[Badgirlz-list] Apple pollutions

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Greenpeace boccia Apple

La periodica (e contestata) classifica
dell'associazione ambientalista
sembra spronare alcuni produttori e lasciarne
indifferenti altri.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-12-2006]

Greenpeace gongola: la pressione esercitata sulle
multinazionali
dell'hardware inizia ad avere effetto. Lo scorso
agosto, è stata
pubblicata
la prima lavagna dei buoni e i cattivi (l'Eco guida ai
prodotti
elettronici)
dell'associazione ambientalista, ed era stata una
batosta per
l'immagine di
molti produttori.

Oggi, con l'edizione dicembrina dalla guida,
pubblicata per ovvi motivi
sotto Natale, la maggior parte delle società ha
mostrato impegno a una
produzione più "amichevole" dal punto di vista
ambientale.

Il bollino verde del più virtuoso spetta ancora a
Nokia. I finnici
meritano
la lode per la loro linea di condotta sui prodotti
chimici e la cura
per lo
smaltimento dei propri prodotti usati. Rimane ancora
del lavoro da fare
per
quanto riguarda l'eliminazione graduale del PVC nei
prodotti.
"Siamo di fronte a una svolta globale verso computer
più verdi, con
Acer e
Lenovo impegnati a eliminare l'uso di prodotti chimici
pericolosi dalla
loro
gamma," sostiene Iza Kruszewska, attivista Greenpeace,
sottolineando
che le
due aziende sono salite, dagli ultimi posti, a metà
classifica.
Nonostante i progressi fatti da alcuni fabbricanti
(marcati a uomo da
Greenpeace) rimane una macchia inquietante nel
rapporto: Apple continua
a
rimanere indietro in quanto a produzione "verde".

"Abbiamo assegnato alla mela l'ultima posizione", dice
la Kruszewska,
"perché non ha fatto assolutamente alcun miglioramento
nelle linee di
condotta o nelle pratiche produttive, a differenza di
tutti i
concorrenti.
Apple è il leader mondiale per innovazione e design,
ma qui non riesce
a
tenere il passo dei colleghi".
A Cupertino sicuramente non saranno contenti:
commentando la classifica
di
agosto, che già li vedeva arrancare, la società
dichiarò: "Apple ha
un
curriculum ambientale invidiabile: siamo stati
pionieri nel bandire
sostanze
tossiche come mercurio, cadmio e cromo esavalente,
come pure molti BFR
(i
ritardanti di fiamma al bromo). Siamo stati i primi a
eliminare
completamente dalla nostra linea di produzione i
monitor catodici, che
contengono piombo".
Al di là dei buoni e dei cattivi, rimangono molte
perplessità su
questo tipo
di pagelle. Come detto in precedenza, il processo
produttivo è solo
una
parte dell'impatto ecologico dei prodotti elettronici.
La loro durata
prima
della sostituzione è un altro, importantissimo
aspetto.
Le politiche di marketing delle case produttrici sono
tutte volte a
sostituire pezzi ancora funzionanti. Ne è un esempio
la campagna
Microsoft/IDC a sostegno di Vista. Le pagelle di
Greenpeace, quindi
potrebbero paradossalmente premiare queste strategie
di turnover
accelerato.
L'emergenza ambientale sui rifiuti informatici è stata
dibattuta a
Nairobi
la settimana scorsa in un evento promosso dalle
Nazioni Unite. I
rappresentanti di 120 governi hanno discusso per una
settimana sull'uso
di
sostanze tossiche e smaltimento di computer e
telefonini.
Secondo l'ONU, ogni anno in tutto il mondo si generano
50 milioni di
tonnellate di rifiuti informatici. "Solo nel porto
nigeriano di Lagos,
ogni
mese arrivano 100.000 computer," sostiene Achim
Steiner,
sottosegretario
generale e direttore del Programma Ambiente dell'ONU,
"gran parte di
questi
sono del tutto inutilizzabili. In altre parole, stiamo
utilizzando
l'Africa
come discarica".

Questi sono i veri problemi legati all'inquinamento
informatico.
Mettere un
bollino verde su un prodotto fighetto all'ultimo grido
non sembra
essere una
soluzione.

Michele Bottari - Quelli di Zeus




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