[Forumlucca] Fw: Esperienze di RACCOLTA DIF FE REN ZIA TA ..…

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Autore: Alessio Ciacci
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To: noinc, forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Fw: Esperienze di RACCOLTA DIF FE REN ZIA TA .... a confronto.

----- Original Message -----
From: Giuliano Ciampolini
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Monday, December 04, 2006 7:00 PM
Subject: Esperienze di RACCOLTA DIF FE REN ZIA TA .... a confronto.


Carissimi/e, venerdì 1 dicembre, ho partecipato ad un bella "Giornata di studio", promossa dalla Provincia di Lucca, intitolata: DIF FE REN ZiA RE PERCHÉ ?
Sistemi avanzati di raccolta differenziata rifiuti: esperienze positive nazionali e locali.

Ascoltando le interessanti relazioni, ho avuto la sensazione che - in Toscana - non solo il Comune di Capannori, ma anche la Provincia di Lucca (e il suo Ato) vuole porsi all'avanguardia nella raccolta differenziata spinta e di qualità, ponendosi davvero l'obbiettivo di raggiungere il 55% di R.D. entro il 2010: ne è una conferma significativa il fatto che, per incentivarla, la Provincia di Lucca, nel 2006, ha stanziato 500.000 euro.... che assegnerà ai Progetti dei Comuni, sulla base di un Bando che scade in gennaio 2007 (e, immagino, stanzierà almeno altrettanto nel Bilancio per il 2007).

Di seguito, cerco di riassumere le informazioni e riflessioni più significative che ho ascoltato:

Sulla Relazione di Eugenio Baronti, Assessore di Capannori, scrivo poco, perché - quasi tutto - lo trovate in quella che vi invio in allegato:
Ha iniziato con delle domande:
Verso quale direzione vogliamo andare ?
L'aumento dei rifiuti è un destino ineluttabile ?
Può essere ridotto e modificato sul piano merceologico, anche cambiando stili di vita ?
La raccolta diff. PORTA A PORTA.... stabilisce un rapporto, un dialogo diverso con le famiglie... che contribuisce ad educare al consumo critico ed a modificare gli stili di vita.
Qualcuno dice: se facessimo tutti la raccolta differ. spinta, poi che ce ne facciamo di tutto quanto viene raccolto ?
Questa domanda non tiene conto che la transizione, da un sistema ad un altro, è un processo graduale e, insieme alla crescita della raccolta differenziata, porta anche alla crescita delle attività produttive che riutilizzano i materiali raccolti...... da sostenere con una politica di sostegno anche alla domanda.... tramite gli "acquisti verdi" (cioè con percentuali significative di materiali riciclati).
Insomma, la raccolta porta a porta, ha un'enorme forza educativa, di responsabilizzazione dei cittadini.... entra nelle case di tutti e persino nelle cucine..... e innesca un percorso virtuoso.
Per questo non è una modalità integrativa di altre, ma E' UN SISTEMA ALTERNATIVO DI GESTIONE DEI RIFIUTI: basta crederci e investirci, non solo in soldi, ma anche in volontà politica.... l'importante è la determinazione (Ndr mia: certo dove abbiamo Assessori o Sindaci convinti che "la raccolta differenziata è una cazzata" è inutile provarci, perchè possono solo sprecare soldi pubblici per fare sperimentazioni che, puntualmente, falliscono).
E' realizzabile solo con un processo di transizione graduale.... perchè è fondamentale il consenso dei cittadini... (Ndr mia: questo significa che in un'area vasta come quella metropolitana da Firenze a Pistoia, con un milione e mezzo di abitanti, anche se in tutti i Comuni si iniziasse a farla...... per completarla ci vorrebbero diversi anni..... probabilmente, ad essere ottimisti, almeno 5)ci vuole un organizzazione e mezzi completamente diversi... che richiedono investimenti (Ndr mia: le risorse finanziarie vanno trovate e rese disponibili nei Bilanci della Regione, delle Province e dei Comuni..... e anche questo richiede gradualità).
Non basta fare un bel Progetto...... e anche gli incentivi, di Regione e Provincia, non devono limitarsi a premiare i Progetti, ma i risultati.
.......................................
Dopo Baronti è intervenuto Marino Artusa (Assessore regionale) e anche lui ha sostenuto, con grande convinzione(di seguito, vedi anche intervista), la raccolta differenziata porta a porta:
(Ndr mia: convinzione che, a mio parere, difficilmente potrà realizzarsi pienamente, per due ragioni semplici: la volontà, anche della Giunta Regionale, di costruire un nuovo inceneritore a Case Passerini e lo stanziamento di appena 6 milioni di euro - nel Bilancio Preventivo della Regione per il 2007 - destinato all'incentivazione della raccolta differenziata e alla riduzione dei rifiuti, che è assai di più dei 600.000 euro del 2006, ma temo che sia uno stanziamento assai inadeguato, a confronto con gli obbiettivi che Artusa e la Giunta Regionale dicono di voler realizzare entro il 2010).

