-------- Messaggio Originale --------
Oggetto:     [referentinodi] Ancora su Ikea a Migliarino pisano
Data:     Fri, 09 Feb 2007 23:54:46 +0100
Da:     Fam.Ambrogini Carpi <carpi@???>
A:     referenti nodi <ReferentiNodi@???>
A valle di un consiglio comunale aperto a Vecchiano sulla richiesta di 
insediamento di un "parco commerciale integrato" (cioe' Ikea ed altri)
Gesualdi ha scritto questa lettera pubblica. Allego anche 2 articoli su 
Repubblica.
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6.2.07
Ieri sera a Vecchiano si è tenuta un'importante assemblea cittadina per 
discutere la richiesta di Ikea di aprire a Migliarino un  mega area 
commerciale dove non ci sarà solo il suo ipermercato, ma anche quelli di 
altre società che vendono computer, abbigliamento sportivo, attrezzi per 
bricolage e forse anche prodotti alimentari.
A fronte degli 850 posti di lavoro che Ikea sventola per ottenere 
l'approvazione, i vari interventi hanno richiamato l'attenzione sugli 
stravolgimenti sociali e ambientali che il progetto provocherà: caos, 
intasamenti stradali, rumore, aumento delle poveri sottili,  umiliazione 
del parco naturale. Come dire che lo specchietto per le allodole non 
funziona.
E' stato confortante ascoltare argomentazioni tanto mature, ma ne sono 
uscito con la convinzione che hanno il limite di essere troppo 
localistiche e che fuori dalla frazione di Migliarino non faranno 
proseliti. Se la questione si riduce ad un contenzioso fra potenze 
commerciali e il disagio subito dagli abitanti di Migliarino, la partita 
è già segnata. Le forze politiche si piegheranno all'interesse supremo 
delle multinazionali.
Eppure io sono convinto che esistano ragioni di natura universale per 
opporsi all'apertura di questo mostro commerciale. Prima fra tutte la 
salvaguardia del clima. Nei mesi appena trascorsi si sono susseguiti 
vari rapporti che pur essendo stilati da soggetti diversi - scienziati, 
governi, istituzioni internazionali -- contengono le stesse affermazioni: 
 1. il globo si sta surriscaldando con conseguenze drammatiche per 
clima, l'innalzamento dei mari, carestie alimentari; 2. il 
surriscaldamento è dovuto ad un accumulo di anidride carbonica 
proveniente dalla combustione di sostanze fossili, primo fra tutti il 
petrolio; 3. se vogliamo salvare il pianeta dobbiamo ridurre le 
emissioni di anidride carbonica del 60%.
Quando il medico ci espone con precisione diagnosi, cause e cura, di 
solito prendiamo provvedimenti immediati. In questo caso invece no. 
Riconosciamo la drammaticità del momento, ma solo nei telegiornali e 
nelle università, quasi si trattasse di un tema di carattere culturale. 
Poi quando torniamo alla concretezza dell'economia continuiamo con gli 
stessi atteggiamenti suicidi come se provassimo gusto ad assistere alla 
nostra agonia davanti allo specchio. Sappiamo che se vogliamo salvare il 
pianeta dovremo ridurre l'uso dell'automobile che contribuisce per il 
30% alla produzione di anidiride carbonica. Il che non significa solo 
potenziamento dei mezzi pubblici, ma anche riprogettazione delle città, 
creazione dei posti di lavoro in ambito locale,  consumo locale per 
ridurre gli spostamenti di persone e merci. Ma tanto per mantenerci 
allenati nella nostra schizofrenia progettiamo  altri centri commerciali 
che si basano sullo spostamento su grandi distanze di milioni di 
persone. Ikea è stata chiara: ha pensato a Migliarino perché c'è uno 
svincolo autostradale che richiamerà clienti da Spezia a Grosseto. Il 
suo progetto prevede un parcheggio con oltre 6.000 posti macchina. Due 
milioni di clienti l'anno che peggioreranno le sorti del clima e 
condanneranno a morte i loro figli perché sgasseranno in autostrada pur 
di comprarsi una sedia pieghevole a qualche euro di meno.
