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*Pasolini: gli occhi [ /Dino Pedriali
/] * * 24 gennaio
2007
*
*amori, tentazioni, invettive ... ** *
* giornale per e.mail a cura di* g*ianni
quilici **[ **gianniq@???* <mailto:gianniq@protocol.it>* ]*
**
*collaborano:*
* aldo zanchetta, anna, betty bastai, dante
albanesi, diego simini, *
*emilio michelotti, franco dinucci, loredana, marisa cecchetti, **
maurizio micheletti,
nadia davini, nicola cuciniello, peppe de angelis, raffaella, renzia
d'incà, **
tommaso panigada, ** umberto franchi, valeria giglioli ............. *
*Perciò io vorrei soltanto vivere*
*pur essendo poeta*
*perchè la vita si esprime *
*anche solo con se stessa.*
*Vorrei esprimermi con gli esempi.*
*Gettare il mio corpo nella lotta/./*
*Pier Paolo Pasolini*
**
*Email spedite: n. * *853
Una delle idee è questa:
fare un Gettare più leggero
e più continuo,
in modo che le voci che discutono
non si perdano...
Questo però non è leggero
come avrei voluto...
*
*Una voce, più voci, silenzio*
*
Cercando non si può non ascoltare
la propria voce,
ma quale voce?
Forse è meglio dire
le proprie voci.
I silenzi, le pause.
Il naturale ritmo che viene dal profondo,
dalle radici del proprio essere.
Una voce che evoca l'antico
e che anticipa il futuro...*
*Diana Gallo*
da "L'immaginario"
**
**
**
Suggestioni intorno ad un libro
o forse intorno ad un uomo...
Tutto nasce da una specie di /vitalità interiore/
che permette ad una forte componente erotica (amorosa)
di entrare in ogni relazione umana.
Spesso essa si manifesta attraverso le parole
ma poi prescinde da esse
deve necessariamente andare oltre
perché la sua forza non può essere contenuta
nella limitatezza della parola stessa;
perché essa ha bisogno di gesti, di corpi, di riti
Ed allora succede come quando si passa
dalla prosa alla poesia:
l'uomo prende il volo!
Ed allora le persone liberate
riescono a mettere, in tutti i loro incontri,
quella forza vitale amorosa che si diffonde in tutte le direzioni.
Liberare le nostre forze erotiche (amorose)
può essere una sfida da raccogliere ?!
Loredana
(Il libro è "Camminando s'apre cammino" di Arturo Paoli)
*/
Questo è il primo di tre interventi di Tommaso Panigada, Tommy,
gli altri due sul prossimo
/Sono incavolato per Vicenza*
*Sono incavolato per la storia di "vicenza", per la miseria e
l'arroganza di chi l'ha comunicata dalla Bulgaria*
*per la faccia tosta con cui ha persino fatto il paragone con quando
berlusca fece l'editto di sofia...............*
* *
*FRANCAMENTE NON LO SO' SE QUESTO GOVERNO RIUSCIRA' A DURARE PER MOLTO
TEMPO (se continuano cosi' ..molto poco.....)..
MA NON CI RIESCO A STARE FERMO A GUARDARE IL MONDO DA UN'OBLO'*
*PRIMO PERCHE' MI ANNOIO..PIU' DI UN PO'
E ..POI PERCHE' VOGLIO VEDERE COME VA' A FINIRE...*
* *
*IL NO ALLA GUERRA CONTRO IL GOVERNO BERLUSCONI
ERA PER ME LO STESSO DEL NO AI BOMBARDAMENTI SU BELGRADO,E IL NO ALLA
MISSIONE IN AFGANISTAN,*
* *
*E' IL NO ALLA PENA DI MORTE PER L'ULTIMO DEI CRIMINALI COME PER SADDAM
HOUSSEIN*
* *
*E' IL SI AD UNA SCOMMESSA CHE E' QUELLA DI CHI NON SI ARRENDE
E TENTA DI COSTRUIRE UNA NUOVA .. PROSPETTIVA POLITICA.. I
N CUI LA "SINISTRA" E' AMBIENTALISTA,ANTICAPITALISTA,LIBERTARIA,*
* E NON PAROLAIA..
