[Forumlucca] Il bastone tedesco

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Autore: massimiliano.piacentini@tin.it
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To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Il bastone tedesco
DA"Il Manifesto"

I mercanti del tempio
Ida Dominijanni

Con l'aiuto di
Maria troveremo il coraggio di dire no agli inganni del potere, del
denaro, del piacere, ai guadagni disonesti, alla corruzione e
all'ipocrisia, all'egoismo e alla violenza. Di dire sì al messaggio
della Croce e all'onnipotenza del bene; di estrarre dalle radici
cristiane dell'Europa l'essenza per costruire la civiltà dell'amore e
voltare le spalle a quella dello sfruttamento e della strumentalità.
Sono parole di papa Benedetto XVI e a noi, laici e cattolici, non resta
che unirci a lui in questa convinta invocazione. Se non da Maria, da
chi chi dovrebbe venirci un sostegno?
Non dal vicario di Dio, che
mentre con le parole pronuncia questi auspici li smentisce con la
pratica. Da anni e anni e ogni anno peggio dell'anno precedente, nella
capitale della chiesa cattolica e dello stato laico, la pratica del
culto dell'Immacolata assume le sembianze di una sorta di girone
dantesco: a imitazione dell'Inferno degli scialacquatori, dei golosi,
dei simoniaci e degli adulatori più che del Paradiso che Ratzinger cita
a esempio della devozione per la Vergine. Sacro e profano, la via del
pontefice e la via dello shopping, il turismo vaticano e il turismo
vacanziero si mescolano indistinti e indistinguibili fra un ingorgo e
l'altro, un'attesa disperata per l'autobus e una sosta speranzosa al
bar, una transenna rispettata e una violata, santificati dall'omaggio
al pontefice dei commercianti di via Condotti e uniti dall'unico culto
che conta davvero, quello della personalità. Il papa per l'occasione, e
tanto meglio se si aggiungono il sindaco di Roma e quello di Parigi, e
il presidente della provincia con la figlia benedetta di nome e di
fatto, a incarnazione del patto di ferro che lega in Italia il governo
dei cittadini e la pastorale delle anime.
Il solo patto stabile, come
sappiamo dalle cronache del Palazzo, che stabilmente governi il paese,
da centrodestra o da centrosinistra non importa, e che stabilmente
viola tanto i principi dello stato laico quanto quelli dell'etica
cristiana. Sullo sfondo del culto della Vergine Madre risuona come
un'eco lontana l'impietoso articolato della legge 30 sul problema
sociale dell'infecondità; stona con la celebrazione di qualsivoglia
culto la sordità su cui rimbalzano in tv gli appelli di Piergiorgio
Welby dalla sua agonia senza pietà; contraddice ogni inno alla civiltà
dell'amore la ferma e inflessibile barriera vaticana alla
regolarizzazione civile delle unioni sacralizzate da un sentimento ma
non dal matrimonio. Per ognuno di questi e di altri campi, freddamente
detti «eticamente sensibili» ma che caldamente toccano la condizione
umana di tanti e tante, la sovrapposizione e la rincorsa fra il potere
temporale del Vaticano e il potere politico dello Stato non fa che
annodarsi in un ingorgo paralizzato e paralizzante, che erode tanto le
basi della cittadinanza quanto quelle della fede. Né Paola Binetti né
Anna Serafini avranno la grandezza d'animo di intenderlo, ma in tempi
in cui sacro e profano si confondono nel mercato dello shopping
natalizio, presidiare le ragioni della laicità sarebbe l'unica
strategia lungimirante per presidiare, contemporaneamente e con la
stessa forza, anche quelle della religiosità.