Nella stessa logica si colloca la natura multinazionale di Ikea. 
Un'impresa che sposta la produzione dove la produzione costa di meno, 
ossia dove è più alta la licenza di sfruttare e di violare l'ambiente, 
noncurante dei drammi sociali che lascia nei luoghi abbandonati e delle 
migliaia di tonnellate di petrolio che brucia per rifornire i propri 
ipermercati da un capo all'altro del mondo. E' inutile che le 
multinazionali ci mostrino dati costruiti ad arte per mostrare la loro 
sensibilità sociale e ambientale. Sono i fatti che parlano non i 
rapporti sociali stilati su carta patinata dagli addetti alle pubbliche 
relazioni. In Cina, dove Ikea produce il 18% dei propri prodotti a 
marchio, il salario minimo è poco più di un dollaro al giorno, la stessa 
cifra cha la Banca Mondiale considera come soglia della povertà 
assoluta. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro, che Ikea cita come 
un organismo col quale collabora, ha denunciato la drammaticità di un 
miliardo di persone eufemisticamente definiti working poors, poveri che 
lavorano, semplicemente perché guadagnano salari troppo bassi per vivere 
dignitosamente.
Se non vogliamo che il mondo intero faccia la fine dell'isola di Pasqua, 
è tempo di scelte coerenti e nell'attesa  di effettuare le rivoluzioni 
nel modo di produrre energia elettrica, nel modo di organizzare le 
città, l'abitare, la produzione, che lo stesso Chirac ha sollecitato, 
cominciamo a smettere di peggiorare le cose, dicendo un no secco a chi 
vuole perpetuare un modello che in nome del proprio profitto ci porta 
tutti nel baratro.
Francesco Gesualdi
Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Via della Barra 32
56019 Vecchiano (Pisa)
050-826354
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Migliarino: "Centro commerciale più grande del paese"
"L'urbanistica del mercato: il centro urbano diventa la periferia del 
centro commerciale", di Maurizio Bologni, da "la Repubblica", edizione 
di Firenze, 7 febbraio 2007
Nell?illustrazione degli uomini Ikea e dei costruttori di Unieco, il 
centro commerciale progettato a Migliarino è apparso ancora più 
gigantesco di quanto annunciato. Roba mai vista: quasi 400.000 metri 
quadrati di superficie (110.000 di Ikea e gli altri concessi in 
franchising al bricolage e allo sport), 57.000 metri quadrati al 
coperto, un parcheggio per 6.500 auto e 150 appartamenti per i 
dipendenti. Ma già il nome scelto per il colosso, «Parco commerciale di 
San Rossore» - che è sembrato scimmiottare in modo equivoco e poco 
opportuno il confinante parco vero, quello fatto di alberi, acqua e 
natura invece che di cemento e asfalto - non ha messo di buon umore i 
trecento abitanti del comune di Vecchiano, quasi tutti di Migliarino, 
che lunedì sera hanno assistito al consiglio comunale aperto durante il 
quale Valerio Di Bussolo per Ikea e Attilio Grazioli per Unieco hanno 
presentato il progetto. Poi, una trentina di interventi, praticamente 
tutti «pollice verso», se si esclude quello del «comitato sviluppo e 
futuro» sorto per dar manforte ad un?opera che dovrebbe portare 850 
posti di lavoro diretti più un centinaio nell?indotto. «Roba così in 
Toscana non si può fare» ha detto uno. «Ma guardate bene, tanto è grande 
l?opera quanto è piccolo Migliarino» ha protestato un altro indicando 
plastici e foto che palesano l?incredibile: il centro commerciale supera 
in dimensione il paese. «Così si decreta la fine del paese, così lo si 
uccide, Migliarino sarà periferia di Ikea».
