(L) italians do it better venerdi 19 gennaio

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Autor: Andrew Royals
Data:  
A: andynet
Assumpte: (L) italians do it better venerdi 19 gennaio
ITALIANS DO IT BETTER

VENERDI 19 GENNAIO 2007 ORE 21.30
presso l'ARCI BLOB di Arcore(MI)

gruppi coinvolti:

EX-P

SATAN IS MY BROTHER

ENIAC

IL BABAU E I MALEDETTI CRETINI



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EX-P
Entità formata da quattro musicisti di strenua
confessione psichedelica, figli della disgregazione
post-moderna, incapaci di operare una scelta tra il
rumorismo jazz e le sigle italiane dei manga
giapponesi, imbarazzati nell'ossequiare i Pink Floyd
come il metal più becero. A distanza di una decina
d'anni, la conflagrazione cede il passo all'esigenza
di costruire un cammino di ricerca più costante e
meditato, dando origine a EX-P.
Permane la fede nell'improvvisazione e nel suono
straniante, professata all'interno della cattedrale
sconfinata del rock. Permane anche la coscienza di
essere fuori tempo massimo, rivolti ad un mondo e ad
un modo musicale ormai in disuso, un po' artigianale,
puro, a suo modo.

Arrangiarsi e non arrangiamento.

La presenza di due bassi elettrici permette di
esplorare a fondo la pesantezza e l'ottusità versatile
dell''unico vero strumento musicale della
contemporaneità, ipertecnologico in superficie e
neo-tribale nelle viscere.
La batteria, libera di distrarsi dal portato ritmico,
può occuparsi di generare colore acustico e rumore
ambientale.

Alessandro Allera: basso elettrico
Andrea Chiuni: basso elettrico, clarino
Diego Rosso: batteria, percussioni

Entity formed by musicians strongly professing their
psychedelic faith , sons of post-modern breaking-up,
incapable of choosing between jazz noise and Italian
tunes of Japanese manga, ill at ease in paying our
respects both to Pink Floyd and to the most tremendous
metal .
After ten years, conflagration leaves room to the need
of building up a more constant and meditative way,
creating EX-P.
Improvisation and an estranged kind of sound are still
the main features, searched inside the huge
territories of rock. We're aware of being a little
late, we often look to a musical world and way of
making music that's run beside the times.
The two electric basses can explore deeply the
heaviness and versatility of the only true
contemporary musical instrument, so technologic on the
surface and neo-tribal at the core. Drums can distract
from rhythms, sometimes becoming an acoustic colour
and environmental noise generator.

Alessandro Allera            electric bass
Andrea Chiuni            electric bass, clarinet
Diego Rosso            drums, percussions


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SATAN IS MY BROTHER

Strade buie e derive notturne. Questa la base di
“Lost on highway”, primo progetto live audio-video di
Satan is my brother, quartetto di Milano formato nella
primavera 2006 da due componenti di Yellow Capra
(chamber-rock su Piloft Recording).

Un viaggio ipnotico che si immerge in cadenze ambient,
stratificazioni elettroniche, e in cui si muovono
fiati free jazz e ritmiche rarefatte. Soffocare o
essere soffocati?





Satan is my brother (eng)

Dark roads, blackened nights. This is the spirit of
“Lost on highway”, first audio-video live project of
Satan is my brother, quartet from Milan founded in the
spring 2006 by two Yellow Capra members (chamber-rock
on Piloft Recording). An hypnotic journey into ambient
cadences, electronic multi-layered sounds, where free
jazz harmonies mix with rarefied rhythms. Suffocate or
being suffocated?





