Re: [Intergas] Verbale incontro del 16 Gennaio 2007.

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: Massimo
Dátum:  
Címzett: Lista del coordinamento dei GAS milanesi
Tárgy: Re: [Intergas] Verbale incontro del 16 Gennaio 2007.






ciao
sono Massimo del GAS Bicocca
ci eravamo ripromessi di partecipare agli incontri intergas ma per ora
non ci siamo ancora riusciti...
sperando di essere presenti il 13 febbraio, vorrei buttare nel piatto
un argomento che non mi sembra sia ancora stato trattato dall'intergas
e che forse potrebbe essere di interesse comune: valutare la
possibilità di mettere in piedi una sorta di comunità locale (sulla
falsariga di un distretto o rete di economia solidale) con l'obbiettivo
di uscire per quanto possibile da questo sistema di mercato.
Vi allego (spero che abbiate voglia di leggerlo) un breve documento
sulle monete locali, che inquadra con discreta sintesi la questione:
potrebbe essere un punto di partenza per ulteriori approfondimenti
max

marco papini ha scritto:
CIAO,

Verbale dell'incontro del 16 Gennaio, vi ricordo inoltre che il
prossimo

incontro sarà il 13 Febbraio 2007 sempre a Baggio.




Riunione Intergas del 16 Gennaio 2007




Presenti: GAS Dergano, Filo di Paglia, GAS Baggio, GAS Domestico, GAS
Città

Studi, GAS Lambrate, GAS Buccinella e GASPARE.




-1 – Mauro elenca i GAS di Milano (da una lista di Marco) e li
contatterà

per coinvolgerli nell'Intergas.




0 – *Incontro con produttore biologico*, amico di Sabina, della coop
Eugenia

evoluzione della Coop Monte Amiata impegnata in un recupero dell'
attività

agricola in una zona depressa. Ora purtroppo la coop attraversa un
momento

impegnativo per le vessazioni conseguenti ad una speculazione
immobiliare

attuata con espropri, espediente molto diffuso.




All'Amiata, coltivavano grano a basso contenuto di glutine, hanno
fondato

un' associazione per la salvaguardia del patrimonio genetico, e
intendono

continuare. Ci spiega come la carne che si compra al super sia cattiva:

all'ingrosso la carne di maiale è pagata 1 € al chilo, ma per una
produzione

naturale costa almeno il triplo.  Per allevarla a quel prezzo ci
vogliono

ormoni e schifezze da mangiare. Sui polli, la concorrenza si gioca sui

giorni di allevamento, un allevatore che usa metodi normali in 28 gg ha
un

pulcino di 250 grammi, non un pollo di un kg.




La cooperativa segue il tema dell'accesso alla terra: in Toscana la
terra ha

un valore turistico maggiore di quello agricolo.  La Monte Amiata,

attraverso la raccolta di fondi con azioni popolari, stava acquisendo
alcuni

terreni (circa 1000 ha), arrivando infine a firmare un compromesso di

acquisto. In seguito ad alterne vicende con i proprietari, sono stati

costretti a ricorrere alle vie legali per vedere rispettati i
contratti. Ma

i potenti proprietari riuscirono a ottenere uno stravolgimento della

sentenza (contrariamente a quello che dice la legge) da parte dei
giudici ed

hanno perso denari e attività.  Si è così, inoltre, creato un
precedente

giuridico negativo per altri agricoltori.




Producono olio, cereali e carne, intendono diversificare l'attività

agricola, sviluppando la filiera corta e far partire un progetto di
turismo


No virus found in this incoming message.
Checked by AVG Free Edition.
Version: 7.5.432 / Virus Database: 268.17.3/642 - Release Date: 20/01/07 22.31








Carta - Campagne - Più decrescita per tutti


































































 
agenda
occhi
cantieri
campagne
articoli
recensioni
lettere
reportage
radio
video
link
cos'è carta
e-mail
Carta Qui
 



















powered by FreeFind









    



    



 

















[05.10.2006]




Le monete complementari





[a cura di Socialforge]
Quasi tutte le moderne società, oggi soffrono degli stessi
              problemi: la disoccupazione, la scarsa scolarizzazione, la crisi 
              da sovrapproduzione che grava sui produttori, che non hanno a chi 
              vendere ciò che producono, la concorrenza dei paesi emergenti 
              come Cina e India, la globalizzazione della produzione. 

L'effetto visibile di ciò, che molti di noi sperimentano
              quotidianamente, è la difficoltà di arrivare alla 
              fine del mese, di trovare un lavoro stabile, di poter pagare affitti 
              e bollette, la quasi impossibilità di poter accedere alla 
              scuola avanzata, alla cultura e all'intrattenimento. Tutti sintomi 
              di uno stato di carestia. 

