Stamani la mia compagna aveva lezione di geografia in una prima
magistrale, e ha trovato quanto sotto.
Lei ha potuto correggere quanto blaterato da questi esimi educatori,
visto che conosce, tramite me, il percorso di hackit.
Rimane cmq impressionante.
Stefano Bianchi, Augusto Biancotti e Anna Rita Piazza, "Luoghi nel tempo
e nello spazio", Novara, DeAgostini, pag. 74.
L'«aristocrazia» degli hacker
Accanto alle espressioni usate dalla maggioranza, ogni comunità ha il
suo gergo. Il più popolare, considerato segno di esperienza e
distinzione, è quello degli "hacker", i pirati informatici. Per
ricordare le sequenza di numeri che costituiscono il linguaggio
macchina, essi chiamano se stessi "hax0r" e sostituiscono le "e"
con "3" e le "t" con "7". I loro siti sono denominati "warez" e offrono
gratuitamente "appz" e "gamez", ovvero applicazioni e videogiochi,
normalmente in vendita nei negozi. Per farli funzionare è necessario
appropriarsi dei "crack", piccoli programmi illegali che permettono di
eliminare la protezione da copia. Il mondo della pirateria è spesso
collegato a quello dei gruppi politici eversivi: il convegno annuale
degli hacker italiani si chiama hack.it e ha luogo in una delel tante
case occupate che si trovano nelle grandi città.
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"E se mi prendono?"
"Ti hanno già preso, coglione.
E se ti liberi?"
http://www.crimethinc.com