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Aihe: [Forumlucca] [Fwd: [paxchristi_news] PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di informazione del movimento _ Numero_1/2007_SPECIALE ACQUA]


-------- Messaggio Originale --------
Oggetto:     [paxchristi_news] PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di 
informazione del movimento _ Numero_1/2007_SPECIALE ACQUA
Data:     Tue, 6 Feb 2007 13:06:15 +0100
Da:     Pax Christi Italia <info@???>
A:     <paxchristi_news@???>




Pax Christi

**PAX CHRISTI NEWS _ periodico telematico di informazione del movimento
_ Numero_1/2007_SPECIALE ACQUA**

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*/ /*

*/Editoriale Mosaico di pace, gennaio 2007/*

* *

*2007 UN APPELLO A TUTTA LA SOCIETÀ CIVILE: UNIAMOCI SUL TEMA DELL’ACQUA*

*/Alex/**/ Zanotelli/**//*

/ /

/Pesa più un litro di acqua che un litro di petrolio/: così recita una
strana pubblicità sulla stampa italiana. Una strana pubblicità che
dimostra che le banche hanno ben capito che l’acqua rappresenta il
futuro. Uno dei grandi maghi della finanza americana invita tutti a
investire nell’acqua assicurando un profitto netto del 30% sui propri
investimenti.

Oggi l’acqua è il cuore di tutto. Dell’economia come della politica. Per
questo motivo cittadine e cittadini devono vigilare attentamente su
questo bene comune.

Mosaico di pace annuncia di aderire e di non tralasciare alcuno sforzo
per sostenere la campagna di raccolta delle firme per una legge di
iniziativa popolare dal titolo: *Principi per la tutela, il governo, la
gestione pubblica delle acque e disposizione della ripubblicizzazione
del servizio idrico. *Una legge fondamentale che costringerà il
Parlamento a dichiarare definitivamente l’acqua bene pubblico. La
raccolta di firme proseguirà per sei mesi, sino al 13 giugno.

Occorre mezzo milione di firme! Non mancate dunque, e non esitate a
diffondere la notizia

chiedendo informazioni ai locali comitati cittadini!

Perché proprio in questo momento la lotta per l’acqua? Perché senza
acqua non si può vivere,

senza petrolio sì: l’essere umano è vissuto per quarantamila anni senza
petrolio e tra

trenta-quarant’anni forse ne potremo fare a meno. Ma l’acqua non è una
risorsa inesauribile.

Solo il 3% di tutta l’acqua del mondo è potabile. Di questa percentuale,
il 2% dell’acqua

è racchiusa nei ghiacciai, quindi in serio pericolo di fronte al
surriscaldamento della

terra. Di questo stesso 3%, il 2,70% è usato per l’agricoltura
industriale governata dai

ricchi del mondo mentre 1 miliardo e 400 milioni di persone non hanno
accesso all’acqua.

Secondo l’ONU diverranno 3 miliardi in trent’anni.

Per accaparrarsi la percentuale residua corrono le multinazionali che
sanno bene che nei

prossimi anni l’effetto serra sarà devastante. Tutti gli scienziati
affermano che la temperatura

si innalzerà da un minimo di 2 gradi centigradi sino a un massimo di 6
gradi, mentre

è sufficiente l’1,5% in più per sciogliere le riserve idriche del
pianeta. Le prime 8

multinazionali sono europee e stanno premendo sul Parlamento europeo,
sulla Commissione

Europea perché l’acqua diventi merce. Faranno la stessa cosa nei
confronti del WTO

perché venga inclusa nella lista dei servizi.

/L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di
appropriarsene per farne/

/illecito// profitto. Pertanto si chiede che rimanga gestita
esclusivamente dai Comuni, che/

/hanno// da sempre il dovere di garantire la distribuzione per tutti al
costo più basso possibile/: così afferma in una bella lettera il vescovo
di Messina, che unisce la propria voce a

quella di mons. Nogaro, vescovo di Caserta e a tante cittadine e
cittadini ora in movimento

per difendere la nostra Santa Acqua.