Artusa ha iniziato riconoscendo alla Provincia di Lucca di porsi come punto di riferimento per le "buone pratiche politiche". Ha continuato informando sull'aumento dei rifiuti in Toscana (dal '98 al 2004 + 27,6%, da 556 Kg procapite a 694 Kg): a parere di Artusa, il primato Toscano sulla quantità dei rifiuti è dovuto all'assimilazione derivante da attività produttive e turismo ed ha aggiunto che "la deassimilazione" è una scorciatoia troppo semplice, perchè sposta soltanto il problema.... non lo risolve.
Dobbiamo porci l'interrogativo se i rifiuti sono una risorsa e lui risponde che sono una dissipazione di risorse della nostra società opulenta ed egoista e che ridurre i rifiuti è un dovere morale ed etico.
Non dobbiamo produrre rifiuti per fare inceneritori... è necessario un cambiamento di cultura, per andare verso una società sobria e sostenibile: è così che diamo un contributo anche alla pace.
Tutti devono fare queste riflessioni, perchè è necessaria una politica che sia capace di affrontare il problema rifiuti in modo realistico, ma anche avanzato e coraggioso: il "sistema Ronchi" non ci fa andare oltre il 35% di raccolta differenziata, dobbiamo migliorare facendo uno scatto.
Le Province hanno i loro piani: è necessario rivederli per migliorarli e proporsi di ridurre le discariche e gli inceneritori. Dobbiamo sapere che le discariche esistenti in Toscana hanno una disponibilità di altri 7 milioni di tonnellate.... e al trend attuale in 5 o 6 anni si esauriscono... e sono anch'esse un abominio ambientale che lasciamo alle future generazioni.
Dobbiamo porci l'obbiettivo di ridurre del 15% la quantità dei rifiuti (rispetto al 2004) e non basta scriverlo nei Piani della Regione (stava scritto anche nella Legge regionale approvata nel 1998), occorre invertire totalmente impostazione, premiare i Comuni che fanno politiche innovative... stabilendo anche un legame tra raccolta differenziata e riduzione dei rifiuti (nella nuova legge regionale ci sarà una precisa "norma" in questo senso): per questa finalità, la Regione stanzierà 48 milioni di euro per i prossimi 4 anni.
Dobbiamo realizzare, in diversi settori, buone pratiche di riduzione dei rifiuti.
Alcuni esempi:
- A Tavarnelle stanno incentivando la distribuzione di acqua di qualità... con erogatori... ed i cittadini fanno le file per riempire i loro contenitori (in quattro mesi 18.000 bottiglie di plastica in meno e 100.000 euro di risparmio per i cittadini);
- le cassette per smerciare frutta devono essere lavabili e riutilizzabili (riducendo fortemente quelle di cartone e di legno usa e getta... si possono ridurre milioni di cassette ogni anno);
- anche i detersivi, nei supermercati, devono essere venduti "alla spina", in contenitori riciclabili.
Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, ma abbiamo anche chiesto al governo nazionale una politica che utilizzi - almeno in parte - le risorse che paghiamo con la bolletta elettrica, per incentivare la riduzione dei rifiuti.... e in questo senso dobbiamo sensibilizzare anche i Parlamentari eletti in Toscana.
RACCOLTA DIFFERENZIATA AL 55%: se non facciamo questa battaglia in modo innovativo, non ci schiodiamo dal 35%. Siamo per incentivare la raccolta porta a porta anche perchè contribuisce all'educazione dei cittadini e quindi alla riduzione dei rifiuti: all'inizio è difficile..., ma alla fine porterà benefici alla salute e alla "tasca" dei cittadini, oltre che alla pulizia e al decoro delle città.
Nella raccolta differenziata è strategica la qualità.... perchè è questa che aiuta il riciclaggio vero (per esempio, il compost di qualità dell'impianto di Tavarnelle, va a ruba..... e per smaltire il compost basta l'1% del territorio regionale): il porta a porta ci consente di migliorare la qualità.
Certo, è necessario anche sostenere "la domanda", incentivando gli "acquisti verdi".
E' necessario confrontarsi "con le resistenze interne al sistema attuale".... ma solo facendo una grande politica possiamo avere il consenso sociale: la nostra politica è ridurre i rifiuti per ridurre discariche e inceneritori (anche se attualmente non possiamo farne a meno).
Dobbiamo essere pragmatici e fare come nella fiaba di Bertoldo: l'inceneritore è "il primo albero a cui impiccarsi", ma dobbiamo scegliere noi l'albero.
Per questo nella Piana metropolitana dobbiamo ridurre il numero degli inceneritori, dobbiamo sottrarre combustibile agli inceneritori e fare sperimentazione del "ciclo a freddo" (... recupero di energia da biogas, dissociazione molecolare..... perchè no?).
Io sono rimasto male per la decisione di non abolire i CIP6: è stato trovato un compromesso..... ma è un errore perchè continuano ad incentivare la costruzione di inceneritori.
Noi abbiamo in corso di definizione un Accordo di Programma con il Sistema idrico integrato... per lo smaltimento dei fanghi di depurazione (che oggi vanno negli inceneritori): il sistema idrico integrato si assume l'impegno per realizzare piccoli impianti, associati ai depuratori, per produrre biogas (e, facendo cosi, invece di spendere 15 milioni di euro l'anno, si possono far risparmiare ai cittadini sulla bolletta dell'acqua).
Dobbiamo ragionare in modo pragmatico, è l'unico modo per contrastare i pasdaran su qualsiasi versante.
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Dopo Artusa è intervenuto Andrea Ventura, per informare sull'esperienza in Val Di Fiemme (11 piccoli Comuni in Trentino Alto Adige.... 18.000 abitanti).
"Il servizio integrato in un contesto montano"