MA CAPACE DI SPORCARSI LE MANI , RIMBOCCARSI LE MANICHE
ED E' FATTA
DA TANTE PERSONE..CAPACI DI
BUTTARE IL LORO CORPO NELLA LOTTA.....*
**
*Tommy
*
* E c'è sempre una spina che punge,
una ferita che morde la carne,
una lettera che resta tra i fogli
che il tempo disperde. E c'è
sempre una scala che scende,
una voce che ruggisce nella notte,
una stella che nella notte ci sfugge
Daniele Ronco
*
A proposito degli interventi di Erbadi Mario Rocchi,
[scrittore, critico d'arte e cinematografico ]
su perdono, pena di morte e altro
intorno ai delitti di Erba,
ecco altri interventi
**
*Guarda dove sta andando
gli Stati Uniti con la pena di morte ***
**
*Caro Mario ,
la pena di morte serve solo a dare una falsa sicurezza ai cittadini, non e'
giustizia ma una vendetta emotiva, irrazionale per appagare il dolore
inconsolabile dei familiari delle vittime e di coloro che credono che alla
violenza bisognare rispondere con la violenza.
E' un atto barbarico che mette a posto le nostre coscienze.
Guarda un po' dove sta andando a finire
gli Stati Uniti con la pena di morte! Chi vuole commettere atti criminali
cosi' selvaggi come il caso citato nel Gettare non viene persuaso dal fatto
che rischi la pena di morte, lo fa e basta! Lo si uccide sulla sedia
elettrica ed un'altro massacro viene commesso da un altro criminale. Ormai
qui non c'e' bisogno di essere dei criminali per uccidere.
All'inizio di
gennaio in Tacoma, una citta' a sud di Seattle, un ragazzo delle scuole
superiori e' arrivato a scuola un mattino con una pistola carica ed ha
ucciso a sangue freddo un'altro ragazzo, la polizia lo ha trovato che
camminava nelle strade a vari chilometri di distanza dalla scuola. Lui non
aveva mai commesso un crimine.
L'anno scorso in Seattle un uomo sulla
trentina si e' presentato ad una festa rave con delle armi da fuoco
automatiche e via ha sparato a piu' non posso uccidendo non so quanti
giovani. Pensa un po' che uno di sti giovani lo aveva invitato alla festa
poche ore prima. In questo caso non c'e' stato bisogno di mandarlo sulla
sedia elettrica perche' si e' suicidato.
E potrei continuare a citare casi
di stragi fino a farvi venire la nausea. La cosa piu' allucinante e' che la
gente si abitua a tutto anche ai massacri. La societa' americana non mi
sembra che si interroghi fino in fondo per capire come mai produce tanti
pazzi armati?
Recentemente l'amministrazione di Bush ha organizzato un
congresso per discutere il problema dei massacri a scuola...Ma! Chissa' dove
tutte ste chiacchere andranno a finire!
Ciao
Betty
*
Scheggia
Sono un po' allibito anch'io:
Beccaria era cattocomunista?
Luca [Baccelli]
*
Lo Stato deve escludere la pena di morte
qualunque sia il reato
Sbalordisco quando sento che qualcuno possa ritenere accettabile la
pena di morte "in casi estremi". Quella di Saddam lo sarebbe. Chi si
piega ad accettare una cosa in casi estremi non sa quale possa essere
il limite tra caso estremo e caso quasi estremo, poi tra quest'ultimo e
un caso grave e così via.
Per quanto riguarda il fatto che sia stata resa giustizia alle vittime,
dovrebbe essere noto a tutti che non c'è modo di risarcire chi è stato
assassinato.
Vorrei dire che il grado di civiltà non si misura tanto nella
sospensione dell'esecuzione dei ladri di polli o di persone di cui non
si abbia la certezza della colpevolezza (argomenti che spesso vengono
usati per invocare la sospensione: il processo non è stato condotto in
modo corretto; sia chiaro che se può servire a risparmiare una vita, benvenga).
Proprio il caso di Saddam, uno dei peggiori dittatori della
storia, un soggetto colpevole di una sequela tremenda di misfatti,
avrebbe permesso di "voltare la frittata". Vuol dire che l'umanità non
è uscita dalla logica della guerra, dalla legge del taglione, dai
primordi neanderthaliani della clava. Se non siamo in grado di tenere
in vita un Saddam (come invece è stato lasciato Pinochet, meno arabo e
amato fino in fondo dalla Thatcher) significa che il rigetto della pena
di morte è condizionato, mentre pena di morte e guerra dovrebbero
essere tabù integrali, senza eccezioni (senza se e senza ma).
