著者: antonio bruno 日付: To: veritagiustiziagenova CC: forumgenova, fori-sociali, debate 題目: [NuovoLab] Le molotov della Diaz distrutte dalla polizia
secolo xix
INDISCREZIONI
Le molotov della Diaz distrutte dalla polizia
GENOVA. Continuano le ricerche delle duemolotov, le bottiglie al centro del
processo contro i ventinove poliziotti accusati di aver creato una falsa
prova emotivato con un pretesto lirruzione nella scuolaDiaz, al termine
della tre giorni delG8. La questura ha passato al setaccio tutti gli uffici
e i
depositi del palazzo di viaDiaz.
Dei due ordigni, la cui scomparsa nei giorni scorsi ha congelato il
dibattimento
in tribunale, non cè traccia.
Si cercano i documenti capaci di chiarire la storia delle bottiglie molotov
dal loro ritrovamento.
Per i due pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco CardonaAlbini, che
sostengono
laccusa nel processo Diaz, gli ordigni erano e devono ancora essere sotto
sequestro.
Provvedimento disposto dai sostituti procuratori Anna Canepa e Andrea
Canciani nellambito di
unaltra inchiesta, quella per le devastazioni e i saccheggi.
Da indiscrezioni pare che la polizia abbia chiesto e ottenuto dalla procura
lautorizzazione
alla distruzione delle due molotov.
Al momento nessuno è stato in grado di trovare i documenti capaci di
stabilire la responsabilità del destino di questo corpo di reato.
Alcuni degli avvocati difensori dei poliziotti imputati, che in precedenza,
nel
corso delludienza, si eranomostrati indifferenti rispetto allimportanza
probatoria rappresentata dalle molotov, ora ritengono il loro ritrovamento
condizione necessaria alla continuazione del processo.
Di più. I legali, tramite lavvocato Maurizio Mascia, hanno chiesto
formalmente il
decreto di sequestro delle due bottiglie firmato dai due pm Zucca e
CardonaAlbini.
Secondo i difensori il corpo del reato non è stato preso in carico nel
processo
Diaz ma è rimasto a disposizione dei sostituti nellinchiesta sulle
devastazioni.
E in quel procedimento, con ogni probabilità, distrutto.
Sul caso e sulle dichiarazioni del procuratore capo Francesco Lalla, è
intervenuto il parlamentare europeo Vittorio Agnoletto:
«E la prima volta nella storia della Repubblica che un magistrato si
rifiuta di incontrare
un parlamentare rivolgendosi a lui con frasi del tipo Pensi ai fatti suoi.
Ciò dimostra uno scarso rispetto dei corretti rapporti istituzionali».