Scheda tecnica:

Batteria

Basso + Ampli

Mixer con laptop + tastiera

2 microfoni per Sax e Trombone



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ENIAC

Eniac è un progetto musicale (umano – elettronico) a
cura di Fabio Battistetti, iniziato nel 1998 come
sperimentazione a bassa fedeltà: basato su una ricerca
sui campionamenti e sulla loro rielaborazione
(distorsione), tecnica che può esser riassunta in
questi termini: “qualcosa di nuovo da quello che non è
nuovo”. Il progetto si è evoluto in una struttura più
concreta e musicale, ed oggi è un set, in continua
evoluzione, di musica electro: dal glitch melodico
all'esplosione di ritmi. L’approccio alla musica ed al
suonare è molto vicino all’attitudine del punk, ed in
certi casi le strutture musicali prodotte riecheggiano
la minimalità del punkrock.





Discografia :

eniac ha pubblicato il seguente materiale audio :
3 demo tape - broadcasting; split con crià cuervos;
sampling 1946
5 cd r - 1946 (2001); split con roccu (2001);
imballi (2003); costruzione (2004); ice estate (2005)
3 video - blowed up (vhs 38 min. ca.); packet
filtering (mpeg 6 min.); the wagon (dvd 30 min.)



Sono stati prodotti altri promozionali tra il 2003 ed
il 2005 ed una serie di brani disponibili sul sito web
di eniac con licenza Creative Commons.

Il materiale musicale prodotto da Eniac è stato
autoprodotto secondo lo spirito del do it yourself,
pratica ed etica condivisa da Fabio Battistetti dalla
metà degli anni 90, quando era coinvolto in
un’etichetta discografica punk rock (non ce n’è
records) e nella produzione di fanzines musicali (non
ce n’è, la mini).



Cronologia :

Nel 2003 Eniac partecipa al progetto Elettro SoundFarm
(ESF): collettivo di giovani musicisti elettronici che
nel 2004 hanno prodotto la compilation omonima
(diventata successivamente una serata itinerante
basata su live set e visuals). La collaborazione con
Sandblasting e Daniele Brusaschetto ha dato l’imput
per l’uscita del cd dello stesso Sandblasting: “El
Paso Sound Wall” (+belligeranza – marzo 2004), nato da
una session live assieme ai due personaggi. Nella
primavera del 2004, eniac è stato selezionato da
Piemonte Groove come rappresentante della musica
elettronica piemontese nel mondo
http://www.piemontegroove.com. Nel 2005 è stato
preparato uno show “electro punk” basato sulla ripresa
di alcuni brani del punk / hardcore in chiave
elettronica, partendo dal do it yourself, musicale ed
attitudinale: caratteristica primordiale del punkrock,
il progetto è stato realizzato in collaborazione con
Violetta Beauregarde. Ha partecipato al challenge di
Elettrowave (Arezzowave). In autunno è stato prodotto
un mini album (ice estate) contenente i brani che sono
stati suonati dal vivo, durante i recenti live. E’ in
preparazione un live set audio – fotografico, sul tema
del muoversi in treno (the wagon); sullo stesso
progetto è stato registrato un album intero, composto
da 6 brani, dal titolo: The Wagon, al momento non
ancora disponibile. Oltre ad Eniac, esistono alcuni
progetti paralleli e di collaborazione, tra i quali
For For A http://www.laminifanzine.it/44A e _SCATOLE
DI PLASTICA_. Eniac lavora anche in progetti
cinematici, nel 2001 ne è stato realizzato uno in
maniera autoprodotta: Blowed Up progetto audio/video
che nasce dalle immagini di un vecchio film,
rivisitate dall’occhio di una telecamera (proiettate
in contemporanea ad uno slideshow di diapositive), con
sopra i temi sonori di eniac; il film è Blow Up
(1966). Alla realizzazione del progetto ha
partecipato, Cristiano Del Mastro, per la parte video.
Nella primavera del 2005 ha partecipato alla rassegna:
In/Off Camera (rassegna di sonorizzazioni dal vivo di
cortometraggi e video – Cafe Liber - Torino),
sonorizzando dal vivo, 2 atti dalla pellicola: BERLIN,
DIE SYMPHONIE EINER GROßSTADT (BERLINO, SINFONIA DI
UNA GRANDE CITTÀ), di Walther Ruttmann, anno 1927; il
risultato di questa sonorizzazione è un dvd, non
destinato al pubblico..



