[Lecce-sf] Fw: Da Vicenza all'Afghanistan

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Autore: Rosario Gallipoli
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To: forumlecce
Oggetto: [Lecce-sf] Fw: Da Vicenza all'Afghanistan
Per chi è interessato: ricordo che per la conferenza sono state raccolte centinaia di firme a Lecce e provincia: Ricordate la campagna per la concessione dei visti nel precedente governo Berlusca, e la negazione di far venire in Italia, perfino il simbolo dei torturati di Abu Graib?
Tra qualche giorno lanceremo, anche a Lecce, la campagna di finanziamento per questa conferenza.
Ricordo, inoltre che questa conferenza è l'unica, reale, autorganizzata e che rappresenta realmente le varie componenti le resistenze alla guerra imperialista in medio oriente.
E' un occasione davvero importante per conoscere la realta della lotta di resistenza, raccontata dai diretti protagonisti.
La richiesta di D'Alema su di una conferenza internazionale, è solo farsa politica filoimperialista.
Rosario.

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IRAQ LIBERO - COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO



Bollettino del 24 gennaio 2007

http://www.iraqiresistance.info

iraq.libero@???













1. DA VICENZA ALL'AFGHANISTAN

2. RISPOSTA A LIDIA MENAPACE - LETTERA (NON PUBBLICATA A LIBERAZIONE)

3. CHIANCIANO, 24 E 25 MARZO 2007, CONFERENZA INTERNAZIONALE "Con la Resistenza, per una pace giusta in Medio Oriente"

4. LE ADESIONI DALL'ITALIA E DALL'ESTERO

5. SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA

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DA VICENZA ALL'AFGHANISTAN



Su alcune cose non si scherza. Una di queste cose sono le basi militari Usa. Esse non sono soggette alla politica (non diciamo alla "democrazia", per carità!), non sono soggette alla sovranità nazionale e neppure ad un voto parlamentare.

Non ce n'è bisogno, si dice. Interessante, e di cosa si occupa allora la politica? A sentire l'insulso fraseggio del presidente del consiglio la politica si occupa al massimo di urbanistica. Tema nobile, beninteso, ma in primo luogo le basi militari ci parlano della pace e della guerra; dei rapporti di dominio e sfruttamento nel mondo, di bombe, sangue, stragi, lutti.

Per l'urbanista di Bologna tutto questo non esiste. Neppure il supponente eloquio del suo predecessore era mai arrivato a tanto.

L'annuncio di Prodi, il sì alla pretesa imperialista Usa, è stato dunque tanto servile quanto indecente.

Questo atto ha fatto giustizia delle fesserie sul nuovo ruolo internazionale dell'Italia, sul passaggio dall'unipolarismo al multipolarismo, eccetera. L'Italia è la stessa di sempre: cerca qualche misero vantaggio in briciole di apparente autonomia, ma sempre sotto il dominio americano. Contrariamente a quel che si è voluto far credere le truppe italiane sono in Libano non in virtù di questa pretesa autonomia ma proprio su mandato di Washington. In quanto alla fine dell'unipolarismo non ci pare di vedere altre potenze con un sistema di basi all'estero, mentre il sistema Usa continua ad estendersi ed a potenziarsi come appunto Vicenza insegna.

Il confronto con il Patto di Varsavia è finito da quasi vent'anni. Di quelle basi nemiche non v'è più traccia, eppure il ceto politico ed i mezzi di informazione quasi all'unisono ci dicono che la scelta di Vicenza è indiscutibile dato che discende dalle "nostre alleanze".

Alleanze eterne allora? Basi eterne dunque? Contro quale nemico, visto che quello che le aveva inizialmente "giustificate" or non c'è più?

Domande banali, semplici, troppo più semplici dei problemi urbanistici che assillano il presidente del consiglio. Domande che non avranno mai risposta dal ceto politico di destra, centro, sinistra. E neppure da quello che si pretenderebbe di "sinistra radicale", troppo impegnato a far quadrare il cerchio della propria partecipazione a questo nauseabondo governo con l'enfasi sulla sua natura di cambiamento, di sinistra, di pace, di redistribuzione della ricchezza: tutti attributi smentiti giorno dopo giorno dalle concrete scelte governative.

