Newsletter Osservatorio Iraq
3/2007: dal 24 gennaio al 7 febbraio 2007
Baghdad, una città in preda al terrore
Mentre gli abitanti della capitale irachena si preparano ad assistere all'arrivo di altri 17.500 soldati Usa nell'ambito del nuovo "piano di sicurezza" voluto dal presidente George W. Bush, Baghdad è ormai una città paralizzata dal terrore, dove dilaga la violenza confessionale, e in cui si ha paura anche di uscire in strada e di finire nelle mani dei gruppi armati.
Dentro Baghdad: una città paralizzata dalla paura
Patrick Cockburn - The Independent
"Ora la jihad è contro gli sciiti, non contro gli americani"
Ghaith Abdul-Ahad - Guardian
"I rapitori avevano un ufficio"
Phil Sands, Nizar Latif - San Francisco Chronicle
"Anche se pagano li ammazziamo comunque" - storia di un sequestratore
Ghaith Abdul-Ahad - Guardian
L'Esercito del Mahdi abbassa il profilo, in previsione dell'arrivo delle truppe Usa
Leila Fadel e Zaineb Obeid - McClatchy Newspapers
Iraq, massacri e bugie nel "tranquillo" sud
A distanza di una settimana dalla battaglia di Najaf, perde consistenza la versione fornita dal governo di Baghdad, che parla dello scontro tra una setta messianica locale e le forze di sicurezza irachene appoggiate dagli Usa. L'unica certezza è che sono state uccise almeno duecento persone e ne sono state ferite altrettante. Intanto, il comando Usa ammette che, a Karbala, quattro soldati americani sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco, dopo essere stati catturati, ammanettati, e portati in macchina a chilometri di distanza. Un episodio che evidenzia una grave breccia nella sicurezza di un provincia del sud a maggioranza sciita, considerata relativamente stabile, e una maggiore professionalità da parte dei gruppi armati.
La battaglia di Najaf specchio del caos iracheno
Abdulhussein Gazal - Azzaman
La 'vittoria' Usa contro il leader della setta è stata un 'massacro'
Patrick Cockburn da Baghdad - The Independent
Le forze armate forniscono particolari sul rapimento dei soldati uccisi
Borzou Daragahi - Los Angeles Times
Iran, preparativi per un'escalation militare
Lo spauracchio Iran ha condizionato l'ultimo discorso di Bush sullo Stato dell'Unione, e i segnali di una prossima escalation militare sono sempre più evidenti. Un'iniziativa pericolosa, la cui responsabilità ricadrebbe questa volta anche sulla nuova maggioranza Democratica al Congresso.
L'escalation contro l'Iran
Sam Gardiner - Global Research
Il piano di Bush per l'Iraq: trascinare l'Iran nella guerra
Trita Parsi - Inter Press Service
Fermare la guerra all'Iran prima che scoppi
Scott Ritter - The Nation
Libano, segnali inquietanti
Il clima a Beirut ricorda quello che anticipò il conflitto 1975-1990: esplosioni di odio confessionale, arresti di massa, promesse d'aiuto dall'estero. E, soprattutto, un totale rifiuto nel riconoscere le prime cause alla base di ogni guerra civile.
Ignorando il rischio di una nuova guerra civile in Libano
Robert Fisk - The Independent
Sciopero generale, Libano paralizzato
Stefano Chiarini - Il Manifesto
"Con quel premier solo debiti, gli aiuti a un nuovo governo"
Michele Giorgio - Il Manifesto
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