[Forumlucca] I: Vicenza:lettera pacifista a Prodi

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Szerző: tommaso.panigada
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Tárgy: [Forumlucca] I: Vicenza:lettera pacifista a Prodi

-----Messaggio originale-----
Da: movimenti [mailto:movimenti@rifondazione.it]
Inviato: giovedì 25 gennaio 2007 11.24
A: tommaso.panigada@???
Oggetto: Vicenza:lettera pacifista a Prodi


Partito della Rifondazione Comunista
<http://www.rifondazione.it/index.html?nid=1> www.rifondazione.it
Partito della Rifondazione Comunista
Direzione Nazionale - 06 441821
Viale del Policlinico, 131 - 00161 Roma


_____


Presidente del Consiglio Prodi, le scrivo per comunicarle che ho deciso
di partecipare a quella che don Albino Bizzotto e don Luigi Ciotti,
hanno chiamato “insurrezione pacifista” contro l’ampliamento della base
di Vicenza. Non si preoccupi e non si preoccupino esponenti del governo
e dell’opposizione, che in questi giorni hanno provato a dipingere i
comitati “no dal molin” come violenti, perché la nostra insurrezione è
radicale e non violenta. Lei, ha sicuramente potuto sapere che in questi
giorni le manifestazioni di dissenso in una città tranquilla come
Vicenza, sono state partecipate da migliaia di persone e che vi prendono
parte dalla borghesia cittadina ai cattolici, alla sinistra radicale.
Una lotta di comunità, una comunità che respinge l’imposizione
dall’alto, e l’alto è molto alto trattandosi del presidente del consigli
e deg li Usa. Nel nostro Paese è già successo, sono molte le comunità
che non hanno accettato imposizioni e se le imposizioni arrivano da Lei
che ha voluto le primarie come scelta di partecipazione, capirà che che
una intera città è ferita nella dignità di persona e di cittadino. La
democrazia è un fatto di sostanza, non di forma. Infatti, Lei sa, che
anche se fosse un fatto urbanistico ci sarebbe bisogno della
partecipazione per decidere come si abita una città, ma è evidente che
non è solo un fatto urbanistico l’ampliamento di una base militare! Mi
permetto di evitare di ricordare cosa abbiamo scritto sul programma
dell’Unione sulle servitù militari (conferenza nazionale) e sulle grandi
scelte infrastrutturali che ricadono su un territorio (ricorda la
consultazione delle comunità locali per ponte sullo stretto e la Val di
Susa?). Il programma non è una zavorra ma una rel azione aperta con il
popolo dell’Unione e il tentativo di rompere la separatezza delle
istituzioni dalla vita reale delle persone. L’Unione ha vinto le
elezioni a partire da una domanda di partecipazione. Presidente, le
vorrei ricordare che la Bulgaria, sarà per il passato di quel Paese, ma
influisce negativamente sui presidenti del consiglio, permea di una dose
di decisionismo che non fa bene alla democrazia, sicuramente ricorderà
che l’ex presidente del consiglio decise di ritorno da quel paese di
cacciare Biagi dalla televisione pubblica. Insomma, Vicenza non è un
caso di localismo, di difesa del proprio cortile, ma la metafora di una
idea del rapporto tra politica e persone, che abitano un luogo. Ho
incontrato i comitati e Le vorrei dire che le donne, che qualcuno
vorrebbe ridurre a angeli del focolare, parlano di futuro, di
generazioni prossime, di casa, lavoro, di dignità, della bellezza di una
città patrimonio dell& rsquo;Unesco. Quale antiamericanismo? Se gli Usa
volessero trasferire a Vicenza una parte delle opere del Museum of
modern art di New York i vicentini sarebbero ben felici di ospitarle,
l’antiamericanismo è una ricetta troppo abusata per essere credibile.
Penso che l’antiamericanismo, nel senso di essere contro la popolazione
degli Usa, sia degli stati maggiori che decidono guerre e costruzione di
basi. Presidente Prodi, ho deciso di sostituire il compagno e deputato
Gino Sperandio nello sciopero della fame. Compio questa scelta per la
prima volta, per prender parte all’”insurrezione pacifista”, per un
sentire comune di lotta con la comunità vicentina, perché prima del 17
febbraio, giorno della manifestazione nazionale, possa poter
interrompere lo sciopero perché finalmente si è affermato un diritto
democratico: quello di decidere della propria vita e della terra del
cielo e dll’aria. Il referendum è una soluzione ma forse tornare
indietro sulla scelta sarebbe un atto di democrazia di cui abbiamo tutti
bisogno.


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