Gara > Azkenak > Euskal Herria 15:45 | 2006-12-06
CALENDARIO LAVORATIVO
LAB": La Costituzione spagnola nega i diritti di questo paese"
Il segretario generale di LAB, Rafa Díez, ha dichiarato oggi che "la  
Costituzione spagnola non raccoglie il diritto a decidere liberamente e  
democraticamente il nostro futuro" e che "è uno strumento giuridico che  
viene posto affinché il conflitto politico si mantenga."
SAN SEBASTIAN -. Il segretario generale di LAB, Rafa Díez Usabiaga, ha  
considerato oggi che "è ora" che tutte le organizzazioni politiche,  
compresa la sinistra indipendentista basca, "abbiano ora condizioni  
democratiche per potere affrontare un dialogo nelle stesse condizioni di  
uguaglianza per lo sviluppo dei loro progetti politici."
Rafa Díez ha fatto queste dichiarazioni nel corso di un concentramento  
organizzato dal sindacato LAB dietro la parola d’ordine "Inposaketarik ez!  
Lan egutegi propioaren alde! " (No alle imposizioni!, NdT), nel Boulevard  
di San Sebastián.
Il segretario generale di LAB, facendo riferimento alle dichiarazioni sul  
processo realizzate dal segretario generale di UGT-Euskadi, ha affermato  
che ci sono elementi interessanti "in esse perché "si dice che è ora che  
Zapatero faccia passi avanti e rompa col pressing politico e sociale che  
stanno facendogli il PP ed altre organizzazioni, come che faccia  
cambiamenti giuridici affinché la sinistra indipendentista basca possa  
agire in politica come qualunque altra organizzazione."
D'altra parte, il dirigente di LAB ha reiterato che la Carta magna "nega i  
diritti di questo paese" poiché "non rispetta il diritto a decidere"  
liberamente e democraticamente il nostro futuro ed è uno strumento  
giuridico che si pone affinché il conflitto politico si mantenga."
Ha sottolineato anche che la Costituzione spagnola "non può essere mai  
freno né ostacolo alla volontà popolare dei baschi e la legalità vigente  
dovrà sempre adeguarsi alla posizione maggioritaria della società basca."
In questa maniera, Rafa Díez ha criticato il fatto che questo giorno di  
festa "significa un'imposizione in quello che è il calendario lavorativo  
di questo paese", per cui ha reclamato all’Esecutivo di Ibarretxe ed al  
Governo navarrese che "abbiano capacità politica per potere definire uno  
spazio simbolico basco dove si decidano anche elementi tanto semplici e  
concreti come le feste lavorative."
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