Per tutt@ quell@ che volevano informazioni.
Dopo l'aggressione gratuita di martedì scorso al Pigneto contro due ciclisti
di passaggio, colpevoli di essersi "impicciati" di una cosa che non li
riguardava, un pestaggio in strada originato da una discussione precedente,
storie di cani.... Possibile?
Una banda che rivendica la "proprietà" del territorio, una banda che non
gradisce nemmeno l'isola pedonale, le biciclette rompono le scatole,
vorrebbero riaprire al traffico l'isola, basta con le zecche...
Ste belle parole fanno presa sui ragazzini. In molti hanno giustificato la
banda di picchiatori.
L'amministrazione del municipio è latitante, i problemi di degrado
dell'isola pedonale sono stati segnalati da mesi e mesi, associazioni,
cittadini e comitati hanno elaborato proposte, soluzioni.... risposte zero.
L'isola pedonale non è affatto pedonale, automobili e moto a tutte le ore.
Non è la prima volta che abbiamo a che fare con questo tipo di mentalità,
sicuramente non sarà l'ultima.
C'è una lobby potente, governa Roma da anni e anni. Usa e manovra anche
manovalanza spicciola, l'abbiamo verificato per la vicenda "laghetto", per
chi se la ricorda l'immensa baraccopoli dove dovrebbe sorgere l'università,
l'abbiamo verificato per il cinema Aquila, forse anche questa volta ci
troveremo a tirar le somme di altre losche faccende. Sull'isola pedonale c'è
la "Serono" uno dei famigerati poli identificati nel contratto di quartiere,
polo ricettico, ricreativo, polifunzionale, alberghiero (!). I lavori sono
in dirittura d'arrivo. Investimenti miliardari. Siamo malfidati? Chissà?
Nel frattempo il nostro amato sindaco lunedì prossimo firmerà un protocollo
di intesa con le ferrovie.
Poteri speciali. Dalla nuova stazione tiburtina fino all'Appia, rispunta
fuori la maledetta circonvallazione, un'autostrada sotterranea e non, già
combattuta da parecchi comitati e "eliminata" dal piano regolatore.
Cemento e asfalto e ancora automobili, a Roma ne abbiamo quasi una a testa,
parcheggi, strade e strade.
Poi anche le due complanari alla A24 Roma L'Aquila. Non conto più i giorni
di sforamento delle centraline.
Questa città non è per gli esseri umani. E' il regno degli affaristi, che
gliene frega assai dell'aria e di dove vive la gente. Riescono anche a
fargli credere che stanno lavorando per loro.
Siamo un po' a non crederci e non è la prima volta che ci troviamo a
contrastare manovre sporche.
Anche con le biciclette che rompono le scatole.
Aggiornamenti sulle iniziative a breve.
Questa è una bozza di testo elaborata dopo una riunione ieri al comitato di
quartiere e avrà le firme di cittadini, associazioni etc.
In quale quartiere vogliamo far crescere i nostri bambini
Nelle ultime settimane la zona del Pigneto è stata oggetto di ripetuti
episodi di violenza. Minacce, pestaggi, accoltellamenti avvenuti nelle ore
della notte così come durante il giorno hanno visto come teatro l'Isola
Pedonale, uno dei luoghi più frequentati del quartiere.
La domanda per tutti ora è: in che quartiere vogliamo vivere?
I problemi del Pigneto sono tanti e comuni ad altri territori.
· La speculazione immobiliare ha costretto tante famiglie a lasciare
la propria casa, così come gli studenti a sostenere prezzi insostenibili
per un letto, o i più deboli a vivere in trenta in una stanza.
· L'assenza di reali politiche dell'accoglienza crea ghettizzazione e
difficoltà d'inserimento per chi arriva da altri paesi in cerca di una vita
dignitosa.
· La precarietà della vita e il lavoro nero costringono a condizioni
di emarginazione sociale.
· La ridefinizione degli spazi è inadeguata alle reali esigenze di
questo quartiere. Una per tutte: dov'è che giocano i bambini?
· La mancanza di investimenti mirati alla crescita culturale dei
giovani per contrastare l'abbandono scolastico e la sottocultura del
bullismo, privilegiando la cultura 'una tantum' stile Notte Bianca;
· L'insufficienza di fondi per la pulizia ordinaria delle strade, per
la manutenzione dei giardini e la salvaguardia dei percorsi pedonali.
Dietro a tutto ciò, c'è chi si arricchisce e chi chiude gli occhi. Ma
soprattutto c'è chi non trova soluzioni, e dall'altra incita alla guerra tra
poveri.
Puntiamo il dito verso chi ha la responsabilità politica e amministrativa
della città e non sa dare risposta a questi problemi.
Ormai da mesi associazioni, singoli/le cittadini, il comitato di quartiere,
hanno sviluppato proposte e fatto richieste esplicite al VI municipio,
perché si assuma le proprie responsabilità e dia risposte concrete che non
si limitino a belle parole o a misure di ordine pubblico ma che diano
effettiva risoluzione al disagio sociale e alle difficoltà della convivenza.
Non accetteremo mai che si venga pestati solo perché si passa nel luogo
sbagliato nel momento sbagliato o non ti sei fatto i 'cazzi tuoi'.
E' sicuramente nel nostro interesse intervenire direttamente contro
atteggiamenti come menefreghismo, arroganza e prepotenza di chi:
· viene a farsi i comodi propri la notte così il giorno;
· di chi cura i suoi affari (più o meno leciti) in bottega o per la
strada;
· di chi qui ci abita da un giorno così di chi ci vive da una vita.
Ma è nostro dovere non accettare la violenza premeditata per la soluzione
dei problemi, per l'affermazione dei propri interessi, per vendicare un'offesa.
Il Pigneto non si merita questo clima di violenza e intimidazione, che non
ha esclusivamente un accento spagnolo, slavo o africano.
Il Pigneto non ha bisogno di sceriffi, boss e picciotti, non ha bisogno di
polizia e security, così come di parassiti e spacciatori di morte.
Il Pigneto non vuole essere considerato un quartiere 'alla moda' su cui
speculare meglio, terra di nessuno da colonizzare culturalmente e parco
giochi per gli sballati di tutta Roma.
Questo quartiere ha bisogno del nostro entusiasmo e della nostra
partecipazione per salvaguardare la civile convivenza, difendere i livelli
di socialità e la possibilità per tutte e tutti di esprimersi e vivere
liberamente le piazze e le strade del quartiere, senza paura.
L'isola pedonale non è della Serono spa, ne di tizio o caio. L'isola
pedonale è uno spazio pubblico conquistato anni fa con le lotte degli
abitanti per strappare al degrado un pezzo di quartiere e restituirlo come
luogo libero dal traffico per migliorare la qualità della vita.
La storia di questo quartiere è una storia di battaglie collettive, di
solidarietà attiva e di senso di comunità. Questa è sempre stata la sua
forza e questo deve essere il clima dove far crescere i nostri bambini.