Le preoccupazioni maggiori sono per l?impatto che provocherà il traffico 
e il conseguente inquinamento atmosferico. «Calcoliamo che ogni giorno 
raggiungerebbero il centro commerciale 20.000 auto, 30.000 nei giorni di 
punta, sono previsti solo aggiustamenti di viabilità, nessuna nuova 
strada, non un adeguato rafforzamento delle infrastrutture viarie» 
conferma il comitato di Migliarino per il parco. Ikea e Unieco - che 
prevedono per il colosso un bacino d?utenza di 1.200.000 persone, tutta 
la costa e l?interno fino a Montecatini - hanno progettato un raccordo 
diretto con lo svincolo autostradale e una bretella per aggirare 
Migliarino, ma irrisolto resta il nodo del collegamento con l?Aurelia. 
«Dicono che l?80% del traffico arriverà dall?autostrada, ma noi ne 
dubitiamo» sostiene il comitato. «Chi viene da Pisa e dal nord del 
capoluogo di provincia, chi viene da Massarosa, Torre del Lago, Cascina, 
continuerà a percorrere Aurelia e strade interne. E? un impatto 
insostenibile».
Mentre il centrodestra si è schierato contro l?insediamento, che tra 
l?altro potrebbe essere autorizzato solo da una modifica delle norme 
regionali sulla grande distribuzione, il sindaco diessino Rodolfo 
Pardini rimane possibilista ma ha tenuto a precisare che nulla è stato 
ancora deciso. Si va avanti con le assemblee di frazione: Filettole, 
Avane, Nodica, il capoluogo Vecchiano. Qualcuno, forse, spera di mettere 
in minoranza gli «irriducibili» di Migliarino con le sirene dello 
sviluppo e del lavoro.
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Il progetto Ikea di Migliarino
A proposito del devastante intervento (vedi l'articolo di Repubblica del 
7 febbraio) ci era giunta l'accurata analisi dal nostro corrispondente 
Riccardo Ciuti.
E' stato molto difficile entrare, ieri sera, nella scuola elementare di 
Vecchiano dove si teneva il consiglio comunale aperto dedicato alla 
presentazione del progetto del nuovo insediamento Ikea a Migliarino, 
segno evidente dell'enorme interesse che questo ha provocato nella 
cittadinanza.
In più di quattro ore, tra presentazione dei tecnici Ikea, interventi e 
domande del pubblico e relative risposte (anche da parte del Sindaco), e 
nonostante non sia stato consegnato alcun materiale a stampa, ma solo 
proiettate delle slides, finalmente il quadro è divenuto più chiaro:
- è improprio chiamare questo "insediamento Ikea" o negozio Ikea: si 
tratta infatti di una proposta di trasformazione urbanistica della quale 
Ikea è solo una componente minoritaria, impegnando meno di un terzo 
dell'area;
- Si tratta di una trasformazione di una dimensione enorme, 
raggiungendo, tra aree destinate agli insediamenti, parcheggi e 
viabilità, circa 400.000 mq, come dire 40 ettari o anche 4 chilometri 
quadrati, più della dimensione dell'intera frazione di Migliarino e va a 
saldare quest'ultima con l'uscita dall'autostrada A11;
- Assieme al negozio Ikea, di dimensioni analoghe a quello di Sesto 
Fiorentino, vengono proposti insediamenti commerciali non meglio 
identificati per una superficie di vendita tra 20 e 30.000 mq e 
addirittura insediamenti abitativi per 22.000 mq di superficie utile 
(dati raccolti dall'esposizione);
- Le modifiche alla viabilità sono tutte locali, anche se ingenti e sono 
finalizzate a consentire un accesso diretto all'area dal casello 
autostradale;
- Ikea sbandiera, con una certa efficacia, soprattutto nei confronti 
degli amministratori, la prospettiva occupazionale, ieri sera 
addirittura portata a 800 unità, a fronte di un numero medio di addetti, 
negli altri centri esistenti, di 350-400 unità tra part-time, tempo 
determinato e tempo indeterminato pieno.