Lo sviluppo è sempre in moto: come ricerca di nuovi
approcci alla forma canzone, partendo dai cut up, e a
forme avanzate di dj set, utilizzando in modo
flessibile strumenti digitali (computers) come
strumenti analogici (acustici), con un etica molto
vicina al diy ed all’open source.



Eniac ha suonato dal vivo, in parecchi contesti, nel
nord Italia, sia in concerti che in performance, ha
condiviso il palco con artisti come: El Muniria, Cock
Esp, Ovo, Yellow Capra, Deep End, Daniele
Brusaschetto, Bugo, Flushing Device, Illogik,
Sandblasting, Allun, Nicola Ratti, Afe, Uncode Duello,
Ronin, Giuseppe Ielasi, Japanese Gum, Port Royal…

Fabio Battistetti è nato a Torino nell’aprile del
1975, lavora come informatico, conduce una
trasmissione radiofonica su Radio Torino Popolare di
musica indipendente (Quindie e Vinyl Crew) e scrive /
gestisce la webzine: la mini.






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IL BABAU E I MALEDETTI CRETINI

Il Babau & i maledetti cretini, band di “rock
regressivo e musica da cameretta”, nasce sul morire
del millennio scorso, partorito da quattro ragazzotti
in un’umile sala prove di un modesto comune sulle
sponde della Martesana.

Il nome del gruppo è ispirato a Il Babau (1967) di
Dino Buzzati, quadro a fumetti che oppone il
misterioso, mostruoso, oscuro Babau che “entra nei
sogni dei bambini” agli adulti, raziocinanti,
realisti, illuministi maledetti cretini che pensano
bene di farlo fuori per poi pentirsene amaramente.

Il dualismo del nome è duplicato nel simbolo della
formazione: un circolo vizioso che racchiude i due
poli del buio terrificante, naturale e soprannaturale
(il Babau) e della presuntuosa, violenta luce
artificiale (i maledetti cretini).

Tale mitologia ha condizionato e continua a
condizionare largamente la produzione propriamente
musicale della banda ed ha ispirato direttamente
Tetralogia, tetra operetta rock articolata in quattro
brani: Antro, Il Babau, Coda, I maledetti cretini.

Assieme ad altri due pezzi (Quella di Vincenzo e
Avviamento con resistenze rotoriche), Tetralogia è
contenuta nel primo ed, al momento, ultimo compatto
disco del gruppo, il (quasi Quasi) concept album dio
Dio mio, che cosa abbiamo fatto, edito nel 2003
dall’oscura etichetta musicale Lautoprodotto.

Sul nascere del millennio in corso, provato
dall’abbandono di due componenti e privato di cuore
ritmico, Il Babau muore. Il terzo giorno è
resuscitato.

Ridotto all’osso, il rimosso ritorna per un rinnovato
omaggio ispirato e commosso a Dino Buzzati nel
centesimo anniversario della sua nascita.

La lettura delle inquietanti e surreali cronache
buzzatiane, più che essere accompagnata, è sostenuta,
condotta dai brani originali de Il Babau, che si
sviluppano come una vera e propria colonna sonora per
le immagini mentali evocate dalle parole. Le musiche
sono caratterizzate da un intreccio complesso di linee
melodiche semplici, dalla cura artigianale di dettagli
essenziali, dal bilanciamento dei pieni e vuoti, dalla
creazione di atmosfere avvolgenti, malinconiche,
claustrofobiche e luciferine che malvolentieri cedono
il passo a isteriche e scheletriche cavalcate rock. La
voce, onirica ed ironica, fa di tutto per resistere
alle tentazioni della musicalità e restare
esemplarmente fedele alla narrazione.



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