[Cerchio] alle genti non far avere il diritto ed il sapere!

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Autore: marku
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To: movimento
CC: cerchio
Oggetto: [Cerchio] alle genti non far avere il diritto ed il sapere!
nell'attacco frontale alle genti ora è il momento del p.i. ultima vera roccaforte dei diritti acquisiti con le lotte dei lavoratori.

Perchè vi è la necessità di smembrare questo ultimo baluardo?

per appiattire definitivamente il cosiddetto mondo del lavoro agli interessi di lor signori in quanto non più presentabile un intero settore con milioni di persone dove sono garantiti diritti fondamentali dell'uomo che i lavoratori giovani e precari neanche sognano perchè mai conosciuti come tali da nessun contratto loro assegnato.

Grazie sinistri di governo che non fate, non dite e non pensate oramai da decenni cose non di sinistra ma neanche lontanamente socialdemocratiche o perfinanco demokratike.

Per non lasciare poi proprio niente al caso ci derubano del tfr trasferendolo ai fondi pensione finanziando così le loro stesse istituzioni dedite alla rapina su scala industriale banche e assicurazioni, ed i comitati d'affari delle elites politico-sindacalistiche

Se badate bene poi tutta questa discarica sociale proviene principalmente da un unico supermercato dell'abiura e del tradimento, la mefitica e paramafiosa cgil (leggasi il superman dell'ideologia efficientistica ichino o l'attuale ministro delle galere amato primo rapinatore delle pensioni) cuore e cervello dello smembramento a favore del settore parassitario di ogni tipo di diritto minimo che assicuri un potere effettivo ai lavoratori intesi non più come esseri umani che lavorano per vivere ma prestatori d'opera in servizio permanente effettivo presso il capitale ed il bieco e marcio mercantilismo consumistico-affamatore

Se è oramai certo che una risata infine li seppellirà è oramai acclarato che vivono in un bunker  ideologico sociale seppellito nella merda.     