Una lotta importante e necessaria che prosegue il percorso di democrazia
dal basso messo

in moto e che ha condotto il popolo della pace a vittorie e talvolta a
sconfitte. Anche

laddove governa il centrosinistra non è affatto scontato far passare
l’idea e le scelte conseguenti

dell’acqua come bene comune: la Regione Toscana ha venduto la propria acqua

all’azienda municipalizzata di Roma; in Emilia Romagna il 49% dell’acqua
è stato ceduto

a multinazionali e gestito dai privati. Dopo una lunga lotta, a Napoli
siamo riusciti a

far ritirare la delibera di 136 Comuni limitrofi in cui l’acqua ora è
nuovamente pubblica;

a Ragusa, gli studenti hanno fatto sì che il presidente della provincia
sospendesse la gara

d’appalto. Sono piccole vittorie locali, ma molto significative.
Ricordiamo con amarezza,

in questo contesto, le dimissioni di Riccardo Petrella, presidente
dell’Acquedotto Pugliese,

a cui va tutto il nostro affetto e la nostra stima, sperando in una
risoluzione della situazione

attuale. Quella dell’acqua, pertanto, è una questione cruciale che
riguarda tutti. Di

qui la proposta a tutte le associazioni, alle reti della cooperazione
internazionale, ai sindacati,

alle organizzazioni di base, alle chiese: pur conservando ciascuno la
propria agenda

ricca di impegni e di obiettivi preziosi, scelgano tutte il tema
dell’acqua come momento

comune di mobilitazione per questo 2007.

*http://www.mosaicodipace.it <http://www.mosaicodipace.it/> *

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*ACQUA PUBBLICA, CI METTO LA FIRMA*

**
<http://www.manitese.it/image_zoom.php?show=OGUyZmZjZmEwNDdjMDIzYWM2NzFkYTUwOTU5NjkyYmIuZ2lmP3dpZHRoPSIyODciIGhlaWdodD0iMjg3Ig==>

*Una Legge d’iniziativa popolare per ri-pubblicizzare l’acqua, bene
comune: inizia la raccolta firme per superare la Legge “Galli”. Per sei
mesi “banchetti” nelle piazze in tutta Italia. *

/Mani Tese// è membro del Comitato nazionale promotore; i gruppi di
Barletta, Bulciago, Cagliari, Castellammare, Firenze, Lucca, Malnate,
Mestre, Napoli, San Giuliano Milanese, Siena, Torino partecipano alle
attività dei Comitati Territoriali./

/In molte città i volontari sono disponibili ad incontrare gli studenti
dei vari ordini di scuola per realizzare percorsi didattici sul tema
"Acqua bene comune dell'umanità"./

Cinquantamila firme: tante ne servono per far arrivare in Parlamento una
proposta di Legge d’iniziativa popolare per la ri-pubblicizzazione
dell’acqua. Un obiettivo possibile per il movimento italiano per
“l’acqua pubblica”: 55 tra associazioni e organizzazioni nazionali, tra
cui Mani Tese, e oltre duecento comitati locali, che dal 13 gennaio per
sei mesi raccoglieranno firme in tutto il territorio nazionale, dietro
lo slogan “Acqua pubblica, ci metto la firma!”.

*L’acqua è un diritto, non una merce La* proposta di legge, che ha per
oggetto i “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica
delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio
idrico”, nasce al termine di un percorso di condivisione, avviato a
Cecina in occasione del meeting antirazzista organizzato dall’Arci
nell’estate del 2005 e proseguito col primo Forum dei movimenti italiani
per l’acqua, che si è tenuto a Roma nel marzo del 2006. Il lancio della
campagna è avvenuto a fine novembre a Roma, con una conferenza stampa a
cui hanno partecipato – tra le altre – Attac, il Comitato italiano per
un contratto mondiale sull’acqua, Mani Tese, Arci, Funzione
pubblica-Cgil, Abruzzo social forum, Cobas energia.

*Superare la “Galli”* “La proposta di legge di iniziativa popolare –
afferma Marco Bersani di Attac Italia – nasce dall’esigenza di costruire
un nuovo quadro normativo per affermare che l’acqua è un bene comune, il
cui accesso ed utilizzo è un diritto umano universale, che pertanto va
sottratto alle logiche del mercato e della concorrenza”. È da superare,
cioè, la Legge Galli, la legge che dagli anni Novanta regola la gestione
del servizio idrico integrato nel nostro Paese. Con il fine di ridurre
l’eccessiva frammentazione dei soggetti gestori, la Galli ha di fatto
aperto a investitori privati “il mercato” delle ex aziende
municipalizzate, i gestori pubblici che fino ad allora avevano garantito
a tutti i cittadini l’accesso all’acqua a prezzi contenuti.