Tramite la Fiemme Sevizi Spa (in house) hanno come "mission" la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo e il riscaldamento alimentato da biomasse.
Nel 2001 la raccolta differenziata era parziale (i rifiuti che finivano nei cassonetti avevano questa composizione: 13,5% di frazione organica, 11,1% carta, 9,4% cartone, 12,4% plastica, 5,3% materiale ferroso, 4,5 % vetro..... insomma il 72,6% andava in discarica).
Ci siamo posti la domanda "Che fare ?" e abbiamo risposto che senza modificare il sistema, non si affrontava il problema alla radice.
Abbiamo cambiato drasticamente il nostro approccio: dal 26 - 27% di raccolta differenziata , con il sistema porta a porta siamo passati al 75% (ottobre 2006), con cassonetti dotati di "trasponder per identificazione" (dal 1.1.2008 passiamo alla tariffa puntuale) e il 38% delle famiglie fa compostaggio domestico.
Il porta a porta non si fa calandolo dall'alto: abbiamo fatto 15 incontri con la popolazione e portato le persone a vedere gli impianti di riciclaggio.... quelli per la selezione delle plastiche, le cartiere, ecc.
Abbiamo attuato un progetto per far consumare il latte prodotto in Val Di Fiemme (collocando distributori automatici nel supermercati.... dove i cittadini possono riempire i loro contenitori: 1 euro al litro; abbiamo promosso il "Progetto Olio", cioè la raccolta domiciliare dell'olio che finiva nelle fogne, per utilizzarlo come combustibile per far funzionare un impianto di Biogas che riscalda gli edifici di Cavalese.
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Monica Galli, del Consorzio Priula (23 piccoli Comuni in Provincia di Treviso: 225.000 abitanti, 87.000 utenze domestiche e 11.000 utenze non domestiche).
"Un'esperienza matura di integrazione e tariffazione del servizio":