Questi falsi alternativi fingono di strillare su Vicenza, tanto su questo non ci sarà un voto parlamentare. Sul voto che invece incombe - il rifinanziamento della spedizione in Afghanistan (ma anche in Libano, eccetera) - stanno invece trattando non nel merito, ci mancherebbe!, che è anch'esso per definizione "indiscutibile", ma sulla forma letteraria che dovrà assumere questo imbroglio prossimo venturo.

Questa volta la formuletta magica che hanno imparato a memoria è che tra Vicenza (e la questione delle basi) ed Afghanistan (e la questione delle spedizioni militari in genere) "non c'è legame".

Sarà mai possibile superare una simile ipocrisia? A Vicenza gli americani preparano la guerra sul territorio italiano, in Afghanistan la guerra la fanno anche con il concorso italiano, ma per i dirigenti del Prc "non c'è legame"....

Ogni commento ci sembra superfluo, ma quel che è certo è che mentre la lotta continua su entrambi questi fronti, gli imbroglioni del pacifismo "senza sè e senza ma" che siedono in parlamento, sempre pronti a disarmare (senza sé e senza ma, appunto) gli oppressi e le resistenze, voteranno ancora una volta uomini in armi e soldi per uccidere continuando a partecipare alla guerra infinita di Washington.

Quando si dice la coerenza.....



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Risposta a Lidia Menapace

LETTERA (NON PUBBLICATA) A LIBERAZIONE



Al direttore di Liberazione



Su Liberazione di sabato 20 è comparso nell'editoriale un articolo a firma di Lidia Menapace contenente gravi accuse personali contro Piero Bernocchi e una descrizione molto tendenziosa della manifestazione convocata davanti a Montecitorio contro l'ampliamento della base Nato di Vicenza.

Essendo tra i promotori dell'iniziativa sotto Montecitorio, ci sentiamo direttamente attaccati per la rappresentazione offerta dalla Menapace nel suo articolo.

Esprimiamo innanzitutto la nostra totale solidarietà al compagno Bernocchi, accusato dalla Menapace di "squallido parassitismo politico" e di "far finta di essere il capo della resistenza vicentina", la cui lunga e cristallina militanza parla da sola.

In verità in quanto a parassitismo la senatrice dovrebbe interrogare la propria vicenda personale visto che, nonostante sia stata votata proprio per le istanze di pacifismo da lei rivendicate, ha avuto il coraggio di votare a favore della missione militare in Afganistan, l'occupazione militare sotto l'egida ONU del Libano e a favore di una finanziaria che destina una fetta consistente di denaro pubblico pari a 21 miliardi di euro alle spese militari (incrementando quelle già decise dal precedente governo Berlusconi). I parassiti come si sa possono svolgere anche un ruolo utile nella relativa simbiosi che realizzano con l'animale di cui approfittano. Ci sembra che nel caso del rapporto tra la Menapace ed il movimento pacifista non si possa dire nemmeno questo.

Ciò che la senatrice in questi pochi mesi è stata capace di fare in nome del pacifismo è, per una coerente pacifista di provenienza cattolica, eticamente esecrabile. Ma siamo in Italia e può capitare che impunemente il bue chiami cornuto l'asino senza arrossire e provare vergogna delle proprie affermazioni.



Dobbiamo inoltre precisare, ad onor del vero, che la manifestazione sotto il Parlamento che tanto ha fatto infuriare la senatrice, non è stata convocata dai soli Cobas e dal solo compagno Bernocchi, ma da un coordinamento di forze politiche e sociali che a partire dalla manifestazione del 30 settembre in modo più o meno omogeneo si è mosso sul piano politico contro la guerra globale e permanente.

Non è cosa da poco che alla manifestazione da noi convocata con tempi strettissimi si sia aggiunta la nutrita delegazione dei cittadini di Vicenza che in questi giorni hanno manifestato contro la base Nato.

Nessuno di noi, quindi, può essere minimamente accusato di aver tentato di strumentalizzare la lotta del movimento vicentino, al contrario invece di chi nel recentissimo passato ha utilizzato i movimenti per farsi eleggere in Parlamento in loro nome, per poi dimenticare in fretta le tante promesse fatte e votare le missioni di guerra volute dal precedente quanto dall'attuale governo.