Ad oggi, gli effetti negativi di questi processi, in termini di mancata
efficienza e aumento nel costo del servizio, sono sotto gli occhi dei
cittadini: ciò ha portato – negli anni – a numerose iniziative di
mobilitazione. Tra tanti c’è il caso di Aprilia, una cittadina in
provincia di Latina dove oltre tremila cittadini hanno deciso di non
pagare la bolletta dell’acqua. Il gestore privato (“Aqualatina”), a
fronte di mancati investimenti per il miglioramento del servizio, ha
alzato le tariffe di oltre il 100% e la gente ha fatto sentire la
propria voce, rispedendo le bollette al mittente.

*I predoni e il bene comune *Per comprendere lo spirito della proposta
di Legge, occorre tornare a vedere l’acqua come “bene comune”, un
diritto umano fondamentale e non una fonte di profitto. Padre Alex
Zanotelli, missionario comboniano e oggi attivo nei movimenti in lotta
contra la privatizzazione dell’acqua a Napoli e in Campania, ha così
riassunto questo pensiero: “Privatizzare l’acqua equivale a rubare,
poiché si ricava un profitto illecito da ciò che è un dono di natura”. E
di “ladri dell’acqua”, in Italia, ce ne sono tanti. Non solo tra le
imprese che imbottigliano e commercializzano l’acqua pagando tasse di
concessione irrisorie alle Regioni (l’italiano è il primo consumatore
mondiale di acque minerali, oltre 200 litri all’anno a testa): anche per
quanto riguarda la gestione degli acquedotti, viviamo una situazione di
contrazione dei soggetti gestori, come ha ricordato nel corso della
conferenza stampa Vincenzo Miliucci dei Cobas dell’energia.

L’Acea di Roma, l’Hera in Emilia Romagna, l’Asm di Brescia e l’Aem di
Milano, l’Amga di Genova sono ormai dei colossi, società per azioni
quotate in borsa che stanno – poco a poco – conquistando la gestione del
servizio idrico in tutti e 91 gli Ato (Ambiti territoriali ottimali) in
cui la “Galli” ha diviso il territorio nazionale. Sono aziende che, pur
mantenendo formalmente le caratteristiche di azienda “pubblica” (il 51%
delle azioni in mano ad un Comune o più Comuni), rispondono – di fatto –
all’esigenza di remunerare il capitale, e cioè di garantire profitti a
quei soggetti privati che hanno acquisito, per effetto di gare o in
Borsa valori, quote azionarie di minoranza.

*Oltre il “pubblico”* Il nodo, che la Legge d’iniziativa popolare
analizza e propone di superare, è l’affidamento della gestione del
servizio idrico a Società per azioni (S.p.A.). Un governo pubblico
dell’acqua sarà possibile solo quando i soggetti gestori torneranno ad
essere enti di diritto pubblico (e una S.p.A., anche quando il 100%
delle azioni è in mano ai Comuni, sarà sempre un ente di diritto
privato). È sotto gli occhi di tutti l’esempio di Torino: la Smat è una
società al 100% pubblica che si comporta però da “privato”, andando a
concorrere per ottenere la gestione del servizio idrico della città di
Palermo.

*Lo Stato obbligato Una* vera rivoluzione è necessaria per superare
l’idea che i cittadini debbano farsi carico – in bolletta – di reperire
i fondi necessari agli investimenti indispensabili per garantire un
livello adeguato del servizio. La Legge d’iniziativa popolare propone
che questi vengano coperti con la fiscalità generale. Provocatoriamente:
non siamo forse chiamati a pagare, con le nostre tasse, anche l’Esercito
e le sue missioni all’estero, siano esse di guerra – Iraq, Afghanistan –
o di “pace” (Libano)? Destinando al servizio idrico anche solo il 5%
della spesa militare prevista nella Finanziaria 2005 (o 2006, 0 2007),
il Governo ricaverebbero i fondi necessari a finanziare le opere di
manutenzione e ammodernamento di cui necessita la rete idrica italiana.
Ed è proprio questo che propone la legge, obbligando lo Stato nei
confronti dei cittadini, al di là delle belle parole del programma
dell’Unione (dov’è scritto che: “L'acqua è un bene comune, la cui
proprietà e gestione deve rimanere in mano pubblica”). Anche i fondi
raccolti nella lotta all’evasione fiscale potrebbero essere destinati
allo stesso scopo. E ognuno si vedrebbe garantiti 50 litri d’acqua al
giorno, anche coloro – gli indigenti – che non sono in grado di pagare.

