[Paesibaschiliberi] Askapena, solidarietà internazionalista …

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Autore: info
Data:  
To: prentsa2
Oggetto: [Paesibaschiliberi] Askapena, solidarietà internazionalista basca, saluti!
Saluti rivoluzionari a tutti/e gli/le amici/che italiani. Chi vi
scrive è Askapena, organizzazione della sinistra indipendentista basca
per la solidarietà internazionalista fra i popoli. Questo è il primo
bollettino ?Passo a Passo? che vi mandiamo, sperando di riuscire a
farlo per molto tempo ancora, giacchè conosciamo la speciale
solidarietà che molti di voi esprimono ad Euskal Herria, ed è da
tempo che vogliamo mantenere per lo meno questo piccolo canale di
comunicazione.
Il bollettino ?passo a passo? esce settimanalmente ed è composto da
due pagine sulla attualità sociale e politica in Euskal Herria: vi
preghiamo di distribuirlo anche voi o che ci passiate tutte quegli
indirizzi di coloro che ne possano essere interessati.

Se hai ricevuto questo messaggio e non vuoi continuare a ricevere
informazioni, puoi farcelo sapere a questo stesso indirizzo e scusaci
per il disturbo.

Potete visitare la nostra pagina web:

askapena.org

ci sono più informazioni in italiano, così come la Campagna di
solidarietà ?EUSKAL HERRIAREN LAGUNAK? (Amici dei Paesi Baschi)
affinchè firmiate l?appello di solidarietà.

Un abbraccio rivoluzionario.

Hamaika herri, borroka bakarra: ?Una moltitudine di popoli,una stessa lotta?.


Independentzia eta Sozialismorantz,
EUSKAL HERRIA, PASO A PASO
Servicio informativo de ASKAPENA, Nº 165




UNA GUERRA MOLTO DISCUSSA.
Il Governo della Spagna continua a lanciare ai quattro venti le
consegne che scelse come risposta all'attentato: il processo è rotto
per colpa di ETA; ora si impone una nuova strategia del patto
multipartitico per lottare contro il terrorismo.
Rispetto alla prima delle sue affermazioni, i dati che filtrano
smentiscono il governo spagnolo. Il giorno 25 di gennaio trapelò la
notizia che ETA, in tutte le riunioni che mantenne con rappresentanti
governativi, espose la stessa riserva: si non stavano realizzando gli
accordi assunti che resero possibile il cessate il fuoco. In ognuna di
queste riunioni, ETA presentò dossier dettagliati delle aggressioni
che subiva la sinistra basca: proibizioni, detenzioni,
incarceramenti?. Oggi si sa che il Governo si era impegnato a
legalizzare in realtà Batasuna benché mantenesse la Legge dei Partiti.
Tuttavia, la sua attuazione fu in senso inverso. Si viene a sapere
anche che lo stesso Governo spagnolo chiese al resto dei partiti che
posticipassero senza limite la costituzione del Tavolo dei Partiti per
così potere svuotare il processo di contenuto politico. C'è un altro
dato nuovo ed importante: anche gli organismi internazionali che
agirono come fiduciari hanno lasciato costanza dell'inadempimento
governativo. Reiteratamente chiesero al Governo spagnolo che
rispettasse gli accordi affinché il processo di conversazioni non
fallisse. Consideriamo di grande interesse questa attestazione per il
loro essere estranei alle parti contendenti.
Rispetto al secondo messaggio: unità dei democratici per isolare i
violenti e lotta senza quartiere contro questi, neanche qui la fa
facile il Governo del PSOE.

Questioni per la nuova strategia

La società stessa.

La società, soprattutto quella basca, è sempre più refrattaria a
questo tipo di messaggi. C'è una stanchezza rispetto al confronto
poiché il conflitto si prolunga indefinitamente. D'altra parte, un
nuovo patto de "i democratici contro i violenti" non suscita interesse
poiché si tratta in partenza di una strategia provata e che non ha
dato risultato. In reiterate occasioni si convocò la società affinché
partecipasse a crociate simili. Le fu detto che la società era
elemento chiave e che, se si mobilitava contro "i violenti", questi
sarebbero stati sconfitti. I fatti non hanno confermato tale prognosi.
Ogni volta sono di più i cittadini che restituiscono l'esigenza ai
politici: reclamano da essi che si dimentichino di ricette vecchie e
fallite; che facciano quello che devono fare per risolvere, una volta
per tutte il conflitto.