Siamo profondamente convinti che solo la lotta dei vicentini (come quella degli abitanti della Val Susa, di Scansano, di Melfi ecc.) potrà determinare un ripensamento del governo di centro-sinistra del quale il partito della senatrice Menapace fa parte. Dichiarando la nostra adesione alla manifestazione del 17 a Vicenza, avvisiamo fin da ora che noi continueremo oltre quella data e non ci arrenderemo finché la battaglia non sarà vinta, che piaccia o non piaccia al governo di centro-sinistra e nel corso della lotta, continueremo a verificare, il voto della senatrice Menapace e della sinistra "radicale" sulle missioni di guerra del suo partito e del suo governo.

E qui veniamo forse alla vera ragione del velenoso articolo della Menapace ed ai motivi per cui esso è diventato un editoriale di Liberazione (quindi non solo un'opinione "autorevole").

L'esistenza di tendenze politiche che non intendono demordere dall'opposizione intransigente al militarismo ed alla politica neocoloniale portata avanti dall'attuale governo rappresenta la cattiva coscienza di personaggi come la Menapace ma anche della dirigenza di Rifondazione Comunista che di tale governo fanno pienamente parte. Ecco allora perché in questi mesi si è fatto tutto il possibile per depotenziare e far fallire qualsiasi mobilitazione contro il sostanziale continuismo in politica estera tra l'attuale governo e quello precedente; perchè si sono fatte mancare tutte le risorse ed il personale che negli anni scorsi sostenevano il movimento contro la guerra, perché si è cercato di stendere un cordone sanitario ed un velo di oblio verso qualsiasi iniziativa antimilitarista, e quando tutto ciò non era ancora sufficiente poiché non lo si può proprio ignorare, si passa alla pura e semplice denigrazione servendosi di parassiti disponibili, magari autorevoli e con un passato da pacifista doc per essere più credibili.

Per quanto ci riguarda la nostra decisione l'abbiamo presa con coerenza da tempo e le nostre azioni politiche future saranno finalizzate alla costruzione del più ampio movimento possibile contro tutte le missioni di guerra , siano esse di destra o di "sinistra", mentre il realismo parassitario della senatrice Menapace la porterà nel più puro stile trasformistico ad ingoiare ulteriori rospi in nome di un pacifismo da neolingua orwelliana .



Marco D'Ubaldo - Cobas, Sergio Cararo - Rete dei Comunisti, Marco Piracci - Partito comunista dei Lavoratori, Gerrmano Monti - Forum Palestina, Maria Grazia Ardizzone - Campo antimperialista, Leonardo Mazzei - Comitati Iraq-Libero, Roberto Taddeo - Red Link, Andrea Furlan - Utopia Rossa



21 gennaio 2007



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FINALMENTE LA CONFERENZA

Con la Resistenza, per una pace giusta in Medio Oriente



Chianciano Terme (SI)

Sabato 24 e domenica 25 marzo 2007

Conferenza internazionale



Il 24 e 25 marzo saranno a Chianciano diversi esponenti iracheni, palestinesi, libanesi e di altre realtà mediorientali. Sarà così possibile dare finalmente voce anche in Italia alle ragioni, ai programmi, agli obiettivi delle forze che resistono alle aggressioni imperialiste.

E' la prima volta che una conferenza di questo tipo si svolge in Europa.

Essa sarà dunque un'occasione per rafforzare la solidarietà del movimento contro la guerra con i popoli che la guerra la subiscono da anni. Ma sarà anche un'occasione per conoscere la situazione in Iraq, Palestina e Libano attraverso la voce e l'esperienza di chi resiste, contro l'intossicazione della disinformazione imperante.

Comunicheremo al più presto il programma ufficiale della Conferenza e le modalità di prenotazione per parteciparvi.




CONTRO L'OCCUPAZIONE, PER LA RESISTENZA

UNA PACE GIUSTA IN IRAQ, LIBANO E PALESTINA



Chianciano Terme (SI) 24-25 marzo 2007

Conferenza Internazionale



Come in un ritorno al passato coloniale, le cartine del Medio Oriente sono sempre più segnate dai colori delle truppe di occupazione. Truppe di vari paesi, con o senza mandato Onu, ma sempre rispondenti ad un unico disegno: quello del cosiddetto "Nuovo Medio Oriente" progettato da Washington in stretta alleanza con Israele.

