[NuovoLab] ECCO LA TRUFFA TAV

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Szerző: brunoa01
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Liberazione, 27.12.06
ECCO LA TRUFFA TAV: I PRIVATISPRECANO
LO STATO PAGA. COSTO: 13 MILIARDI

13 miliardi di euro, tanto dovra' accollarsi lo Stato fin da quest'anno, per ripianare i debiti delle ferrovie dello stato e per farsi carico di tutti i costi delle infrastrutture ferroviarie, abbandonate dai privati dopo l'abbuffata della legge obiettivo.
Sta scritto nella Finanziaria, in 8 commi del maxiemendamento varato dal Senato e confermato dal voto finale della Camera.
13 miliardi per rilanciare un'infrastruttura “promessa” agli italiani da Silvio Berlusconi e dal suo ministro Pietro Lunardi, fortemente contestata dalle popolazioni locali e, adesso che le societa' private partecipanti non hanno onorato i debiti con le banche e hanno contratto mutui attraverso la societa' pubblica Infrastrutture spa, e' il popolo italiano, attraverso il suo governo, che dovra' farsene carico.

SU QUESTO SCANDALO CI VUOLE UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA

di Paolo Cacciari

Con alcune norme inserite all'ultimo momento, senza alcun dibattito parlamentare, senza informare i contribuenti, si e' giunti all'epilogo del piu' grande scandalo finanziario pubblico dal dopoguerra.
Una somma gigantesca, 13 miliardi di euro, un terzo di tutta la finanziaria, andranno a pagare i debiti fin qui maturati dalle societa' delle Ferrovie dello Stato che hanno dato in concessione la realizzazione del Treno ad Alta Velocita'.
Le banche che hanno anticipato i denari e le grandi imprese che li stanno spendendo a piene mani possono stare tranquilli.
A pagare a pie' di lista sono i contribuenti, il popolo che paga le tasse, compresi quelli che sulla tav non ci saliranno mai.
Compresi gli abitanti di tutte le valli e di tutte le pianure italiane devastate dalla nuova mega infrastruttura.
Il “modello Tav” era stato sbandierato come il piu' efficiente mezzo per raccogliere finanziamenti privati e per mettere a reddito le infrastrutture.
Ne' l'una, ne' l'altra condizione si ' verificata.
Ani, le concessioni dirette, senza gara, ai “general contractor” si sono rivelate un pozzo a fondo perduto per le finanze dello Stato: preventivi raddoppiati, consuntivi quadruplicati, capitali da rimborsare con interessi stabiliti dalle banche.
Il tabu' dei “parametri di Maastricht” che – quando vogliono – le autorita' monetarie fanno vlere per imporre tagli a pensioni, sanita' e scuola non contano quando si tratta di ingrassare con denari pubblici gli affari privati di grandi imprese e banche.
13 miliardi sono un'enormita'; quasi un punto in piu' sul deficit di quest'anno: che per questa ragione aumentera' dal 4 e mezzo a oltre il 5%.
E poco meno di un punto del famoso prodotto interno lordo.
E non saranno nemmeno gli ultimi!
Non c'e' segno di rinsavimento nei dicasteri che governano lo “sviluppo”.
I lavori per la continuazione della Tav trovano in altri commi della legge finanziaria altri denari freschi (per la precisione 8 miliardi e 100 milioni da qui al 2021), anche se non si conoscono ancora i progetti esecutivi dei nodi come il sottopasso di Firenze e che i preventivi della tratta Bologna – Firenze si sono quadruplicati.
Ma come e' noto, c'e' ancora chi insiste sulle tratte Trino – Lione, Milano – Trieste, Milano – Genova.
Vi sono poi le bombe ad orologeria accese con la “legge obiettivo” di Berlusconi (ma che paice tanto anche ad alcuni ministri di questo governo) che ha dato il via libera ad una serie di opere (piu' di 350) senza adeguata copertura finanziaria e senza seri piani tecnico – finanziari di gestione.
Se non verranno subito fermate e azzerati i relativi contratti con i concessionari la voragine del debito pubblico sara' tale da devastare le finanze pubbliche per la prossima generazione.
E non ci si venga a dire che non si sapeva.
Con il “modello Tav” - scriveva Marco Travaglio nel 2004 in “Le grandi opere del Cavaliere” di Ivan Cicconi - “Si riesce addirittura a nascondere sotto il tappeto del bilancio dello Stato la montagna di debiti che il nuovo sistema produrra', anzi sta gia' producendo.
Li vedremo affiorare tra qualche anno, quando sara' troppo tardi e ai cittadini non restera' che mettere mano ai portafogli per evitare la bancarotta dello Stato”.
Il triste momento e' giunto.
Sarebbe giusto e saggio aprire una riflessione pubblica e trasparente (Rifondazione ha proposto una legge per l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla tav), dichiarare pubblicamente il default della tav e fare per tutte le altre “grandi opere” cio' che si e' fatto per il Ponte sullo Stretto: azzerarle.
Bisognerebbe finirla con i giochi finanziario di prestigio, con le opere di regime, con le procedure speciali che mortificano i poteri locali e favoriscono i grnadi gruppi di imprese.
La sfida del debito pubblico va accettata; sono sicuro che faremo delle scoperte interessanti su chi sono i veri beneficiari, a partire dall'energia e dagli investimenti militari.

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