*Educazione e democrazia* Oltre gli obiettivi specifici, la proposta di
Legge si propone come un momento di sensibilizzazione: la raccolta firme
(tutti gli eventi e le iniziative sono segnalate sul sito
www.acquabenecomune.org) servirà ad organizzare momenti di educazione
della popolazione, per creare una nuova cultura dell’acqua e della
partecipazione del cittadino alla gestione delle cosa pubblica. La
proposta di Legge è anche – nelle parole di Tommaso Fattori, del Tavolo
toscano acqua – “una legge contro la privatizzazione della democrazia”:
nasce per valorizzare uno strumento legislativo sotto utilizzato e
consentirà, allo stesso tempo, di portare il tema dell’acqua nel Paese,
tra la gente, nelle piazze, nei centri sociali, nelle parrocchie, e
ovunque si possano realizzare eventi e banchetti di raccolta firme.

/[di// Luca Martinelli,tratto dal mensile Manitese, gennaio 2007]/

/ /

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* *

*L’accesso all’acqua e le proposte dei Movimenti al Forum Sociale di
Nairobi*

/A cura di Paolo Rizzi – Comitato italiano per il Contratto Mondiale
sull’acqua /

*Nairobi 23 gennaio 2006 . “*Cinquanta scellini” per mezzo litro di
acqua minerale questo e il prezzo che devono pagare per la loro sete i
frequentatori del forum sociale mondiale di Nairobi nell'area dello
stadio Kasarani Moi.**

Quei pochi abitanti degli slums che sono riusciti a raggiungere il
Forum, sono gia abituati a pagare di più l'acqua, rispetto ai loro
concittadini ricchi e proprio padre */Alex/**/ Zanotelli/*, che
interviene al primo seminario organizzato dal Comitato Italiano per il
Contratto Mondiale sull'acqua denuncia questo scandalo, che finanzia le
multinazionali private e produce tonnellate di rifiuti.

Trovo anche le bottigliette da 25 cl che tanto avevamo combattuto con
una campagna perché non venissero autorizzate per legge in Italia, come
obbligo per i ristoratori del Forum.

Ricordo che al Forum Sociale Mondiale che si è tenuto a Mumbai in India
si era organizzato un servizio di rifornimento di acqua purificata per “
i delicati stomaci western occidentali” al prezzo di 5 rupie, se
riempivi la bottiglia che avevi svuotato, e 10 rupie se ne pretendevi
una nuova. Inoltre tutti i servizi igienici erano occasione per
segnalare ai fruitori con manifesti ben visibili che /"sanitation"/ e
accesso all'acqua per tutti sono ancora diritti da conquistare.
Anche il catering a Mumbai era “etico” e pur in assenza di bicchieri e
piatti in materbi, delle bellissime stoviglie in legno e piatti fatti
con le foglie di banana pressate erano a disposizione di tutti e per il
“caffè” le tazzine erano di coccio.

Qui a Nairobi sfortunatamente e tutta “plastica“. Fanno eccezione le
tende fuori dal “gate 19” dello stadio che sono gestite da africani ed
offrono dell'ottimo cibo a solo 300 scellini, in piatti di metallo che
poi vengono lavati in una catena di bacinelle con poca acqua fino alla
pulizia finale.
Siamo in pochi a raggiungere questi ristoratori mentre lunghe code si
vedono al Gate 1 di fronte all'ingresso dove c'e un tradizionale
ristorante-bar. I ristoratori africani da buoni commercianti ci offrono
un pasto gratis ogni 5 commensali che riusciamo a portare da loro.
I primi attivisti della costituenda African Water Network to fight
porivatization (AWN) provengono da Uganda, Lesotho, Ghana, Kenia,
Tanzania, Sierra leone, Sud Africa, Tunisia, Mali, Togo, Burkina Faso,
Nigeria, Egitto.

Ci ritroviamo con loro al Kenia Institute of Education insieme ad altri
militanti di Filippine, Colombia, Paraguay, Brasile, India, USA, Canada,
Olanda, Francia, Germania, Italia, per dare forma a strategie ed agenda
al Movimento africano per l'acqua ed a tutto il World Social Forum.
Ci siamo incontrati già il 20 gennaio ed ora a questo secondo incontro
che si svolge il 22, convocato dopo cena. Arriviamo stanchi ma contenti
dopo i due seminari consecutivi, partecipati da 400 persone di cui la
meta italiani, che come Comitati abbiamo tenuto nel pomeriggio nella
tenda Mobita Keita. Dopo le prime tre ore, aperte dal Emilio Molinari, i
preziosi volontari interpreti erano distrutti e quindi le consecutive
tre ore sono state animate, e tradotte dal settantenne istrione Riccardo
Petrella che, vi assicuro, non prende droghe ma molti carboidrati per
soddisfare un sempre buon appetito.