Per Mario Rocchi: nella realtà si ammazza, e molto, e si continuerà a
farlo. Ma è del momento in cui una società, uno Stato, un'istanza che
rappresenta la collettività che si parla. La vendetta privata è altra
cosa, contro la quale la collettività si dota di strumenti. E questa
collettività, le istituzioni che la rappresentano deve escludere dal
proprio panorama l'potesi della soppressione dei suoi membri, qualunque
cosa abbiano fatto.
In alcune culture l'omicida non è condannato né alla forca né alla
reclusione ma a sostituire, come fonte di sostentamento o di cure,
colui che ha ucciso. Se ha ucciso un padre di famiglia (caso di solito
citato, chissà perché non si parla di madre) dovrà continuare a
mantenere la famiglia stessa (parlavo della madre, ma varrebbe anche
per il padre, perché questo sistema non compensa la mancanza affettiva,
serve più che altro all'omicida a capire la gravità di quel che ha
fatto).
Diego Simini*
*Bocca di riso scarlatto
con denti bianchi nel mezzo,
il mio cuore batte, batte,
ma batte perchè ha paura.
Fernando Pessoa*
*Pensioni, salari, diritti, ambiente
e governo Prodi
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****//****
*
Caro Gianni,
non mi appassiona molto la discussione sull'ampliamento della base USA
di Piacenza,
dico solo che sono molto d'accordo con l'articolo di fondo fatto da
Marco Ravelli sul "Manifesto"...
Vorrei invece aprire una riflessione sulle questioni delle scelte
economiche, sociali, di qualità dello sviluppo, di progetto di vita...
che dovrebbero distinguere un governo di "Centro Sinistra" da un governo
di "Centro Destra".
Vorrei farlo partendo da questa considerazione:
tutto ciò che è avvenuto negli ultimi anni nel nostro Paese evidenzia
che il liberismo è in crisi,
ma esiste un modello sociale e di sviluppo alternativo?
Se rispondiamo che si... che è possibile un'alternativa reale al
liberismo come io credo...
allora a mio parere il governo Prodi Dovrebbe andare oltre una
finanziaria che si occupa di risanamento/sviluppo/equità...
Come?
La questione da affrontare è quella di mettere in discussione la
centralità del mercato
e rompere il meccanismo della globalizzazione liberista.
Per fare ciò non bastano le "liberalizzazioni"...
ma serve un preciso ruolo dello Stato in materia di indirizzo economico
e della qualità dello sviluppo
compatibile con l'ambiente e con la persona (non può essere lasciato
tutto al mercato),
di ruolo progettuale dello stato in materia di diritti del lavoro e di
diritti civili.
Per me, il problema centrale non è quello della "crescita", del
rilancio di uno sviluppo qualsiasi del nostro Paese,
ma quello di fondare lo sviluppo mettendo al suo centro la questione
del lavoro; la questione dei diritti; la questione dell'ambiente .
E' a partire da ciò che allora diventa essenziale non quello che è
stato fatto fino ad ora con la finanziaria...
ma quello che dovrà essere fatto a partire dal modello sociale .
Prima questione: Quali pensioni, quali salari?
Le pensioni minime e medie vanno aumentate
respingendo ogni tentativo di revisione dei coefficienti ed alzamento
dell'età pensionabile.
Per evitare una improbabile prospettiva di deficit di bilancio Inps
occorre lavorare per fare emergere il lavoro sommerso,
fare pagare i contributi alle aziende che assumano lavoratori precari
e fare la divisione delle spese per l'assistenza (Cassa integrazione
Mobilità) da quelle delle previdenza,
accollando allo stato le spese per l'assistenza.
In merito ai salari dobbiamo sapere
che il valore medio reale e di essi negli ultimi 10 anni è diminuito del
20%,
mentre sono cresciuti a dismisura sia i profitti degli imprenditori,
sia i redditi delle fasce di lavoro autonomo (liberi professionisti,
commercianti, ecc...)
che gli stipendi dei gruppi dirigenti.
Per cui si pone con forza di andare a rinnovare i prossimi contratti di
lavoro,
andando oltre l'inflazione ridistribuendo parte dei redditi,delle
risorse economiche, verso chi lavora
dando dignità al lavoro dipendente
ed inoltre anche al fine di fare riprendere il mercato interno.
Seconda questione: quali diritti?
Occorre puntare a ripristinare i diritti di chi lavora abolendo le
leggi sul precariato a partire dalla legge "Biagi",
abolire la Bossi/Fini dare i diritti civili alle coppie di fatto,
stabilire una rete di ammortizzatori ed assistenza sociale per i
soggetti più deboli;
terza questione: quale sviluppo compatibile con l'ambiente?