Raccogliamo l'idea di Ichino di un sistema di valutazione per la p. a. «Statali spostati senza il via dei sindacati» Il ministro delle Riforme, Luigi Nicolais: in caso di riorganizzazione mobilità incentivata ma automatica. Facciamo i conti con i precari STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA — Molti pensano che il memorandum d'intesa firmato l'altro ieri tra governo e sindacati sulla pubblica amministrazione serva solo a sancire uno scambio: il governo sblocca il rinnovo dei contratti pubblici e i sindacati accettano di discutere qualche timido intervento per migliorare il funzionamento degli uffici e dei servizi.
Ministro, è così?
«No — risponde il ministro delle Riforme e dell'innovazione, Luigi Nicolais —. Il memorandum, al quale seguirà un accordo che sarà firmato dal presidente del Consiglio Romano Prodi e che coinvolgerà anche Regioni ed enti locali, costituisce certamente la base per le direttive che emanerò per il rinnovo dei contratti, che puntiamo a concludere entro l'estate. Ma nei contenuti della contrattazione introduce anche una serie di importanti novità, come la meritocrazia, la valutazione, lo spostamento del personale. In questo senso il memorandum è la pietra miliare di un processo in itinere».
Resta però l'impressione che i contratti verranno presto rinnovati, come è giusto che sia, ma che il resto sia ancora lontano da venire e comunque dovrà passare per la contrattazione con i sindacati.
«Le novità verranno introdotte al momento stesso della contrattazione perché una parte dei fondi saranno legati a questo. Per esempio, alla performance dei lavoratori che sarà valutata con un nuovo sistema».
Come funzionerà?
«Contemporaneamente alla stagione dei rinnovi contrattuali si istituirà una commissione per la valutazione delle prestazioni degli uffici, che sarà composta di un rappresentante degli interessi degli utenti, quindi cittadini e imprese, di un rappresentante del ministero e di uno dei sindacati. Questo è un cambiamento radicale rispetto a oggi».
Perché?
«Perché oggi gli obiettivi sono fissati all'interno dell'amministrazione e i controlli anche avvengono al suo interno. Così alla fine il salario accessorio legato alla produttività viene assegnato al 100% a tutti i funzionari. Non esiste quindi un sistema vero di valutazione. Non solo. Il memorandum prevede che si dovranno produrre e pubblicizzare informazioni sui risultati conseguiti come percepiti dagli utenti. Introduciamo insomma la customer satisfaction, come nelle imprese private».
Saranno valutati tutti i dipendenti o solo i dirigenti?
«La valutazione riguarderà il servizio. Se questo è valutato bene sarà premiato il dirigente e di conseguenza i componenti del suo ufficio. Se invece è valutato male il primo a subirne le conseguenze negative sarà il dirigente e poi a cascata gli altri. Non c'era una strada diversa perché non possiamo delegittimare una struttura: se in un ufficio ci sono 10 persone e un capo, è per primo il capo che deve valutarli, altrimenti lo delegittimiamo. Il controllo esterno interviene invece sull'output dell'ufficio».
I dirigenti si potranno licenziare, dice il memorandum. Ma questo è già possibile con le norme in vigore: che cosa cambia?
«Che adesso è una regola condivisa da tutti. Inoltre, grazie al sistema di valutazione esterno, possiamo farlo su imput degli utenti che manifestando la loro insoddisfazione ci segnalano le situazioni che non vanno».
Il professor Pietro Ichino ha proposto di istituire una vera e propria Autorità per la valutazione e la cosa è stata raccolta alla Camera e al Senato in due disegni di legge. Lei è d'accordo?
«Io non insisterei sull'Authority perché nel quadro delle riforme che stiamo attuando non è indispensabile. Inoltre ha avuto il merito di spingere verso la creazione di un sistema di valutazione. Noi ne abbiamo tenuto conto e la commissione risponde a questa esigenza».
Ma se su tre membri solo uno è espressione degli interessi degli utenti, questo rischia di restare in minoranza.
«No perché il rappresentante del ministero sarà una persona indipendente dagli uffici controllati».
Per migliorare l'efficienza ci vuole anche la mobilità, ma se è solo volontaria non serve.
«Non è vero che è solo volontaria. In caso di riorganizzazione dell'amministrazione verrà fatta secondo criteri stabiliti sì nella contrattazione, ma automaticamente, senza bisogno di chiedere il permesso a nessuno».
Lei sta dicendo che, in caso di ristrutturazione, si potrà spostare un dipendente da Bari a Milano senza chiedere il permesso ai sindacati?
«Si potrà fare, certo tenendo conto di che cosa significa trasferire un lavoratore da Bari a Milano e quindi incentivandolo adeguatamente».
Col memorandum vi siete impegnati a regolarizzare tutti i precari entro 4 anni. Quanti sono?
«C'è una commissione che dovrà verificare le situazioni e fare i conti perché nei grandi numeri che talvolta si fanno, ci si mette dentro tutti, anche quelli che hanno avuto un rapporto con la pubblica amministrazione di pochi giorni o quelli che hanno prestato servizio come lavoratori interinali e che quindi vengono da una società esterna».
Almeno per il 2007 ci può dire quanti precari verranno regolarizzati?
«Nelle amministrazioni centrali circa 9 mila che hanno già fatto il concorso e lavorano da almeno 3 anni».
Si ridurranno le attività esternalizzate, perché?
«Perché bisogna distinguere tra attività core, che devono essere svolte all'interno dell'amministrazione, e no core, che possono essere affidate all'esterno. Inoltre, se diciamo che abbiamo troppi dipendenti è anche giusto trovare le opportunità per utilizzarli».
Ma che fine ha fatto il suo proposito di ridurre di 3-400 mila unità i dipendenti pubblici in 6-7 anni?
«Ogni anno su 100 mila dipendenti pubblici che vanno in pensione 40 mila non vengono sostituiti. Nei 5 anni della legislatura fanno 200 mila in meno. Tenga poi conto che nel memorandum si parla di esodi incentivati per il personale in esubero. Anche questa è una novità assoluta».