[NuovoLab] Molotov e G8: La polizia non convince i giudici: …

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Aihe: [NuovoLab] Molotov e G8: La polizia non convince i giudici: "Forse fatte sparire dagli imputati"
lavoro repubblica

La questura non trova più le bottiglie della Diaz: il processo andrà avanti lo stesso e cinque anni dopo scatta una nuova inchiesta
G8, il boomerang delle molotov
La polizia non convince i giudici: "Forse fatte sparire dagli imputati"
IL PROCESSO per il blitz alla Diaz va avanti. Con o senza molotov. Ma la questione rimane imbarazzante. Se nessuno, neppure il questore Salvatore Presenti, sostiene di poter dire con certezza che fine abbiano fatto gli ordigni, il pm Enrico Zucca attacca: «Alcuni imputati potrebbero essere responsabili di questa sparizione». E annuncia una nuova inchiesta. I primi ad essere interrogati saranno quei dirigenti - poi promossi, ora in servizio presso altre questure - che a diverso titolo gestirono i reperti, e che oggi sono sotto processo nel capoluogo ligure. In questo clima, cade comunque nel nulla la richiesta della difesa di mandare la partita a monte, in assenza della prova-regina. Dopo una lunga camera di consiglio, Gabrio Barone ha deciso che la presenza oggettiva delle bottiglie non è affatto fondamentale.


Distrutte per errore", la tesi della polizia non convince. A cinque anni dal G8 scatta una nuova inchiesta
Molotov, scintille e veleni
I giudici: "Potrebbero averle fatte sparire gli imputati"

Il questore in aula: le bottiglie potrebbero essere finite per sbaglio tra il "materiale esplodente" da smaltire. Ma nessuno ne è certo
MASSIMO CALANDRI


IL PROCESSO per il sanguinario blitz alla scuola Diaz va avanti. Con o senza molotov. La questura di Genova non trova più le due bottiglie incendiarie, prova-regina dei falsi perpetrati dalle forze dell´ordine durante il G8. Dopo una settimana di infruttuose ricerche negli uffici della polizia, un ispettore del nucleo artificieri «presume» che siano state distrutte per errore. Ma nessuno, neppure il questore Salvatore Presenti, può dire con certezza che fine abbiano fatto gli ordigni. E allora? Secondo il giudice Gabrio Barone, ai fini del procedimento la questione «non ha alcun rilievo»: si può tranquillamente continuare a processare i 29 imputati, tra agenti e funzionari.
Per il momento a rimetterci è solo l´immagine della Polizia di Stato. C´era da custodire quel corpo del reato che rappresentava la pagina più nera di questa storia dolorosa, era doveroso riacquistare dignità con un comportamento esemplare: e invece le molotov sono sparite. Ma non è solo una questione di vergogna, perché su diversi funzionari si allungano anche nuove ombre nere: «Alcuni imputati potrebbero essere responsabili di questa sparizione», ha accusato ieri il pm Enrico Zucca. Verrà aperta un´altra inchiesta, i primi ad essere interrogati saranno quei dirigenti - poi promossi, ora in servizio presso altre questure - che a diverso titolo gestirono i reperti, e che oggi sono sotto processo nel capoluogo ligure.
Gli imbarazzanti precedenti - le bugie, i "non ricordo" ed i falsi smascherati - spingono inevitabilmente verso un´altra, inquietante riflessione: la questura ha spiegato che delle molotov si sono in pratica perse le tracce nell´agosto del 2001, e cioè quando ancora si riteneva che le bottiglie facessero parte dell´arsenale» sequestrato ai 93 no-global della Diaz. Solo un anno più tardi la Procura avrebbe scoperto che le bottiglie erano in realtà la più clamorosa delle prove fasulle: ma nel frattempo erano misteriosamente scomparse dagli uffici delle stesse persone che sarebbero poi finite sul banco degli imputati.
Ieri in udienza la Procura ha preso atto della relazione con cui il questore Presenti ha ricostruito la parabola delle due bottiglie incendiarie, trovate alla Diaz e poi prese in carico da Marcellino Melis, ispettore degli artificieri, quindi esaminate da Damiano cavalera, capo della polizia scientifica. Nel settembre del 2001, su ordine del procuratore Francesco Lalla, allo stadio Carlini viene distrutto del "materiale esplodente". Forte della relazione di Melis, il questore suppone che le molotov possano essere state «erroneamente inserite» tra quel materiale. Ma non ne è certo, l´unica cosa certa è che le bottiglie non si trovano più. Niente corpo del reato, niente processo: gli avvocati difensori addirittura eccepivano che in questo procedimento mancava un decreto di sequestro delle molotov, e che quindi era il caso di ripartire da zero. Dopo una lunga camera di consiglio, Gabrio Barone ha deciso che la presenza oggettiva delle bottiglie non è affatto fondamentale: si può procedere comunque, intanto la questura andrà avanti nella ricerca e riferirà direttamente a lui. C´è tutto il tempo per scoprire che fine hanno fatto le molotov, e chi è responsabile della loro scomparsa.
Bolzaneto, archiviazione a metà. Il gip Lucia Vignale ha archiviato la posizione del magistrato Alfonso Sabella, che durante il G8 di Genova era responsabile del Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria e aveva il controllo della gestione della caserma di Bolzaneto. Secondo la Vignale non è dimostrato che Sabella sia stato consapevole di condotte vessatorie compiute nella caserma. Nella sua ordinanza, tuttavia, afferma che «Sabella non adempì con la dovuta scrupolosa diligenza al proprio dovere di controllo, non impedendo il verificarsi di eventi che


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