[NuovoLab] La base di Vicenza e i rapporti Usa-Italia

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La base di Vicenza e i rapporti Usa-Italia

Il leone divide così il bottino:
a me tutto a te niente

di Lidia Menapace

è, ed è naturale che ci sia, sconforto rabbioso a Vicenza, Pordenone, Padova, Reggio, Milano e da molte parti dove si prepara la manifestazione del 17 febbraio. Oggi al Senato ci accingiamo a votare contro una mozione della destra
che approva la seconda base, e a favore di un ordine del giorno dell’Unione che impegna il governo a riferire su quali iniziative intende prendere per soddisfare le richieste della popolazione vicentina. Essendo appena
tornata da una missione della commissione difesa a Vicenza, ho ben chiaro che ci troviamo di fronte a un bivio di grande
importanza. Sono convinta che i tentativi di una parte del comitato vicentino comprensibili e generosi - di portare avanti, insieme al no netto alla base, anche alcune richieste di natura urbanistica agli americani (per alleviare il danno alla città) siano tentativi che possono avere un effetto negativo.
Perché qualsiasi contropartita chiederemo agli americani ci verrà concessa.
base a Vicenza è cruciale per loro, non perché conterrà armi micidiali o chissà che altro, ma perché Vicenza è la testa di una militare, il comando su Camp Darby, Aviano,
Ghedi, Cameri e probabilmente Sigonella.
Dunque dobbiamo ragionare sul piano complessivo della servitù militare italiana nei confronti degli Stati Uniti d’America, non solo sul massacro di una città d’arte,
sebbene questo massacro sia un sacrificio
insopportabile.
Abbiamo anche appreso che Vicenza starebbe negli accordi segreti firmati dai presidenti del consiglio volta per volta. Servitù militari e segreto militare: è contro queste due eredità che dobbiamo concentrare nostri sforzi politici dentro l’Unione. Poniamo
agli alleati dell’Unione la seguente domanda:
è possibile avviare forme di trattativa con gli Usa che non ripetano il modello del famoso patto leonino di antica memoria?
Mi riferisco a quando il leone chiede agli animali della foresta di dividere il bottino, e alla prima occasione comincia a «Primo pezzo tocca a me perché son dei boschi
il re: il secondo chi lo nega al capo
lega?», e via via si prende tutto. Il segretario
del Prc Franco Giordano, ha detto che carattere
pacifista della politica estera del governo
si è appannato. E’ proprio vero. Allora
ciò che dobbiamo fare a mio avviso è chiaro:
insistere col governo, nel rispetto programma, per una moratoria su Vicenza dove sembra abbiano già cominciato scavare i canali per le fibre ottiche della base)
e per la convocazione immediata conferenza sulle servitù militari, sul segreto
militare e di stato, e sulla condizione nostra pericolante sovranità. Il ministro
Santagata ha detto ieri alla Camera che conferenza sulle servitù militari non niente a che fare con la seconda base Vicenza.
Non posso credere che ci creda.
Siamo in un passaggio molto delicato, l’Europa
è un po’ in crisi ma qualche passettino avanti ogni tanto lo fa; India e Cina avanzano
tumultuosamente e in modo niente affatto rassicurante; il Medio Oriente è sempre in preda alle convulsioni.
Fermiamoci. Questo chiederei al governo.
Non sono solo i vicentini a chiederlo, è l’intero
paese. Lo dimostreremo in piazza Vicenza, il 17 febbraio.


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