In seguito interviene anche la viceministra Patrizia Sentinelli ed ha
dichiarato che il governo italiano deve fare pressione sull'ONU affinché
” l'acqua” venga considerata come un problema di SICUREZZA perché causa
di guerre e conflitti.

L'animatrice della rete AWN e invece Virginia Secsheta del Sud Africa
che libera le energia dei partecipanti con gridi rituali liberatori che
animavano il movimento di lotta contro l'Aparthaid in Sud Africa. “
*/Power to the people”/*

Gridate anche voi lettori, per 3 volte, prima di continuare queste
righe, la parola *AMANDLA AMANDLA*, AMANDLA (potere) e poi altre tre
volte WATER PIVATIZATION DOWN , WATER PIVATIZATION. DOWN, WATER
PIVATIZATION DOWN e vi sentirete meglio, come allo stadio prima di una
partita di rugby, perché è proprio di una sfida che si tratta, di una
gara (non d'appalto) di una corsa contro il tempo che vede alla partenza
questa rete che speriamo diventi forte come quella Latino-Americana che
ha insegnato a tutti come lottare contro le multinazionali.

Ed ecco che un militante del movimento africano per l'acqua della
*/Nigeria/* chiede liberta di organizzazione e di espressione per tutti
ma con una agenda comune e, due suoi conterranei delle Trade Unions*/
/*dichiarano che anche sindacati sono parte dei consumatori e quindi
pregano di poter essere accettati nella rete ma, pragamaticamente
chiedono: note tecniche e pratica del consenso. Dal Ghana arriva la
richiesta che il primo consenso sia sulla “non negoziaziabilità” con le
partnership private. Un indiano ricorda la forza di una buona
informazione per sostituire all'agenda degli stati quella dei popoli.

La coltivazione dei fiori in */Kenia/*, da parte degli olandesi, ricorda
Olivier del International Observatory, che con il Transnational
Institute di Amsterdam ha il merito di avere convocato questi incontri
con la rete africana, sta prosciugando i laghi del Kenia; questa è una
denuncia che va segnalata a Bruxelles al Parlamento europeo. I delegati
keniani replicano che bisogna fare una rete e creare un ombrello
africano per tutti i paesi per modificare le leggi che consentano questi
sfruttamenti , saccheggi dell'acqua incontrollati, Dal */Sud Africa/*
ritorna l'urgenza di non dimenticare la "/sanitation//",/ senza la quale
continueranno ad aumentare i circa 6 milioni di morti legati all'acqua,
di cui due milioni per diarrea a causa di scarsità di igiene, sappiamo
che il solo lavarsi le mani dopo essere stati alla toilet ridurrebbe del
30% questi terrificanti dati. Il *Lesotho* chiede solidarietà e sostegno
alle lotte contro le grandi dighe e */Sekou/**/ Diarra del Mali,
/*ricorda che e stata cacciata la multinazionale francese SAUR perché
non e stata capace di rispettare gli impegni nel contratto, ma che ora
il timido tentativo di gestione pubblica e vanificato dalla pressione
della corporation di Aga Kan. Gli */Ugandesi/**/ /*ricordano che la
privatizzazione e vecchia storia del mercato e che il diritto all'acqua
e la nuova storia della politica.

Io propongo che*/ l'appuntamento di Bruxelles del 18-20 marzo 2007/* sia
partecipato da questa nuova rete insieme agli eletti locali, ai
sindacati, alle ONG e alla società civile che farà l'assemblea mondale
per l'acqua al parlamento europeo.

Ricordo che poi nel 2008 in occasione del 60 anniversario della
dichiarazione dei diritti umani, finalmente si deve dichiarare il
diritto all'acqua per tutti pari a 50 litri al giorno.

Nell'agenda comune deve essere anche inserita la delegittimazione del
Consiglio Mondiale dell'acqua che organizzerà il prossimo forum mondiale
istituzionale a Istanbul nel marzo2009. Questo consiglio, sostenuto
dalle imprese multinazionali, non rappresenta le Nazioni Unite, come
viene fatto credere, e va sostituito con un nuovo consiglio che inglobi
le istanze denunciate dai forum alternativi mondiali.

Domani 24 gennaio ci ritroveremo al padiglione 12 dello stadio alle ore
11,30 per una ultima fase di lavori e per produrre un documento utile a
far conoscere a tutto il forum sociale mondiale gli impegni di questa
nuova rete per la difesa e il diritto all'acqua.

//

/fonte//: /*http://www.contrattoacqua.it*/ /

/ /

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