Diversi sono stati i pretesti per giustificare l'invasione dell'Iraq, per portare avanti il massacro del popolo palestinese, per aggredire il Libano. Ma tutte queste azioni hanno in comune la volontà di dominare l'intera regione, di depredarla delle sue ricchezze, di impedirne ogni sviluppo autonomo, di soggiogare i popoli negandogli ogni diritto, di affermare quella occidentale come l'unica civiltà degna di esistere alla quale uniformarsi con le buone o le cattive.



L'interminabile scia di sangue lasciata dalle guerre americane e israeliane, l'uso sistematico della tortura sui prigionieri, i bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile, l'uso di armi di distruzione di massa (come dimostrato a Falluja), ci annunciano un futuro di guerra e di oppressione che nessun essere umano può accettare.

Fortunatamente, a questa prospettiva si sono opposti importanti movimenti di resistenza che hanno frenato l'offensiva imperialista, l'hanno costretta ad impantanarsi (come in Iraq), hanno reagito politicamente con forza (come nella Palestina assediata), hanno respinto con successo le aggressioni militari (come in Libano).



E' grazie a questi movimenti di resistenza se oggi c'è ancora una speranza di fermare la macchina da "guerra di civiltà", messa in moto dagli USA con il concorso - a vari livelli - di Israele e degli alleati della Nato.

Ma la propaganda occidentale, che chiama la guerra pace, definisce ogni resistente "terrorista", così come quella nazista chiamava i partigiani "banditen".

E' grave ed intollerabile che alle forze di liberazione continui ad essere negata la legittimazione politica internazionale che gli spetta.

Già nel 2005 il governo italiano impedì lo svolgimento della Conferenza Internazionale, prevista a Chianciano, negando i visti agli esponenti iracheni, compreso Haj Ali, il prigioniero simbolo dei torturati di Abu Ghraib.



Ma solo il dialogo ed il confronto possono sconfiggere la logica della "guerra di civiltà". Ogni prospettiva di pace giusta deve dunque fondarsi sul confronto, sull'ascolto e sul riconoscimento delle ragioni della resistenza. Questo richiede l'affermazione del diritto democratico alla libera espressione che finora è stato negato in nome della "guerra al terrorismo".

E' giunto il momento di lottare per il pieno riconoscimento politico della Resistenza irachena come di quella libanese. E' giunto il momento di dare più forza al sostegno alla causa palestinese, per la fine dell'occupazione sionista, per la sconfitta del colonialismo israeliano che è l'alleato più sicuro ed aggressivo (oltre che dotato di un enorme arsenale atomico, nella complice indifferenza di un Occidente che continua ad usare due pesi e due misure) nella "guerra infinita" che gli Stati Uniti combattono in Medio Oriente



Noi sottoscritti, anche sulla base del rinnovato interesse espresso da diversi settori delle Resistenze irachena, libanese e palestinese, riconvochiamo dunque la conferenza internazionale, che si terrà il 24 e 25 marzo 2007 a Chianciano Terme, in Italia.

La Conferenza ha lo scopo di rilanciare il movimento contro la guerra, affermare un'idea di pace fondata sull'autodeterminazione ed i diritti dei popoli, rivendicare il ritiro immediato di tutte le truppe di occupazione, sostenere politicamente chi si batte per liberare il proprio paese dagli occupanti.



Sostegno e riconoscimento politico della Resistenza!



Fine dell'embargo affamatorio e pieno riconoscimento del governo palestinese!



Per l'unità di tutte le forze che si battono contro l'occupazione e per un Iraq libero ed unito!



Via tutte le truppe straniere dal Libano!



Contro l'egemonia statunitense ed israeliana in Medio Oriente, per la vittoria del popolo arabo!



Uniamo le voci del Movimento e della Resistenza nella lotta di liberazione dalla guerra e dall'oppressione imperialista!



