Re: [Cm-milano] Re: piste pirata?

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Autore: schizo-mobile
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To: critical mass milano - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/ ::: la rivoluzione non sara' motorizzata !!!
Oggetto: Re: [Cm-milano] Re: piste pirata?
invel <invel05@???> writes:

> ps
> ieri in massa nevischiosa: una pedalata strapaesana di
> 12 amici che si telefonano e si incontrano sottocasa
> concordano il percorso coi vigili che ci bloccano gli incroci...
> si rintanano nel baretto...
> non vivono davanti al pc non leggono la lista...


niente di male in
un gruppo di amici che desidera divertirsi,
pero', secondo me, quello che mantiene alto il livello di
partecipazione emotiva della massa (non del gruppo di conoscenti)
e quindi proietta verso un possibile prolifico futuro
e' anche un lavoro di cesellatura sulla propria esperienza diretta.
sempre a parer mio, questa contrapposizione che s'e' instaturata tra i
veri ciclisti e' quelli della lista e' indice della prospettiva
limitata dell'attuale esperienza massiccia.
non dico che non sia bella e formativa per chi vi partecipa,
piuttosto intendo che
dovrebbe essere fondamentale la fusione,
tra il vissuto e il suo racconto
almeno se si desidera che la propria azione ciclica abbia un impatto
nell'immaginario collettivo
(non solo quello generale ma anche della massa).
in un messaggio precedente ho scritto
> la lista... e' aperta a tutti, per comunicare, dibattere, proporre

ma mi sono dimenticato un aspetto fondamentale,
quello del racconto.
anche io ho sempre vissuto in maniera schizofrenica quella differenza
cosi' evidente tra la pedalata della notte
e l'incontrarmi nei giorni successivi della settimana
sulle liste a giocare con i nostri desideri, le nostre fantasie, i
nostri deliri romanzati in differita nei nostri racconti
che ci siam sempre regalati... sino al giove successivo.
dove ritrovarsi con la testa piena di deliri sulla nostra citta'
inventata... e immancabilmente constatare la diversita' tra l'essere
li, tra amici, a far rotolare le nostre ruote sballate
nell'esperienza diretta
e le nostre esistenze parallele di agitatori culturali
nell'esperienza mediata, da noi, in completa autonomia dal resto dei
media grazie ai nostri mezzi di comunicazione ma con l'apertura alla
massa cioe' a chiunque fosse a noi sconosciuto
per contagiare, emozionare... creare immaginario, appunto.

ecco, questo rifiuto di raccontarsi di chi e' fresc d'emozioni
attraverso i nostri strumenti
e' una grossa menomazione e, in fondo,
esprime un relativo fallimento
dovuto principalmente ad incomprensioni, scazzi e gruppismi identitari.

questo ripiegamento nell'identita' di gruppo
e' sempre stato favorito dall'esperienza diretta,
ma, sempre secondo me,
ha sempre trovato un antidoto
nell'esperienza mediata dove le possibilita' di disidentificazione
sono estremamente maggiori.

per andare in giro con un paio di amici in bicicletta
non c'e' bisogno di concordare un percorso coi vigili,
tanto meno della massa critica,
mentre se si desidera contribuire al suo fermento
non e' sufficente incontrarsi tra amici...
bisogna anche raccontarsi mediaticamente alla massa.


in girum imus nocte
et consumimur igni