PACS: ARCIGAY, BETORI (CEI) SU OMOSESSUALI COME DOTTOR MENGELE
Istinti
razzisti e omofobi della gerarchia reazionaria cattolica italiana
martedì 30 gennaio 2007 , di AGI
Roma, 30 gen. - "Monsignor
Betori da' voce ai peggiori istinti razzisti e omofobi della gerarchia
reazionaria
cattolica italiana.
Le verita' antropologiche a cui fa
riferimento, quando parla delle unioni omosessuali, sono le
stesse su
cui poggiavano le determinazioni ideologiche del
nazionalsocialismo.
Il tristemente famoso dottor Mengele
sperimentava proprio sugli
omosessuali le sue torture per
provare appunto, come ci ricorda
Betori, 'la perdita di ogni
rilevanza alla mascolinita' e alla
femminilita' della persona
umana'". Allarmata la replica del
segretario nazionale di
Arcigay, Aurelio Mancuso, alle parole usate
oggi dal segretario
generale della Cei contro le unioni omosessuali.
"Chiediamo
alle istituzioni repubblicane, innanzi tutto al presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano - continua Mancuso - di
respingere
questo ulteriore indegno attacco alla integrita' e
alla dignita' delle
persone omosessuali. "Con le dichiarazioni
odierne di Giuseppe Betori,
la Cei ha oltrepassato il segno:
qui non si tratta piu' di una
discussione di merito su una
proposta di legge, ma della continua
volonta' di discriminare e
offendere milioni di cittadini italiani.
Per fortuna l'Italia,
a differenza del Vaticano, e' uno stato
democratico nato dalla
Resistenza, che ha sconfitto il nazifascismo,
orrore della
storia a cui sembra che una parte della gerarchia
cattolica
voglia riferirsi, rispolverando le idee nefaste della
purezza
della razza, del patologismo omosessuale, della difesa dei
normali contro i diversi. Queste teorie hanno massacrato
milioni di
ebrei, di omosessuali e di persone appartenenti a
varie minoranze. "In
Italia c'e' bisogno di una legge sulle
unioni civili che tuteli le
persone e renda la societa' piu'
giusta; allo stesso tempo e'
necessario che si approvino
urgentemente norme che condannino ogni
tipo di discriminazione
per ragioni di razza, di orientamento sessuale
e di identita'
di genere. "Il 10 marzo a Roma chiederemo a tutti i
laici
d'Italia, credenti e non, di opporsi a questa nuova crociata
contro i diritti e le liberta' delle persone". (AGI)
I GAY? A SCUOLA PARLANO SOLO SE C’è PURE UN PRETE»
La preside del
«Curie» di Grugliasco (To) blocca l’assemblea sull’omosessualità
lunedì 29 gennaio 2007 , di L'Unità
«LA NOSTRA scuola non si può
schierare a favore degli omosessuali. Volete fare un’assemblea d’
istituto sul tema sessualità e omossessualità? Bene, trovate un
medico
cattolico o un prete. Altrimenti se c’è solo l’Arcigay salta tutto».
Giulia, rappresentante degli studenti del liceo Marie Curie di
Grugliasco (Torino), ha provato ad insistere: «Ma non c’è solo l’
Arcigay locale, abbiamo invitato anche due esperti del consultorio dell’
Asl 5...». Niente da fare. La preside, Maria Teresa Miserere, è stata
irremovibile: «Contraddittorio, ecco cosa ci vuole, qualcuno che la
pensi diversamente dall’Arcigay...». A Giulia non è rimasto che tornare
in classe. «Ero viola per la rabbia - racconta adesso -. «Ci vuole un
medico? Mica l’omosessualità è una malattia...». La ragazza si è
confidata con l'insegnante della seconda ora e si è confrontata anche
con l’altro rappresentante d’istituto. Che si è messo subito alla
ricerca affannosa di un prete.
Tutto saltato per ora. Perchè l’
assemblea d’istituto era organizzata così: questa mattina alle 9 la
proiezione del film del regista turco Ferzan Ozpetek Le fate ignoranti,
poi il dibattito su omosessualità e sessualità, «non per prendere
posizione pro o contro i gay - sottolinea Giulia - ma per una presa di
coscienza di una realtà che non si può ignorare. Tant’è che l’argomento
della discussione era stato sollecitato da un collettivo».
Antonio
Soggia, presidente del comitato provinciale di Arcigay aveva accettato
l’invito, per spiegare agli studenti che l'omosessualità è una
«condizione naturale» dell’esperienza umana al pari dell’
eterosessualità. Che può essere vissuta «serenamente se non colpita dal
pregiudizio e dalla discriminazione». Ma la preside del liceo ha negato
tutto questo. Cosa succederà adesso? «Speriamo che l’assemblea sia solo
rimandata. Magari per giovedì... », dicono gli studenti.
Sdegno e
condanna per l’accaduto esprimono Claudio Ferrentino e Andrea Pacella
della Sinistra giovanile di Torino. Entrambi saranno oggi sotto la
scuola, per un volantinaggio al fianco dell’Arcigay. Che ha scritto
alle studentesse e agli studenti del liceo di Grugliasco, esponendo «la
gravità» dei fatti accaduti: «La preside propone il coinvolgimento di
un medico cattolico e di un prete, forse per dar voce a chi sostiene
che l’omosessualità è una malattia, una perversione da arginare. Noi -
sottolinea Antonio Soggia - non possiamo accettare di sedere allo
stesso tavolo di coloro che negano la nostra dignità di esseri umani,
che non ci riconoscono il ruolo di interlocutori di pari livello».
Si
spera che la preside Miserere riveda la sua posizione e permetta un
confronto con i ragazzi. «Venerdì - conclude Soggia - l’ho cercata al
telefono per cinque volte. Si è fatta negare».