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From: Yann Attanasio
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Sent: Thursday, January 18, 2007 3:43 PM
Subject: [aa-info] Via le basi
Sono ben 8 le basi americane in Italia: da Sigonella a Ghedi (Brescia), passando per La Maddalena. A Vicenza c'è già la base "Ederle", ma gli Usa vogliono il raddoppio: "Ederle 2". Attualmente a Vicenza le truppe americane schierano 2750 uomini che dovrebbero salire a 4500 se la base dovesse essere ampliata, 600 mila metri cubi il volume della seconda struttura. Da mesi la popolazione, affiancata e sostenuta da alcuni partiti (Pdci, Verdi, Prc) e associazioni, protesta contro l'ampliamento. Il governo attuale ancora non dà la sua risposta, anche se un pronunciamento è atteso dal Consiglio dei ministri di venerdì. Intanto le diplomazie sono al lavoro, con gli Usa che non vogliono rinunciare alla "conquista" di un altro pezzo d'Italia, soprattutto dopo averci fatto affidamento con l'ok dato dal passato governo Berlusconi. Ancora un volta è in gioco la questione della sovranità nazionale e dell'utilità dell'ennesima postazione di guerra in territorio italiano. Le basi militari, infatti, non sono qualcosa di "neutro" nelle quali lavora qualche simpatico marines, sono dei veri e propri presidi militari, enclave di "guerra" in un territorio che non è in guerra. A Vicenza è stanziata una parte della 173° Brigata, famosa perché impegnata in Afghanistan e in Iraq. Nella base di Ghedi sono custodite bombe nucleari sotto il controllo americano. Aviano è la più grande base aerea americana nel Mediterraneo ed ospita cacciabombardieri F-16 ed oltre 50 bombe nucleari. Insomma grazie alle basi americane disseminate sul territorio nazionale è come se fossimo seduti su una bomba (nucleare) ad orologeria, armi nucleari dunque delle quali lo Stato italiano non ha alcun controllo!
La situazione è preoccupante in ogni caso e da anni da molte zone nelle quali sono situate le basi militari - penso alla Maddalena - arrivano dati allarmanti sull'impatto di queste strutture sull'ambiente e sulla salute degli abitanti. Opporsi alla seconda base a Vicenza può essere il punto di inizio per dire un no complessivo alle basi militari sul nostro territorio, che se prima potevano avere una loro "ragione" nella "guerra fredda" e nelle divisione del mondo di due aree, oggi hanno solo il sapore dell'occupazione o del rendere l'Italia una rampa di lancio europea per le guerre che gli Stati Uniti stanno portando avanti.
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