[Forumumbri] Mobilitazione per vicenza-dal molin

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Szerző: francoppoli
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Tárgy: [Forumumbri] Mobilitazione per vicenza-dal molin



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   From:    omissis
   To:    omissis
   Sent:    Wednesday, January 24, 2007 6:19 PM
   Subject: Fw: andamento della    mobilitazione per vicenza-dal molin - 3a relazione di 3





   Vicenza 23 gennaio 2007  assemblea sotto il    tendone del presidio Dal Molin



   Grossa assemblea al capannone del Presidio Dal    Molin a Vicenza ieri sera 23 gennaio 2007. 200-300 persone stipate dentro il    capannone. Nella prevalenza gente dei dintorni famiglie, vicentini dellà città    ma anche di paesi contermini. Eppoi i primi arrivi di altri comitati come    quelli di San Pietro di Rosà i quali vedono clonato in grande il loro    capannone. La discussione guidata si è incentrata sull'accoglienza da    riservare a una delegazione del Parlamento guidata dal presidente di    Commissione De Gregorio, molto noto per essere sensisbile al miglior    offerente. Alla fine l'assemblea decide per una mobilitazione di massa per    giovedì nel primo pomeriggio in coincidenza con l'arrivo della commissione, se    tale commissione vorrà incontrarsi coi cittadini e non andare solo a lustrare    le scarpe degli americani ben venga il confronto. Ma si dubita che a De    Gregorio interessino i quattro straccioni della popolazione di Vicenza, così    come al
 console americano così per lui i veri valori sono quelli dei vari    Zonin della banca Popolare Vicentina etc etc.E qui sta tutto    l'arcano. 


   QUINDI TUTTI QUELLI CHE POSSONO GIOVEDì 25 SI    RECHINO AL PRESIDIO DAL MOLIN ALLE ORE 14



   Nell'assemblea uno di Rifondazione dice che    Lidia Menapace verrà invece al presidio. Questa venuta della deputata Menapace    apre anche uno spiraglio di discussione sui 120 deputati che a Roma stanno    riuniti a discutere cosa fare contro la decisione di Prodi e del governo. Sono    stati invitati anche alcuni "popolani" dei quali però si è persa traccia. E'    un pò esilarante una riunione contro la base che vede presenti ministri    sottosegretari di un governo che ha deciso la base stessa. E sono loro ad    avere la parola sui giornali. C'è chi sbandiera ancora l'idea del referendum,    chi di una mozione di sentimenti. Nessuno minaccia di opporsi veramente.    Qualcuno agita lo scambio Vicenza Afghanistan, come al solito, come al tempo    dell'Iraq.Tutti poi pretendono di condizionare l'andamento della    manifestazione nazionale del 17 febbraio che deve essere civilissima e non    turbare i loro sederi ben appoggiati alle varie poltrone e    poltroncine.


   Questa tragicomica farsa politica  pesa    molto sull'andamento della lotta. Si intravvede tutta una azione delle forze    politiche per recuperare anche a fini elettorali il malfatto. Per cui i    deputati locali dichiarano di opporsi e intanto passa il tutto e si spera in    un premio elettorale futuro. Le stesse forze che hanno condotto la fase    morbida dell'Osservatorio sulle servitù militari che si incentrava    nell'illusione che i governanti amici e compagni bloccassero la base,    soprattutto le componenti "riformiste" e sindacali adesso devono rientrare in    forze e domare la protesta popolare che non ha ancora un livello di    organizzazione autodeterminantesi come quello della Valsusa, per intendersi.    Son ben riconoscibili perfino dentro l'assemblea del presidio tracce di    vecchie soggettività dal percorso sensibilmente diverso da quello della    Valsusa. Del tutto azzardato ad esempio mi pare il giudizio riportato da Il    Manifesto di oggi 24 gennaio
 del disobbediente veneziano Tommasino Cacciari il    quale eguaglia la mobilitazione di Venezia No Mose a quella della Valsusa e    propone lo stesso paradigma per Vicenza. Se a Vicenza succederà quel che è    successo a Venezia siamo fritti! Ha più ragione suo zio il sindaco di Venezia    e margheritino Massimo Cacciari che dichiara a radio sherwood che si è aperto    un nuovo cantiere del laboratorio veneto.Ma chi condurrà questo    cantiere?Evidentemente anche lui vuol essere della partita e lo sarà. Vicenza    ha un carattere generale, riepilogativo consultivo e di apertura di fase o di    sconfittà definitiva di un ipotesi democratica e popolare di    trasformazione.


   Tutta la partita dunque sta qua. Il Veneto può    diventare una più grande Valsusa, ma occorre avere il coraggio di andare al di    là dei vecchi percorsi dello scontro virtuale. Bisogna andare ad uno scontro    vero di massa! Una battaglia lunga e vera.L'unica forza che può fermare il    ricatto americano ( CHISSA' COME HANNO RICATTATO PRODI E D'ALEMA GLI    AMERICANI) è una grande mobilitazione popolare, una vera e propria resistenza.    Ma per darsi ha bisogno di costruire la sua rete, il suo blocco. HA BISOGNO    CHE IL PRESIDIO SI ALLARGHI, SI RADICHI, DIA VOCE ALLE COMUNITA' TERRITORIALI    RESISTENTI E SI PONGA DEGLI OBIETTIVI DI MOBILITAZIONE COSTANTI CON ALLA FINE    UN GRANDE CAMPO INTERNAZIONALE CHE VADA AD OPPORSI MATERIALMENTE ALLA    COSTRUZIONE DELLA BASE. E BISOGNA CHE LA DIREZIONE DIA VERAMENTE DEMOCRATICA,    ALLARGATA, APERTA AGLI STRATI POPOLARI. Molto più di qualche sceneggiata e    della partecipazione alle varie cordate e ai vari progetti. -    


   LA GIGANTESCA BASE DEI COMMANDOS AMERICANI A    VICENZA, (NON A CASO  VICENZA SEDE DELLA GENDARMERIA EUROPEA ), NON SERVE    TANTO AD ANDARE NEL MEDIO ORIENTE, - anche questo certo-QUANTO A DOMINARE    L'EUROPA  SUDORIENTALE. COME CAMP EDERLE    HA CORRISPOSTO AL DOMINIO DEMOCRISTIANODELLA SECONDA META' DEL SECOLO SCORRSO    QUESTA NUOVA BASE VUOLE CORRISPONDERE AL DOMINIO imperialista SULL'EUROPA    CENTROORIENTALEMERIDIONALE. E' inutile che Diamanti si lamenti adessod della    base. Anche i suoi tanto decantati artefici del Nord Est ( guardi a Zonin per    esempio) i distruttori della Jugoslavia i conquistatori della Romania etc    hanno bisogno dei reparti speciali che piombino nel cielo  e la nuova    guerra a bassa intensità, le nuove rose dei venti hanno bisogno di nuovi    covi.Purtroppo queste semplici coordinate  non sono ancora ben chiare a    livello di massa. Sarebbe necessario un passo avanti a Vicenza. Bisogna    riprendere la riflessione collettiva che
 rimetta assieme tanti anni di lotte e    tanti anni di esperienze.La nuova base di Vicenza è un problema di tutti    quelli che hanno combattutto a Vicenza nel Veneto, in Italia e    fuori l'imperialismo e le sue guerre esterne ed interne, di alta , media    o bassa intensità. Tutte le linee, le tattiche sono adesso al crivello di    Vicenza. 
   Fermiamo davvero la nuova base di guerra e di    sterminio dei popoli e del territorio.


Fausto


fuori del tendone




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