"Non e' un segreto che avevamo ottimi rapporti con il governo precedente, ma
Prodi e' da sempre un amico di Israele, gia' dal tempo della presidenza della
Commissione Europea e senza il suo aiuto non avremmo potuto risolvere il
problema delle esportazioni dai territori israeliani verso l'Unione Europea"
Ehud Olmert
_________________________________________________
Ricollegando alle mail presenti di Elisabetta sulla forma di protesta basata sul
boicottaggio dei prodotti provenienti dallo Stato d'Israele, aggiungo solo che
per avere un'idea dei volumi messi in gioco dal punto di vista commerciale tra
Italia ed Israele (cioè di quanto hanno parlato Olmert e l'amico Prodi) si
possono consultare interessanti siti istituzionali, tra i quali ricordo:
"Israel Italy Chamber of Commerce and Industry"
http://www.italcham.org.il/info_page.asp?info_id=301
"Israel Export & International Cooperation Institute"
http://www.export.gov.il/Eng/
e le tabelle a cura del "Central Bureau of Statistics" in:
1) tabella D 1. (Trade Countries -Imports and Exports) e
http://www.cbs.gov.il/fr_trade/td1.htm
2) tabella D. 4 (Imports and Exports, by Commodity Groups - Italy)
http://www.cbs.gov.il/fr_trade/d4t4.htm
Edoardo Magnone
_____________________________________________________
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2053743524.html
ANSA (ROMA) Un abbraccio nella Loggia di Raffaello a Villa Madama ha suggellato
l'incontro di oggi tra il premier israeliano Ehud Olmert e Romano Prodi: un
incontro con ''un amico'', secondo il premier israeliano. Una visita lampo
quella di Olmert che si conclude in serata dopo l'incontro stamane in Vaticano
(''ho invitato il Papa a venire in Israele e lui mi ha dato la sua
disponibilita' di principio, anche se la questione dei tempi sara' stabilita
piu' tardi).
Dopo il capo del governo italiano Olmert ha visto il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, e i vicepremier Massimo D'Alema e Francesco
Rutelli. Sostanzialmente d'accordo sulla necessita' di proseguire sulla strada
della Road map per arrivare alla pace in Medio Oriente - ''impossibile'', a
giudizio dei due premier, senza il supporto americano ed europeo -; sulla
condanna della conferenza revisionista dell'Iran definita ''antisemita'' da
Olmert e che ha suscitato ''sdegno'' nel premier italiano. Sul dialogo con la
Siria, i due capi di governo non hanno nascosto le differenze tra l'
impostazione italiana e quella israeliana. ''Entrambi - ha spiegato Prodi -
siamo interessati ad una prudenza e ad una difesa assoluta ed intransigente dei
principi ed abbiamo lo stesso obiettivo: proteggere l' indipendenza del Libano e
fare in modo che il governo di Siniora possa superare questo periodo di
difficolta'''. Olmert, invece, ha ribadito cosi' il suo rifiuto a trattare con
la Siria: ''Non ci sono divergenze tra noi sulla necessita' assoluta di
mantenere l'indipendenza del Libano ed evitare la continuazione di atti
provocatori per destabilizzare il Libano''.
E ha evidenziato che ''questo e' stato il tema al centro dei colloqui, non le
idee ipotetiche e teoriche su un dialogo con uno stato che non vuole cambiare
la sua politica aggressiva e intransigente''. Olmert ha quindi ringraziato
Prodi per il suo contributo alla risoluzione 1701 che ha sancito la tregua tra
Israele e Libano dopo la guerra di quest'estate. ''La ringrazio per lo sforzo
enorme che ha fatto, che non molti conoscono, per portare alla risoluzione 1701
del Consiglio di sicurezza''. Da parte sua il premier italiano ha sottolineato
la gioia nell' apprendere che lo sforzo dell'Unifil e' pienamente condiviso sia
per le intenzioni sia per il metodo. L'obiettivo e' custodire la pace e
l'integrita' del Libano''. Olmert ha inoltre piu' volte lodato l'impegno di
Prodi, parlando di amicizia e stima reciproca: ''Non e' un segreto che avevamo
ottimi rapporti con il governo precedente, ma Prodi e' da sempre un amico di
Israele, gia' dal tempo della presidenza della Commissione Europea e senza il
suo aiuto non avremmo potuto risolvere il problema delle esportazioni dai
territori israeliani verso l'Unione Europea''. Parole ricambiate dal capo del
governo italiano che, aprendo la conferenza stampa a Villa Madama, ha
sottolineato gli ottimi rapporti tra i due Paesi.
''Voglio dare il benvenuto ad un amico - e' stato l'esordio - prima che al primo
ministro. Abbiamo avuto una lunga conversazione e abbiamo constatato con grande
soddisfazione l' eccellente stato delle relazioni dei due Paesi, tra i quali
c'e' una collaborazione ottima indipendentemente dalle maggioranze che
governano''. Per quanto riguarda le tensioni israelo-palestinesi, Prodi ha
evidenziato che l'attuale ''status quo in Medio Oriente non e' sostenibile a
lungo. Il dialogo va iniziato. Auspico e faccio pressioni perche' l'incontro
fra Olmert ed Abu Mazen si possa presto attuare. Per ora comunque, per il
processo di pace bisogna muoversi con piccoli passi''. Il Professore ritiene
infatti che ''nel breve periodo non si possa arrivare ad una Conferenza di
Pace, ma va compiuto ogni sforzo per alleviare le tensioni soprattutto a
Gaza''. Prodi ha citato i problemi principali:scambio di prigionieri; risorse
che devono arrivare agli abitanti di Gaza; comunicazioni fra Gaza ed il mondo
esterno.
E quindi ha detto che ''ne' l' Italia ne' Israele si vogliono distaccare dalla
road map'' per la pace in Medio Oriente. L'Italia e Israele - ha proseguito il
premier - sono impegnate fortemente per la pace e la stabilita' in Medio
Oriente, per aprire le porte alla pace''. Il presidente del Consiglio italiano
ha espresso il suo sdegno per la conferenza negazionista di Teheran. Olmert ha
sollecitato ''un'azione coordinata, internazionale per evitare che l'Iran
diventi una potenza nucleare, un Paese caratterizzato da un governo
antisemita''. Poi, riferendosi alla prossima presidenza italiana dell'Onu,
Prodi ha detto che ''sara' parte attiva nella definizione delle sanzioni, che
dovranno essere mirate al nucleare, per rendere impossibile all'Iran la
fabbricazione e l'uso di strumenti nucleari a scopo bellico''. Il Professore ha
spiegato che questa sua posizione conferma una linea ''portata avanti nei mesi
scorsi. Anche la missione in Libano fa parte di una strategia politica ben
precisa basata su azioni concrete e chiare con degli obbiettivi determinati. Io
ho posto dei punti interrogativi ad Olmert e li porro' anche al prossimo
Consiglio europeo di Bruxelles'', per fare qualcosa riguardo al processo di
stabilizzazione nell'area mediorientale.