[NuovoLab] Cioccolato alla cannabis sul Web

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Autor: Edoardo Magnone
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] Cioccolato alla cannabis sul Web
leggo da http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo339328.shtml ed
allego.
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Cioccolato alla cannabis sul Web
Gb, arrestata un coppia di produttori

Due coniugi gallesi, Mark e Lezley Gibson, sono finiti in manette dopo aver
venduto su Internet cioccolata alla marijuana per alleviare le sofferenze dei
malati di sclerosi multipla. Nei loro confronti l'accusa è di coltivazione e
traffico di stupefacenti. Nel giro di due anni, i due, aiutati da un amico,
Marcus Davies, hanno spedito in giro per il mondo oltre 22mila barrette al
cacao aromatizzate alla cannabis.

La coppia, "a fin di bene", in poco tempo aveva organizzato una vera e propria
impresa per produrre gustose tavolette alla marijuana, trasformando la
singolare iniziativa in un inedito business online. Soltanto tra l'inizio del
2004 e il febbario del 2005, i tre hanno venduto e spedito oltre 20mila pezzi
in tutto il mondo. Semplice il meccanismo di acquisto. Per ordinare le
tavolette alla cannabis, infatti, era sufficiente collegarsi al sito
thc4ms.org, fornire le prove di essere affetti dal virus della sclerosi
multipla e versare una piccola donazione per coprire le spese di produzione.

Le speciali confezioni di cioccolato, dal peso di 150 grammi, contenevano 3,5
grammi di marijuana e il loro commercio proibito è stato scoperto il gennaio
scorso, quando un carico proveniente dalla "fabbrica" segreta dei Gibson si è
aperto durante una spedizione, destando subito sospetti nel funzionario della
posta incaricato di consegnare il controverso medicinale.

Stando a Lezley Gibson, anch'essa colpita dalla terribile malattia, il tutto è
nato per realizzare una una campagna a favore dell'uso delle droghe leggere per
scopi terapeutici e non certamente per lucrare sulla sofferenza altrui. Di
opinione diversa è invece l'accusa che, a fronte della linea difensiva, taglia
corto: "Somministrare cannabis perché così facendo si crede di fare del bene
non costituisce un alibi". Ora i tre rischiano fino a 14 anni di carcere.

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Per approfondimenti rimando volentieri all'Associazione per la Cannabis
Terapeutica:
http://www.medicalcannabis.it/#