[NuovoLab] Proposta di Lidia Menapace per uscire dall'Afghan…

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著者: brunoa01
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To: aderentiretecontrog8
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題目: [NuovoLab] Proposta di Lidia Menapace per uscire dall'Afghanistan
Proposta per uscire dall'Afghanistan


[ premessa di Lidia Menapace    Sono alquanto stupefatta dell'andamento del dibattito sull'Afganistan. Siamo d'accordo che bisogna venire via, ma come si fa? Su ciò non si sarebbe dovuta  impegnare la Commissione Difesa.: e il Governo non avrebbe dovuto chiedere ai militari che presentino  disegni di  uscita repentina, graduale, contrattata,  di sorpresa, di forza? Non si vede perché invece su questa difficile materia  ci si debba scontrare a suon di genericità: da una parte i movimenti che -sia pure in sordina- dicono che bisogna venir via e dall'altra vari e  autorevoli rappresentanti delle istituzioni che dicono che forse no ecc. Intanto ci sono richieste nei nostri confronti da parte degli Usa? O del governo afgano? E sono in contrasto con ciò che il parlamento italiano votò in giugno? E allora  basta dire di no, che il governo  italiano è vincolato a ciò che decise il parlamento cioè, ad esempio,. che  non mandiamo le nostre truppe in guerra  e fuori dai luoghi in cui sono stanziate ecc. ecc. 


Per fare un po' di ordine e svolgere il mio compito istituzionale, dal quale ricevo poca gloria e molti insulti nonviolenti, ma almeno che sappiano su cosa vilipendermi, ho scritto un testo da sottoporre ai componenti della Commissione Difesa del Senato, testo nel quale cerco di dire come si potrebbe fare a sganciarsi dall'Afganistan seguendo la pratica della riduzione del danno, pratica nonviolenta che applico per tutte le vicende sulle quali non ho potuto avere una decisione iniziale perché quando sono stata eletta erano già in corso.
Insomma, mi piacerebbe che dicessimo: come si fa e venir via?
Si possono mandare direttamente aerei a Kabul senza trattare col governo afgano?
Si possono trasportare via terra i nostri soldati in un territorio occupato dai Talebani con possibili massacri? Si può venir via come ci siamo andati, cioè con un atteggiamento -diciamo- coloniale, per non dire invasore? Per esempio senza avere alcun riguardo per la tutela dei diritti civili violati delle Donne?
Non si possono usare tutti e bene i margini di trattativa che abbiamo ? e se non ne abbiamo è il caso che diciamo che la politica estera che abbiamo ereditata non teneva conto del fatto che la nostra sovranità nazionale può essere ceduta solo con reciprocità: rientriamo subito nella legalità costituzionale rispettando tutto intero l'art.11. ]

proposta

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Avvicinandosi la data del rifinanziamento o no della spedizione in Afghanistan, mi sembra giusto che la Commissione Difesa elabori una propria posizione e/o proposta in merito, per non trovarsi poi a rimorchio degli eventi o di decisioni già prese dalla Commissione Esteri o sotto la polemica dei movimenti per la pace.

Con parte di questi ultimi ho verificato le posizioni che ora verrò esponendo e ho trovato poche aree dei movimenti stessi (che sono molto variegate) adeguatamente informate, sicchè finiscono o finiranno per coagularsi sul motto "ritiro immediato delle truppe" senza nemmeno prendersi cura delle condizioni, tempi, modalità necessari per avviare tali operazioni.
D'altra parte anche al nostro interno non abbiamo prima mai chiesto, nè dalla sua parte mai ci è stato detto dalla Difesa, come la spedizione in Afghanistan proceda, come si intenda concluderla, che prospettive ci sono ecc.: notizie che ci sono assolutamente necessarie per formarci una opinione politica che ci aiuti a decidere.
Ciò sarebbe a mio parere molto più utile (chiedo scusa) di molte audizioni ad Alti comandi militari, dalle quali possiamo ricavare notizia di decisioni già prese dal Ministero, che potremmo benissimo leggere su relazioni scritte (fatta salva naturalmente la soddisfazione di intrattenerci con alti o altissimi ufficiali delle nostre Forze armate, prima che -andati in pensione- diventino consulenti delle industrie degli armamenti).
Aggiungo che anche in merito al benessere e ai diritti dei militari di truppa e alle loro rappresentanze, sarebbe bene istruire una seduta ad hoc, senza lasciarci coinvolgere in azioni dei militari stessi, dato che a mio parere un corretto comportamento istituzionale non è di comparire in "azioni rivendicative dal basso" tipiche dei movimenti.
Resta sempre fuori da sollecitazioni anche la Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, insediata parzialmente da tempo e dalla quale dipende almeno una corretta conoscenza del fenomeno, che scienziati dall'Università di Modena e dal Politecnico di Torino segnalano come urgente e preoccupante, se si vuol tacere delle richieste sacrosante delle famiglie dei militari già ammalati per radiazioni.

