[NuovoLab] Stava per fuggire il prete accusato di pedofilia

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Autore: Edoardo Magnone
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] Stava per fuggire il prete accusato di pedofilia
Trovato in casa il biglietto per il Nicaragua: il magistrato conferma l’arresto
del religioso

Stava per fuggire il prete accusato di pedofilia

Indagato per altri reati anche il suo commercialista: riciclaggio di denaro e
truffa

CAGLIARI. Aveva già organizzato la fuga ma prima che potesse metterla in atto
sono arrivati i carabinieri della compagnia di Cagliari e lo hanno portato a
Buoncammino da dove è stato poi trasferito nel carcere di Parma. Ha una sfilza
di accuse che pesano come macigni padre Marco Dessì, il religioso originario di
Villamassargia arrestato in casa della sorella per pedofilia.

Ieri mattina il pubblico ministero, Lucia Russo, ha convalidato l’ordinanza di
custodia cautelare con lo scopo di impedire al prete di reiterare il reato di
violenza sessuale su minori e di inquinare le prove. Il missionario sarà
sentito nei prossimi giorni, in carcere, dal sostituto procuratore della
repubblica che conduce le indagini alla presenza dell’avvocato di fiducia, Pier
Luigi Concas.

I militari durante la perquisizione in casa gli hanno trovato i biglietti
aerei: destinazione Managua via Milano con un volo delle 9,30 della stessa
mattinata. Padre Marco, religioso della congregazione Divino Gesù operaio e
fondatore di una comunità per piccoli bambini abbandonati in Nicaragua era
tornato nell’isola da poco più di una settimana. Sapeva che la sua libertà
aveva i giorni contati. Anche la Chiesa lo aveva invitato esplicitamente a
tornare in Italia e ritirarsi in convento. Forse aveva affrontato questo
viaggio per salutare i suoi familiari e magari salvare la faccia ai loro occhi,
ma soprattutto per curare e alleviare le sofferenze causate da un tumore ai
polmoni. Se per il religioso le imputazioni vanno dalla violenza sessuale
continuata su ragazzini di età fra i sei e i 12 anni i suoi guai con la
giustizia potrebbero non fermarsi qui.

Oltre alle accuse di pedofilia i magistrati stanno indagando su altre ipotesi
di reato in concorso con altre due persone di nazionalità straniera: il suo
commercialista in Nicaragua e una terza persona, forse un componente della
comunità di Chinandega che risultano indagate per reati che vanno dal
riciclaggio di denaro alla truffa all’appropriazione di immobili e tentativi di
corruzione di testimoni. A mettere nei guai il prete sono una marea di
testimonianze: sono una ventina i ragazzi che avrebbero subito e raccontato
quanto il prete li costringeva a fare. Ma non solo. A quanto pare otto di
questi ragazzi ora diventati più grandi hanno raccontato di violenze che
risalgono alla metà degli anni ’80. Ad aggravare una situazione già
pesantissima il religioso avrebbe tentato con la complicità del commercialista
di corrompere le piccole vittime delle violenze offrendo loro dai 30 ai 40 mila
dollari in cambio della ritrattazione o del silenzio. E in certi casi
minacciando di ucciderli se avessero rifiutato. Gli squallidi giochi erotici
padre Marco li praticava, secondo le accuse, in Nicaragua con alcuni bambini,
orfani e trovatelli, ospiti della sua comunità. Ma anche in occasione di alcune
feste e meeting che organizzava in giro per il mondo, tra cui Houston nel Texas,
dove raccoglieva fondi per mandare avanti la comunità, ma che secondo i
movimenti di denaro accertati dagli inquirenti andavano a finire nei suoi conti
privati, alimentando i cospicui conti bancari e patrimoni immobiliari: case,
terreni, auto, tv al plasma. Ancora da accertare il racconto di un ragazzino
nicaraguense ospitato a Villamassargia per le vacanze e poi violentato dal
religioso con la complicità di un amico di nazionalità straniera.

In Sardegna l’arresto di don Marco Dessì ha avuto effetti devastanti nelle
persone che da vari anni e a vario titolo hanno collaborato con il missionario
per raccogliere fondi per la missione di Chinandega. Anche gli abitanti del
comune di Correggio non credono alle accuse mosse al missionario. In questi
anni l’ammnistrazione comunale del centro di Reggio Emilia aveva stanziato
oltre 700 mila euro per la realizzazione di alcuni progetti regolarmente
realizzati. In quella missione padre Dessì è riuscito a sfamare ogni giorno
oltre 800 bambini, a costruire un ospedale ed un efficientisimo centro dialisi,
scuole professionali e servizi sociali di eccezionale efficienza.
I membri dell’associazione Rock No War gli è stata vicina fino a settembre
quando sono arrivate le prime segnalazioni e i primi gravissimi sospetti.

(07 dicembre 2006)