.it/2007/02/parchi_a_pagame.html
a dire il vero brutto (forse perche' prettamente provocatorio (spero)
in quanto propone parchi a pagamento)
alla fine c'e' la proposta
> Costituire Gruppi di Acquisto (GAS) per i parchi per fare un'offerta
> per le aree pubbliche adibite o destinate a parcheggi.
a parte l'obiettivo-provocazione dei parcheggi,
quello che sottolineo e' la costituzione di GAS
per l'acquisto collettivo di aree urbane.
per quanto riguarda lugo
per me e' una semplice opportunita'
che sto' cercando di valutare nelle sue possibilita'
ma anche in questo caso la questione non cambia...
si tratta sempre di inventare nuove forme di relazione
tra citta' e campagna che strizzino l'occhio alla messa in atto di
economie locali e radicamento affettivo.
una cosa inventabile potrebbe trarre spunto dalla
> CSA (Community Supported Agricolture,
> cioè agricoltura sostenuta dalla comunità locale)
http://www.biodiversita.info/modules/cibolocale1/index.php?id=1
infine, un'altra contestualizzazione bibliografica...
"Campagne Urbane" - Una nuova proposta di paesaggio della citta'
di Pierre Donadieu - DONZELLI EDITORE
http://www.donzelli.it/Scheda.asp?Cod=1359