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10 ANNI DI ATTESA E GLI AUTORECUPERI SI MOBILITANO SOTTO L?ASSESSORATO
AI LAVORI PUBBLICI DI D?ALESSANDRO
Era il 1997 quando, dopo anni di occupazione e lotta per il diritto
alla casa, l?autorecupero dello stabile di via Isidoro del Lungo (una
scuola da anni abbandonata) viene finalmente deliberato dal Comune di
Roma.
Quella che doveva essere la soluzione per risolvere il problema di
emergenza abitativa delle famiglie di occupanti diventa una storia
infinita di ritardi, burocrazia e disinteresse da parte delle
amministrazioni comunali.
L?autorecupero è una formula innovativa che il Lazio ha regolamentato
con la legge regionale n°55/1998 e che permette di recuperare
patrimonio immobiliare abbandonato attraverso la collaborazione sia
finanziaria che progettuale tra l?istituzione pubblica e le
cooperative formate dagli stessi abitanti. ?Abbiamo investito anni di
energie e sogni per progettare una casa in bioedilizia e senza impatto
ambientale, ma il disinteresse dell?Assessorato ai Lavori Pubblici
produce continui ritardi nell?avanzamento dei lavori? e ormai sono
dieci anni che aspettiamo nei contenitori per l?emergenza abitativa?
dichiarano gli autorecuperanti di via Isidoro del Lungo ?e oggi
abbiamo deciso di presidiare l?assessorato di D?Alessandro fino a che
non riceveremo un incontro e risposte concrete?.
Come Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa abbiamo fortemente
voluto questo dispositivo legislativo che permette di risolvere
numerose situazioni di emergenza abitativa senza produrre nuova
cementificazione, eliminando il degrado dell?abbandono dai territori
che abitiamo e costruendo edilizia residenziale pubblica pulita ed
ecocompatibile, molto diversa dai quartieri ghetto che troppo spesso
sono stati costruiti in questa città. Le amministrazioni però sembrano
essere più interessate ai grandi progetti privati che scaricano
milioni di metri cubi di cemento piuttosto che a mantenere gli impegni
presi e garantire il diritto alla casa a chi da anni lotta per una
casa e una città migliore.
Vogliamo con forza rilanciare la prospettiva dell?autorecupero come
alternativa alla svendita del patrimonio pubblico immobiliare, alla
cementificazione selvaggia, alla speculazione privata.
Gli autorecuperanti non possono aspettare dieci anni per veder
realizzati i loro sogni e loro diritti.
Ogni ritardo produce la necessità di nuovi rifinanziamenti chi paga
per questa mala amministrazione?