La sinistra basca

Dallo stesso giorno dell'attentato, la sinistra basca portò nella
società un messaggio di speranza: è possibile riassestare il programma
di conversazioni. Il dialogo è l'unica uscita possibile. Bisogna
voltare pagina e continuare ad avanzare lungo il percorso della
soluzione su alcune basi nuove: rispetto reciproco, riconoscimento e
responsabilità rispetto agli impegni acquisiti. Questa analisi e
proposta continua ad essere, a data di oggi, il messaggio chiave della
sinistra.

Il Governo Vascongado

Sta rimanendo evidente che il Presidente del Governo Vascongado
mantiene una strategia di attuazione molto differente da quella che ha
scelto il suo stesso partito. Questo rinforza i suoi vincoli col PSOE
per avanzare nel consolidamento di un patto antiterrorista. Il Governo
Basco, e soprattutto il suo Presidente, si ripetono a dire che non
deve escludersi nessuno e che bisogna parlare con tutti per cercare
congiuntamente una soluzione "Continuerò a parlare con tutti perché
non c'è un'altra strada."

Ahotsak, la voce delle donne.

Questo movimento sociale di donne a beneficio di una soluzione
dialogata ha dovuto subire una forte pressione da parte di alcuni
partiti dopo l'attentato di ETA. Era preteso alle compagne di
militanza che partecipano a detta piattaforma che si allontanassero
dalla sinistra se questa non condannava la violenza. Il movimento
sociale di donne ha dimostrato una grande maturità. In un tempo di
condanne generalizzate e di vendette contro la sinistra, Ahotsak si è
riaffermato nel suo principi costitutivi ed ha ratificato la sua
scommessa per il dialogo multilaterale come l'unica soluzione possibile.

Nuovi agenti sociali

Nel breve lasso di un mese sono apparsi nella scena basca due agenti
che meritano speciale attenzione e rispetto. Il primo di essi è la
popolazione emigrante. Hanno avuto sempre un peso importante in Euskal
Herria ma si sono trasformati in riferimento obbligatorio da quando le
due vittime dell'attentato di ETA sono state due emigranti
ecuadoriani. Anche la popolazione emigrante si è vista sottoposta ad
innumerevoli pressioni affinché si alleasse con la strategia del
potere o affinché lo boicottasse, come pretende la destra spagnola. La
popolazione emigrante di Euskal Herria ha deciso di costituirsi in
individuo attivo con entità propria e senza manipolazioni di nessuno.
Hanno conformato la piattaforma Anitzak (plurali) poiché sono molto
plurali le loro provenienze e sensibilità. Riconoscono l'esistenza di
un conflitto politico per il quale reclamano soluzioni politiche.
Senza tutoraggio, vogliono partecipare attivamente alla soluzione
dello stesso. D'altra parte, è appena apparsa in scena una nuova
iniziativa sociale: Milakabilaka, Cercando migliaia, della quale
informeremo con maggiori dettagli.

Voci internazionali

La socializzazione internazionale di quel "non processo" è stata alta.
È gratificante che siano molte le voci che, dall'ambito
internazionale, reclamano la ripresa dello stesso: Gruppo di Appoggio
di Parlamentari Europei, Adolfo Pérez Esquivel, i numerosi gruppi di
Amigas/os di Euskal Herria che stanno manifestando in distinte città
europee affinché si imponga la saggezza e si riprenda la via di
dialogo?.
Raccogliamo l'attestazione di vari esperti internazionali in
risoluzione di conflitti che visitano questi giorni Euskal Herria e
che stanno dando le loro opinioni: "L'attentato di ETA non implica la
rottura definitiva del dialogo né del processo", non possiamo
permettere che un solo incidente, come quello di Barajas, faccia
deragliare tutto un processo", "chi sostiene che il processo deve
fermarsi agisce in modo tanto controproducente quanto lo stesso
attentato", "l'attentato suppone una nuova opportunità per fortificare
il processo di pace e per permettere nuove negoziazioni", "processo e
cambiamento politico sono fattori completamente relazionati"

Euskal Herria, 7 Febbraio di 2007.

www.askapena.org
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