Dopo la tragedia, le botte: stupore e rabbia tra la
comunità del Bangladesh
La scorsa notte in un palazzo di via Buonarroti nel
quartiere Esquilino a Roma si è consumata una tragedia
che ha visto la morte di una giovane donna del
Bangladesh e di suo figlio di otto anni, gettatisi dal
quarto piano nell’estremo tentativo di sfuggire alle
fiamme che avevano invaso la loro stanza. Quello che
alcuni organi di stampa si sono affrettati a definire
un “incidente”, sarebbe al contrario secondo le
testimonianze dell’altro figlio della vittima e degli
altri abitanti dell’appartamento la conseguenza
tragica di un folle gesto di un’altra inquilina
dell’appartamento, che sarebbe stata vista appiccare
il fuoco alla porta della stanza in cui Mery e i suoi
figli abitavano, e nella quale stavano vedendo la
televisione.
Numerosi immigrati del Bangladesh e di altri paesi,
insieme con le associazioni antirazziste e i comitati
di lotta per la casa, avevano dunque deciso di dare
vita ad un presidio all’angolo tra piazza Vittorio e
via Buonarroti, per chiedere accurate indagini e
accertare le responsabilità , e per solidarizzare con
il marito e il figlio superstite che nel frattempo
avevano reso le loro dichiarazioni davanti ai
Carabinieri, quando il presidio è stato
inspiegabilmente caricato in maniera violenta dalle
forze dell’ordine presenti sul posto. Ci chiediamo chi
abbia dato l’ordine di attaccare in maniera così
violenta i manifestanti, tra cui donne e bambini,
accanendosi poi contro alcuni dei presenti, che
numerosi hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici:
un comportamento del quale chiameremo le autorità a
rispondere.
E’ possibile che la città di Roma non senta più la
necessità di accertare la verità e di chiedere
giustizia, e che chi lo chieda, ancora sotto shock per
l’accaduto, riceva manganellate al posto di risposte?
Nei prossimi giorni la comunità del Bangladesh
organizzerà una cerimonia pubblica per ricordare la
giovane Mery e suo figlio, non facciamoli sentire
soli.
Associazione del Bangladesh in Italia; Associazione
Senza confine; ARCI Roma
Roma, 13 gennaio 2007
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E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il
possibile.
Coloro che si sono limitati a ciò che appariva loro come possibile,
non hanno mai avanzato di un solo passo
skype: marcantonio68
ichat av - videoconferenza: mlunardi@???
http://www.marcantoniolunardi.it
http://www.documentarista.blogspot.com