Ma se andiamo a guardare, siamo in una fase definibile come l'opposto
              della carestia. Le aziende, soprattutto quelle medio-piccole, magari 
              agricole, hanno i magazzini colmi di merce invenduta perché 
              non riescono a competere a livello internazionale. Inoltre oltre 
              i 2/3 dell'economia sono ormai formati dai servizi, lavoro immateriale 
              che non dovrebbe conoscere la scarsità di materia prima in 
              quanto essa è essenzialmente il lavoro mentale e fisico delle 
              persone. 

La disoccupazione, in termini semplicistici, può essere
              vista come una situazione in cui c'é gente con tanto tempo 
              libero, che potrebbe impiegare per produrre beni e prestare servizi 
              e riceverne altrettanti in cambio, ma che è impossibilitata 
              a farlo perché mancano i soldi per dar corso alle transazioni. 
              Sia come paese, che come continente, produciamo più di quello 
              che ci serve, l'unica risorsa scarsa sono i soldi. 

Bernard Lietaer, uno dei più grandi esperti al mondo di
              questioni monetarie e uno degli architetti dell'euro presso la banca 
              centrale del Belgio, sostiene che "il denaro" come un 
              anello di ferro che ci siamo messi al naso. Abbiamo dimenticato 
              di averlo progettato noi, ed ora è esso che ci trascina. 


Secondo Lietaer, quello che dicono i libri universitari di economia,
              cioé che le persone e le corporation competono per i mercati 
              e le risorse, è errato. Essi competono per il danaro, usando 
              i mercati e le risorse per ottenerlo. Quindi progettare e usare 
              denaro differente vuol dire in effetti ri-orientare gran parte dello 
              sforzo collettivo dell'umanità.

Lietaer parte dalla convinzione che l'avidità e la paura
              della scarsità che la genera, non siano tratti immutabili 
              della natura umana, ma sentimenti continuamente amplificati dal 
              tipo particolare di moneta che usiamo, dal come essa è tecnicamente 
              progettata per agire. Ma Lietaer dice altro: è possibile 
              progettare monete complementari che si oppongono alla finanziarizzazione 
              dell'economia e che centrino di nuovo l'attenzione delle persone 
              sulla produzione e sul lavoro. Strumenti di opposizione fattiva 
              alla delocalizzazione produttiva, alla perdita di posti di lavoro 
              locali ed alla loro precarizzazione. 

Margrit Kennedy, la nota economista tedesca promotrice delle monete
              locali in Germania, è solita raccontare questa storiella, 
              che ciascuno di noi potrebbe vivere domattina. Una donna va in un 
              hotel e tira fuori un biglietto da 100 euro per prenotare una camera 
              per la notte. Con quella banconota l'albergatore paga il panettiere, 
              la cui moglie esce e va a comprarsi un vestito, il sarto porta la 
              macchina a riparare, e il meccanico, sempre con la stessa banconota, 
              paga un venditore ambulante di cellulari, che poi va in albergo 
              a prendere una camera per la notte e paga con quella banconota da 
              100 euro. Ma proprio in quel momento arriva la donna dell'inizio 
              della storia, che dicendo di non volere più la camera, si 
              riprende i 100 euro e la banconota torna quindi nelle sue mani. 
              Appena esce dall'albergo, con l'accendino le da fuoco...perché, 
              dice, era falsa! 

La morale della storia è che per mezzo di una sola banconota
              da 100 euro si sono scambiati in un solo giorno almeno un valore 
              di 500 euro di beni e servizi. Con una sola banconota, peraltro 
              falsa. Traiamo da questa storia qualche conclusione: il denaro non 
              ha un valore intrinseco, infatti i soldi erano falsi; il valore 
              che attribuiamo al denaro è dato dalla fiducia che riponiamo 
              in esso; essendo il denaro una misura di valore, misura tanta più 
              ricchezza scambiata, tanto più velocemente circola. 

Di fatto già esistono molte "monete" complementari
              in uso, anche se non le chiamiamo così. I buoni pasto (ticket-restaurant) 
              o i coupon dei frequent flyer delle compagnie aeree, che sono addirittura 
              scambiati nel mercato grigio..

Possiamo definire come complementare una moneta che non si sostituisce
              alla moneta nazionale (nel nostro caso, l'euro), ma che la affianca, 
              permettendo lo scambio tra persone, nella comunità in cui 
              si diffonde, che hanno tanto da scambiare ma poca unità di 
              scambio per farlo. Ma perché fare, progettare, una moneta 
              complementare? Quali sono i vantaggi reali che pu? offrire? 

Innanzitutto c'é da notare che una moneta complementare
              per sua natura, non essendo a corso forzoso, ciò non essendoci 
              uno Stato che punisce chi non la accetta, si diffonde normalmente 
              in una ristretta area locale, in cui produttori e negozianti l'accettano, 
              e così facendo, diminuisce la scarsità di unità 
              di scambio e crea ricchezza aggiuntiva. 