A detta di Ikea il sito prescelto è "perfetto" (commercialmente, 
s'intende) in quanto corrispondente ad un nodo viario (svincolo tra 
autostrada tirrenica e Firenze-Mare) e di bassa qualità paesaggistica. 
Una sorta di relitto agricolo destinato, prima o poi ad essere 
urbanizzato. Anzi la localizzazione è così "perfetta" che non è 
possibile spostare l'insediamento anche solo di un km, come in pratica 
avverrebbe localizzando -- almeno il negozio Ikea -- nella zona 
artigianale-commerciale di via Traversagna, a nord dell'autostrada A11.
Il bacino di utenza prefigurato riguarda tutta la fascia costiera che va 
dalla Foce del Magra a Piombino, corrispondente a circa 1.500.000 
abitanti. Da questi dovrebbero venire circa l'80% dei clienti. Dunque, 
secondo i proponenti, il traffico indotto sarebbe sostanzialmente 
portato ad utilizzare l'autostrada.
Come è stato ampiamente sottolineato nel dibattito, la proposta appare:
- immotivata nella parte non-Ikea, laddove si propongono ulteriori 
superfici commerciali non previste dalla programmazione regionale, in 
quanto essa ritiene satura l'area pisana, Vecchiano compreso;
- generata da un movente meramente immobiliare, diretto alla 
valorizzazione economica dei terreni interessati, cosa che dà a tutta la 
proposta una insuperabile rigidità;
- in netto contrasto con le scelte del piano strutturale, il quale 
individua come vocazione generale del territorio la salvaguardia 
dell'identità storica e paesaggistica e la promozione di un turismo 
eco-compatibile;
- comunque diretta ad aggravare le condizioni critiche della 
circolazione in particolare sull'Aurelia, tenuto conto del traffico 
indotto non solo da Ikea, ma anche dall'altra offerta commerciale e 
conseguentemente a peggiorare la qualità ambientale, proprio a confine 
con il Parco Naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. Un 
indicatore in tal senso è dato dalla dimensione veramente enorme dei 
parcheggi previsti, pari a n.6.000 posti auto. Se consideriamo che il 
tempo di permanenza medio di un cliente è stimato in due ore, ed 
immaginando solo quattro ricambi al giorno, si raggiungono 24.000 
auto/giorno di presenza!
Occorre aggiungere che la proposta appare in netto contrasto con i 
contenuti del nuovo Piano di Indirizzo Territoriale che la Giunta 
Regionale ha recentemente approvato come proposta al Consiglio, per cui 
appare difficile ipotizzare che con la Conferenza dei Servizi, cui i 
proponenti di appellano, come strumento di possibile modifica di tutti 
gli strumenti di programmazione/pianificazione, si possa conseguire 
questo obiettivo.
In sostanza, Ikea sembra tirata dentro una operazione non sua: in nessun 
altro insediamento che conosco è presente l'integrazione con altre 
tipologie commerciali, peraltro non precisate, qui dichiarata 
essenziale. Il suo prestigio, di azienda sana, in forte crescita e 
dotata di certificazioni di qualità ambientale e sociale appare in 
questo caso strumentalizzato a fini diversi, che purtroppo hanno il 
solito vecchio nome: la speculazione immobiliare.
Detto questo, come è stato detto da gran parte dei cittadini e anche 
degli esponenti politici intervenuti, una sola appare la soluzione 
politicamente sostenibile: il trasferimento del solo negozio Ikea 
nell'area produttiva di via Traversagna, cui comunque occorrerebbe 
associare un adeguamento dell'Aurelia da Madonna dell'Acqua a Torre del 
Lago.
Ma se le analisi sulla genesi della proposta sono corrette, di questo 
esito è lecito dubitare.
Migliarino, 6 febbraio 2007