Autor: aded Data: Para: la mailing-list del Lecce social forum Assunto: Re: [Lecce-sf] Uranio, due militari contaminati in puglia
Alle 16:15, sabato 6 gennaio 2007, maria ingrosso ha scritto:
> Penso che ci sarebbero centomila ( non uno, ma centomila ) altri
> lavori da fare per sopravvivere, ammesso che proprio di questo si
> tratti, anche in questa nostra sporca società, pur di non rendersi
> strumento della più infame e ripugnante "operazione" imperialista
> della storia che ha inflitto e infligge continuamente supplizi di
> ogni sorta a popoli inermi! Basta col giustificazionismo a tutti i
> costi (...)
Scusate, sono uno di quelli che legge saltuariamente la mailing list,
non scrive, ma in questo caso vorrei proprio dire qualcosa.
Ho degli amici d'infanzia che non vedo da molto tempo (e anche un
parente) che sono militari, chi nell'esercito, chi nella marina, chi
altrove. E non penso di essere l'unico, anzi in questo Meridione quasi
tutti hanno almeno un conoscente che ha intrapreso la vita militare, un
po' per necessità, un po' per "pigrizia", un po' perché non avrebbe
saputo fare altro nella vita (forse sempre per "pigrizia").
Ci sono state rare volte (perché raramente li vedo) in cui ho fatto loro
delle domande, in cui ho provato a parlare delle loro scelte, a
esprimere le mie "forti perplessità" su quel tipo di vita, su quello
che comportava e che avrebbe comportato sempre. Qualche volta mi davano
ragione, qualche volta si trinceravano dietro frasi fatte, slogan che
forse sentivano dire dai superiori per giustificare un intervento,
spesso mi sembrava che -semplicemente- non ci fosse una reale
comprensione delle cose. Per cultura o per indottrinamento.
Questo soprattutto: non avevano e non hanno consapevolezza della
dimensione, dello spessore del problema. Non sanno di essere l'ultimo
anello di una catena che viene sferzata su popolazioni, su persone
loro "pari sociali", con le dovute proporzioni. Perché -avevo
dimenticato di dirlo- l'estrazione sociale di questi amici e parenti è
medio-bassa. Tendente al basso.
Forse qualcuno andrà "convinto", ma quelli che ho conosciuto io, tutti,
vedono nella carriera militare il "posto fisso", e nelle missioni
all'estero, indipendentemente dalla missione, un modo per farsi un
mutuo per la casa e per sposarsi. Che poi sono i modelli (mortiferi) di
questo Sud.
Non sono eroi, non solo per quello che fanno, o che non fanno. E non lo
sarebbero nemmeno se un giorno, per qualche cataclisma geopolitico,
dovessero occupare Israele o gli Stati Uniti, perché lo loro ragioni
sarebbero sempre le stesse.
Non per giustificare, o per sollevare chicchessia dalle proprie
responsabilità. Poi, magari, di colpe ce ne sono tante e ben
distribuite. Chissà cosa penserebbe un guerrigliero del MAND, leggendo
questo thread. Un Occidente che assorbe petrolio a destra e a manca,
inquinando e distruggendo (delta del Niger compreso), quando sarebbe
già in possesso della tecnologia per metterlo al bando. E che fanno gli
occidentali? Guardano, s'indignano. E poi prendono l'auto.
Ora, dico questa banalità perché, così come ho usato la metafora della
catena per i militari (i quali sono gli ultimi anelli, quelli più
lontani dalla mano che ha il potere e la governa), e ad essi
attribuiamo delle colpe e delle responsabilità (probabilmente in parte
a giusta ragione), allo stesso modo non credo di essere io
assolutamente libero, senza un qualche "incatenamento".
Un incatenamento forse anch'esso sporco di sangue, in qualche caso.
Certo, in modo indiretto, meno evidente delle guerre preventive e della
carriera militare. L'elenco sarebbe lungo, ma il guerrigliero del MAND
avrebbe tutte le ragioni per farmelo notare.