Sembrerebbe strano chiamare un vicino agricoltore e dirgli: ho
              visto che hai molte pere nel tuo frutteto che non raccogli, me ne 
              dai un po'? Ti sentiresti in obbligo di dargli qualcosa in cambio, 
              ma se poi devi pagare in moneta scarsa (euro), tanto vale andare 
              al supermercato. Così le sue pere marciranno perché 
              tu comprerai quelle importate, vendute a prezzi stracciati. Prodotte, 
              chiaramente, in qualche paese dove la manodopera è vicina 
              ad un costo zero e dove non ci sono diritti sindacali. E comprando 
              quelle pere, contribuirai inevitabilmente a mandare in rovina i 
              produttori locali ed a distruggere posti di lavoro sul tuo territorio! 
              Un gatto che si morde la coda, insomma.

Avendo invece una moneta locale abbondante, comprare le pere dal
              vicino diventa una scusa per interagire. E da li parte una esplosiva 
              economia locale che da lavoro a tanti che non ce l'hanno, mantenendo 
              in loco la ricchezza che questo lavoro produce, e senza inquinare 
              il pianeta con trasporti energivori ed imballaggi. Magari, senza 
              neanche la necessità di fare una Tav per trasportare velocemente 
              merci da una parte all'altra dell'Europa! 

Un altro effetto poi di avere molte monete complementari su base
              locale è di disporre di un ammortizzatore rispetto alle crisi 
              finanziarie mondiali - ai su e giù della finanza impazzita 
              - come dicono i fondatori del circuito "Regiogeld" tedesco, 
              che conta più di 50 monete complementari. Uno strumento di 
              stabilità dei prezzi locali e quindi di mantenimento del 
              potere di acquisto individuale.

Ma la prima ragione per cui sono nate le monete complementari
              è la lotta alla disoccupazione. Le prime monete contemporanee 
              nascono infatti nell'Inghilterra della de-industrializzazione della 
              Thatcher, come risposta dal basso dei disoccupati all'impossibilità 
              di procurarsi reddito sufficiente per i propri bisogni. Come sostiene 
              Rifkin nel sul libro "La fine del lavoro" la disoccupazione 
              è strutturale; i lavori (jobs) saranno sempre meno, dato 
              che l'aumento di produttività dovuto alle tecnologie permetterà 
              nei prossimi 30 anni di produrre tutto il necessario per il pianeta 
              con il lavoro di una piccolissima frazione di persone. Bene, cosa 
              farà il resto? Morirà di fame?

Una delle monete complementari più di successo è
              Ithaca Hour, creata da Paul Glover nel 1991 in una città 
              dello stato di New York, Usa. Ithaca Hour ha un valore di $10, l'equivalente 
              teorico di un ora di lavoro, molti milioni di dollari di valore 
              equivalente sono stati movimentati dai residenti, più di 
              500 aziende e 100 organizzazioni non profit la accettano, programmi 
              popolari sono stati finanziati attraverso di essa tramite prestiti 
              a tasso zero, ed è anche stata donata dall'ente di gestione 
              all'amministrazione locale per fare lavori pubblici senza alzare 
              le tasse. 

Gli agricoltori di Ithaca la accettano e la usano per assumere
              qualcuno che li aiuti con i raccolti, o con lavori di riparazione 
              e migliorie, alcuni proprietari (specie se non hanno a loro volta 
              mutui) accettano un affitto pagato in Hours, in tutto o in parte. 
              I negozi locali accettano ovviamente questa moneta, riuscendo a 
              sopravvivere alla concorrenza delle grandi catene di ipermercati 
              come Wal-Mart, e vendendo soprattutto prodotti locali. C'è 
              anche una banca di credito cooperativo di Ithaca, la Alternative 
              Credit Union, che ha conti correnti in moneta locale.

Usando monete complementari locali si crea insomma un vantaggio
              a favore della sostenibilità locale, sia in termini ecologici 
              che sociali.

Ma la moneta complementare è anche un volano per facilitare
              innovazione sociale a livello locale. L'ultima fatica di Glover, 
              sono le mutue sanitarie cooperative: in Usa non c'è una sanità 
              pubblica, ma con il controvalore di $100/anno, sia a Ithaca che 
              a Philadelphia si può avere una copertura sanitaria ed a 
              Ithaca ha appena aperto una clinica gratuita, creata con le Hours. 
              Glover sta anche lavorando alla creazione di "Ecolonies", 
              nuove forme abitative, totalmente eco-compatibili, che uniscono 
              spazi individuali a spazi comunitari (co-housing), finanziate anche 
              attraverso le Hours. 

Per concludere, quindi, abbiamo visto come le monete complementari
              possono essere una "macchina" per superare, o almeno mitigare, 
              i fattori negativi di questa economia globalizzata, e possono, nel 
              farlo, generare una nuove forme di socialit? coesa che riesce ad 
              autoprodursi e ad autogestirsi molti dei servizi essenziali. 

Che aspettiamo a "farci il nostro denaro" anche qui
              in Italia?

Socialforge (www.socialforge.net).










 
speciale
            Più descrescita per tutti