A me è necessario avere sottocchio gli elementi conoscitivi minimi, cioè i documenti che stabiliscono internazionalmente date missione e mandato in Afghanistan per le truppe italiane. E ancora come sono state attuate le precise decisioni del parlamento italiano, votate al momento del rifinanziamento della spedizione.
Intendo informazioni, non propaganda, tipo che i nostri soldati, uomini e donne, sono molto amati dalle popolazioni e spupazzano affettuosamente tutti i bambini che incontrano.

Dichiaro che in occasione di spedizioni che già erano avviate nel momento nel quale si è insediato il governo in carica, mi muovo secondo la pratica detta della "riduzione del danno", comunemente conosciuta nelle aree che adottano il metodo dell'azione nonviolenta, e che consiste nel ridurre costantemente e continuamente l'impiego diretto di corpi armati, per collocarli in posizioni sempre meno rischiose e direttamente combattenti e via via trasferire i compiti politici e di ordine pubblico di addestramento e di ricostruzione civile sociale politica e culturale del paese occupato ad imprese civili, a organizzazioni non governative, a corpi civili di pace (da costituite e addestrare, perchè non si possono certo improvvisare senza danni e tragedie).
Anche l'attenzione alla formazione dei Corpi civili di pace sarebbe un argomento utile e addirittura doveroso da parte della Commissione.

A quanto si sa oggi l'Afghanistan non è certo un paese pacificato e stabile, tuttavia la sua fragile instabilità non dipende più dalle cause che hanno portato al vertice il governo Karzai.
Le questioni sono altre e dipendono anche e forse soprattutto dall' incredibile incremento della produzione del papavero da oppio e dalla riscossa dei Talebani che aiutando i contadini nella coltivazione del papavero e smercio dell'oppio, sono molto popolari.
La permanenza di truppe occupanti -come è noto: l'esperienza è gia stata fatta con ampia risonanza mediatica in Vietnam- non facilita la diminuzione del consumo di droga, anzi.
In questo senso una operazione di riduzione della presenza dei militari, sarebbe molto utile.
Poichè tuttavia -venendo via- sarebbe necessario lasciare forze dell'ordine addestrate a lottare contro la coltivazione e smercio dell'oppio, credo si potrebbe utilmente usare per questo compito la Guardia di Finanza -armata ma di solito non combattente- che conosce per lunga storia come si controlla un contrabbando qualsiasi e soprattutto il contrabbando di materle coperte da divieto di fabbricazione o di vendita (le armi stesse) o da monopolio: la capacità riconosciuta alla Finanza per aver tenuto sotto controllo foglia per foglia il tabacco quando era monopolio di stato, può essere messa a disposizione delle Forze dell'ordine afgane e controllare il raccolto del papavero per venderlo alle industrie farmaceutiche, da usare per gli antidolorifici. Poichè non si debbono punire i contadini afgani, se coltivano papavero da oppio invece di thè o di mais, dati i grandi guadagni che ne hanno, una azione coordinata tra Guardia di Finanza, Guardia forestale e organizzazioni non governative dedite al Commercio equo e solidale, configurerebbe una attività organica e razionale, al termine della quale il risultato di aver aiutato i contadini, represso chi smercia droga e avviata una catena di utili relazioni commerciali dai prezzi equi, sarebbe una tale meta civile, che non potrebbe lagnarsene nemmeno il più fermo pacifista e antimilitarista del nostro paese.

Per avviare una uscita di questo tipo sarebbe certo utile una conferenza internazionale, con la presenza del nostro Governo proponente, il Governo Afgano, un Comando di truppe occupanti, una rappresentanza di ong, l'Europa e le N.U.

Chiedo che queste brevi considerazioni vengano messe quanto prima all'ordine del giorno della Commissione e discusse, grazie.

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NOCC, http://nocc.sourceforge.net