E' questo un problema epocale legato al riscaldamento del pianeta ed
all'inquinamento atmosferico
che sta creando danni immensi all'eco sistema ed agli esseri senzienti.
Sappiamo che non è un problema di facile soluzione e sicuramente
riguarda anche i governi dell'intero Pianeta,
ma in Italia non possiamo restare inermi.
Il governo deve intervenire per cercare di indirizzare l'economia
compatibile con la natura,
quindi non basta la crescita dello sviluppo economico,
ma sono necessari interventi diretti con un ruolo dello Stato nei
settori strategici, e del governo,
con regole ed incintivi alle aziende che producono prodotti
ecologicamente compatibili
e con un sistema industriale che non inquini l'atmosfera e le falde
acquifere/terrestri.
Dobbiamo inoltre agire a partire dai luoghi di lavoro ponendoci il
problema della contrattazione
del cosa produrre, come produrre, per cosa produrre
e del governo dell'organizzazione complessiva del lavoro (orari,
carichi e ritmi di lavoro, sicurezza e prevenzione ambientale) .
Umberto Franchi
*
librifilmspettacolieccetera eccetera
****
*1.
Partorire in chiesa*
*di Antonio Porta
Libri Scheiwiller 1990
Sono quei librettini
di poco più di 60 pagine,
prodotte in un numero limitato di copie
con foto, scritture autografe,
che diventano "piccole chicche"
quando rispondono a una necessità.
Questo l'ho trovata per 2 €,
l'autore è Antonio Porta,
poeta, critico, scrittore
morto per infarto a soli 53 anni.
Contiene un racconto molto fresco
in cui la necessità si intreccia all'abilità.
E' un rapporto affettuosamente diretto con il lettore
il ritratto di una ragazza intravista in un convegno
che trasmette una serie di veloci condizioni:
attrazione,timidezza, erotismo immaginativo
ed una conclusione insolita.
*
*2.*
*Il grande capo*
*di **Lars Von Trier*
*E' una commedia sui generis,*
*che riflette su se stessa*
*più che sulla realtà.*
*C'è la voce fuori campo*
*che si rivolge direttamente allo spettatore*
*negandosi come finzione;*
*c'è un montaggio*
*come successione di salti temporali,*
*che frantumano la narrazione,*
*quasi impercettibili invece linguisticamente;*
*c'è una recitazione estraniante*
*che gioca con la rappresentazione*
*quasi per dirti*
*"attento non facciamo sul serio".*
*Ne viene fuori una rappresentazione antirealistica,*
*continuamente oltre le righe,*
*a volte paradossale, quasi farsesca.*
*Funziona quando riesce a diventare ironia e comicità;*
*diventa un limite quando vuole essere*
*indirettamente **una critica sociale. *
* *
*3.*
/*Ciao Gianni, ho letto i versi di Marta Cozzoli che hai citato. Ti
invio ciò che ho scritto a Marta a proposito della stessa raccolta di
poesie. Mi sono piaciute molto.
Va bene anche se il pezzo è un po' */*/lungo? /
Marisa*
* Ai margini di me stessa,
di Marta Cozzoli
ed Il Filo 2006*
*Si deve vivere, ma non lo abbiamo scelto:
"tutto sembra dimenticato,/perfino il fatto/che si deve vivere".*
* Si cammina, si va verso qualcosa con l'ansia della ricerca,con il
bisogno di capire. Si anela ad "un porto/dove la parola/intrecci
l'ordito/sicuro/del passare/dei giorni".
Ci si guarda dentro, ci si osserva dall'esterno e ci vediamo
oggettivamente, uno tra tutti gli elementi della realtà che stiamo
osservando, col disagio di non sapersi definire, col bisogno di
ritrovarsi interi, non frantumati, per riconoscersi.
Le stelle sono lontane e ghiacce, il contesto da cui spingiamo lo
sguardo verso l'alto è come una gabbia tra una fuga di tetti. Qualche
volta ti sembra di cogliere la risposta alle tue domande, ciò che cerchi
ti appare in un flash improvviso, in un lampo breve che cattura l'attimo
del nulla: "ho catturato/l'attimo/del nulla/con l'eco/di uno sguardo".
C'è un bisogno struggente di superare la soglia dell'ombra, di fissare
la verità che sfugge. E con dolore si riconosce che la parola è incerta
a rappresentare l'idea, "il fiore appena intravisto", la parola fatica
ad adeguarsi al pensiero. Ne deriva un senso costante di straneamento,
di spaesamento dell'individuo, che si estende anche alle cose, anche al
"lampione/smarrito/nella nebbia color/di luna".