FIRMATARI APPELLO - ITALIA



Comitati Iraq Libero

Laboratorio Marxista, zona apuo-versiliese

Utopia Rossa

Soccorso Popolare, Padova

Campo Antimperialista Italia

L.u.p.o. (Lotta di Unità Proletaria), Osimo (AN)

Circolo Iskra, Viareggio

Carc

Legittima Difesa

Collettivo Iqbal Masih, Lecce

Cspal (Comitato di Solidarietà con i Popoli dell'America Latina)

Rivista Eretica

Terra e Liberazione, Sicilia

Utopia Concreta, Brescia

Primomaggio (Foglio di collegamento tra lavoratori precari e disoccupati della zona apuo-versiliese)

Movimento costitutivo Partito Comunista dei lavoratori, comitato prov.le Lecce

Centro Culturale Italo-Arabo, Torino

Asp, Associazione Solidarietà Proletaria

Associazione I Maggio, Veneto

Cpu (Collettivo Politico Universitario - Scienze Politiche, Milano)

Gruppo promotore per un Coordinamento Antimperialista Antifascista dell'Alto Vicentino

Centro Culturale e di Documentazione Bertolt Brecht, Schio (VI)

Rivista Comunità e Resistenza



ADESIONI INTERNAZIONALI



Free Iraq Committee Germany

Free Iraq Committee Norway

Free Iraq Committee Malmö, Sweden                              


Iraqi Communist Party (al Kader)

Dr. Hisham Bustani, Anti-Normalization Movement, Jordan

Democratic Patriot Communist Current Iraq

Anti-imperialist Camp

Hungarian Left Front

Iraqi Patriotic Alliance

Free Thought Association Özgür-Der Turkey

Arab Palestine Club Vienna, Austria

Resistant Arab People's Alliance

RAD-ATTAC, Tunisia

Communist Youth Union (KSM), Czech Republic

Communist Initiative (KI), Austria

KKE-ml, Greece

Klaus von Raussendorff, Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V., Germany

Klaus Hartmann, Bundesvorsitzender des Deutschen Freidenker-Verbandes, Germany

Human Dignity and Rights HDR, Duisburg, Germany

Initiativ e.V. Duisburg, Germany

Left Radicals of Afghanistan

Popular Front for the Liberation of Palestine (PFLP)

Wilfred Dcosta, general secretary, Indian social action forum (INSAF)

Attac Mazowsze, Poland

Tunisian institute of the international relations, Paris

Loyalty to Man and Earth movement, Lebanon / Palestine

Irish Unity Committee, Huston, Texas, USA

Redaktion www.kommunisten-online.de

DKP (German Communist Party) Hoyerswerda/Sachsen

Daily Paper Arbejderen, Denmark

Communist Youth Austria (KJÖ)

Solidarity Commitee with Palestine Graz, Austria

Communist Workers-Peasant Party, Pakistan

Fatma Salah Uthman (spokeswoman) Makhmour Organization for Human Rights and Social Questions, Baghdad/Iraq

Communist Party of Iraq - People's Union

Loyalty to Men and Earth, Lebanon

Irish Political Status Committee (IPSC), London

People United Bangladesh

Communist Party of Peru /ML

Benjamin Merhav, Melbourne, Australia

Communist Workers Peasants Party Pakistan

Hana Al Bayaty - member of the BRussells Tribunal Executive Committee France/Iraq

Harsh Thakor, Mumbai, India

Albayaty Abdul Ilah, Iraq/France

Antiwar Network Egypt

Farman Ali, Islamabad Pakistan

Antiglobalist Resistance, Moscow

John Catalinotto - International Action Centre, Usa



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SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA

PER LA CONFERENZA INTERNAZIONALE



L'assemblea nazionale di domenica scorsa ha lanciato una SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA per affrontare le spese della conferenza internazionale.

La portata politica di questo evento è certo chiara a tutti. Altrettanto evidente è l'impegno organizzativo e finanziario che ne deriva.

La conferenza è completamente autofinanziata.



Facciamo dunque appello a tutti i sostenitori della causa della Resistenza, ed a tutti coloro che si riconoscono negli obiettivi della Conferenza, per una sottoscrizione immediata.

I versamenti vanno effettuati sul ccp n° 57286221 intestato a Leonardo Mazzei, mettendo nella causale CONFERENZA.