Ma gli oggetti sono indispensabili a definire il piccolo mondo in cui
siamo proiettati,
ad agganciarci a radici concrete, strappandoci a quel fluttuare stupito
a mezz'aria. Allora sono necessari la scala, il fico, il chiodo alla
parete, l'ombra di un quadro, la scranna, il cuscino con le tracce del
sonno, la finestra, il balcone, i tetti, la tenda, l'antenna...
La sofferenza si estende anche agli oggetti, quando sono strappati alle
loro radici, carichi come sono della nostra storia e di ciò che siamo
stati, tutt'uno con la nostra esistenza.
La sofferenza delle cose fissa simbolicamente la sofferenza
dell'esistere, la fugacità amara della bellezza e della vita, che se ne
vanno veloci, allo stesso modo di quella verità appena intravista:
"cadevano/i petali/di una rosa/rosa... resta/un moncherino/verde/a
trafiggere/il vuoto/oltre il muro".
Rimaniamo comunque a chiederci se "la realtà è quella che si vede", o se
ci troviamo di fronte all'illusione.
Questa realtà appare deformata dal vetro gibboso e non sappiamo se ciò
che vediamo sia solo ombra. Una costante definizione montaliana al
negativo ritorna nei versi, di ciò che non siamo si è certi, insieme
alla certezza della solitudine.
Al posto del mito che ci è stato rubato rimangono le illusioni: "nel
fruscio prolungato/ degli ulivi,/posso sentire,/ ancora/ il tocco di una
mano". Le cose belle esistono ma sono lontane. Se obiettivi e desideri
sono rimasti distanti, non c'è ribellione o rabbia, ma un ripiegarsi
consapevole, comunque non rassegnato, che dalle cose prende forza
insieme ad una pacatezza matura: "lentamente respira/l'odore delle cose/
nella sera/stanca/del giorno".
Alla ricerca del senso dei gesti ripetuti nei giorni, criticamente
consapevoli della "banalità del quotidiano", ci poniamo comunque
l'interrogativo se non siano quei gesti stessi, sempre uguali, l'essenza
della vita: "mansueto, la sera/siede nella scranna vecchia/davanti la
porta/ e guarda la luna", e se lo straneamento non nasca proprio da una
interruzione della serie, che cambia il corso alla Storia.
O se invece la vita non sia solo compresa nell'intervallo tra due
momenti di tedio, nella monotonia quotidiana, dove ogni cosa è già
stata, dove il futuro non riserva sorprese ma ripropone un passato già
noto, e tutto si risolve in un incolore eterno presente. Ma non ci si
arrende, rimane l'attesa di qualcosa che ancora sorprenda, come "un
anticipo di promesse" che allenti il torpore.
In questa condizione esistenziale è amica la notte, che dà riposo a
uomini e cose, che spegne la luce sfacciata del giorno, riportando la
magia, con il sogno di calore umano intravisto dietro una finestra
illuminata. Lo spaesamento può essere forse superato portando dentro di
sé ciò che è fuori, riconoscendolo e facendolo proprio, con "un nuovo
sentimento del mondo".
E con la parola, inadeguata forse, e la metafora, che salvano dal
disagio del non senso.
*
*"Ai margini di me stessa" racconta liricamente la storia di un'anima,
con una consapevolezza accorata e matura,
non gridata, condivisa con linguaggio leggero, scandita dalla parola-verso
che fissa l'immagine e l'idea con pause di silenzio,
in una sonorità e musicalità di significanti costante e sapientemete
misurata.
Marisa Cecchetti
*
*E' morto Ryszard Kapuscinski
un grande giornalista,
un grande viaggiatore,
dalla parte dei poveri e degli offesi...
*
**
*//////////////**//*
*//*
*/ /**Invio **/queste email anche a chi conosco poco o pochissimo,/*
*/o a chi magari non mi conosce o che solo casualmente/*
*/ è entrato nella (mia) posta
ettronica.
/*
*/Chi per qualsiasi ragione non vuole ricevere questi messaggi/*
*/me lo faccia, e scusatemi, sapere: gianniq@???
<mailto:gianniq@protocol.it> /*
*/Chi invece si sente partecipe, anche quando dissente,/*
*/ aggiunga, proponga, faccia le sue critiche, e magari faccia
circolare ..../*
*/ Chi vuole
essere inserito nella lista blablabla bla
blabla/**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**&
amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp; amp;
amp; ****//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//**//*