La situazione iniziale della raccolta differenziata variava - nei vari Comuni - dal 9 al 33%: alla fine degli anni '90 cinque Comuni scelsero di dare vita al Consorzio Priula e organizzarono un servizio di raccolta porta a porta, omogeneizzando la qualità del servizio e la tariffazione (con ecosportelli in ciascun Comune per rispondere alle domande dei cittadini).
Dal 1 gennaio2001 parte il porta a porta e vengono consegnati i diversi contenitori (con matricola identificativa e trasponder): un contenitore di 120 litri per il secco non riciclabile, un contenitore traforato - da 22 litri - per il materiale umido (con sacchetto di "mater B", importantissimo per avere compost di qualità) e svuotamento due volte la settimana, un contenitore da 120 litri per multimateriale riciclabile: vetro, plastica, lattine (svuotamento una volta ogni due settimane) e infine cassonetti per rifiuti vegetali (svuotamento 1 volta a settimana).
Tutto viene consegnato alle piattaforme CONAI, ecc. per avere i ricavi.
Chi consegna (cioè mette in strada) meno volte il contenitore con rifiuto secco non riciclabile, paga meno in bolletta.
Abbiamo affrontato situazione complesse, tipo quelle dei condomini, dove dai contenitori condominiali iniziali... abbiamo accettato la richiesta di passare ai contenitori singoli.
Per i centri storici, consiglio gli ottimi contenitori scelti nella città di Parma.
Abbiamo sostituito i mezzi grandi di raccolta con mezzi piccoli e organizzato - in ogni Comune - centri di raccolta differenziata per i materiali ingombranti.
Ad ogni famiglia abbiamo consegnato un "EcoCalendario" che segnala ogni giorno il tipo di raccolta.
RISULTATI: dal 27% nel 2000, siamo passati al 76,48% nel 2006, riducendo il rifiuto secco non riciclabile da 321 Kg procapite a 86 Kg.
TARIFFA: la quota fissa è uguale per tutti (70 euro più Iva), la quota variabile è in base all'esposizione in strada dei cassonetti per il secco non riciclabile. La Tariffa media - a famiglia - era di 137 euro nel 2001 ed è 141 euro nel 2006 (.... e abbiamo verificato che non sono aumentati i rifiuti gettati nei fossi... in ogni caso abbiamo stabilito - nella tariffa - anche un numero minimo di svuotamento dei contenitori con il secco non riciclabile) e sono aumentati i posti di lavoro.
Anche Parma ha deciso di affidarci la raccolta differenziata porta a porta: è stata divisa la città in 4 zone e siamo partiti dalla zona più esterna, poi siamo passati alla zona 3, alla zona 2 e alla zona 1 (centro storico), con risultati che variano, nelle varie zone, dal 30 al 70%.... ma è iniziata da poco.
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Andrea Miorandi(Idecom Srl): l'esperienza del Comune di Reggio Emilia
"Un contesto urbanizzato che affronta il graduale passaggio dal cassonetto stradale alla raccolta domiciliarizzata".

Nel 2005 cassonetti stradali e 487 Kg procapite di rifiuti.
Poi scelto di passare alla raccolta porta a porta nella 7à Circoscrizione (15.000 abitanti e zona difficile.... con molti immigrati... e quindi abbiamo fatto un'informazione multilingue): dimezzata la raccolta indifferenziata e portato al 70% quella differenziata.
...... ha citato anche l'esempio della Provincia di Gorizia (105.000 abitanti serviti dal sistema porta a porta)... ma ho smesso di prendere appunti e non ricordo cosa ha detto.

Insomma, chi ha la volontà politica di fare una diversa politica per i rifiuti.... ha molti esempi da studiare per applicarli nella propria realtà locale (possibilmente, senza dare troppi incarichi esterni, per fare costosi studi e progetti.... che, appunto, almeno in gran parte possono essere copiati da esperienze consolidate in altre realtà locali).
Giuliano
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Segue:
- Intervista di Green Report all'Assessore Marino Artusa.
- Detersivi alla spina, il Piemonte s´accorda con la grande distribuzione
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      http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=4610
      Artusa: su riduzione e differenziata avanti con i nostri obiettivi 
      Nel Prs, nel Praa e anche nella legge finanziaria sono previste risorse per ridurre rifiuti. E quando proponiamo raccolta differenziata di qualità andiamo incontro a un bisogno reale 
      di Diego Barsotti 
      FIRENZE. L'assessore regionale all'ambiente Marino Artusa traduce in «situazione di stallo» e in un «leggero calo fisiologico» il doppio dato che emerge dai dati 2005 diffusi dalla Regione e validati da Arrr sui rifiuti: la produzione continua ad aumentare (17mila130 tonnellate in più rispetto al 2004) e per la prima volta le raccolte differenziate diminuiscono seppur di appena qualche decimale (da 33,50% del 2004 a 33,28% del 2005). Tutto questo mentre gli obiettivi della Regione sono orami ben noti (riduzione del 15% della produzione, raccolta differenziata al 55%), ma da più parti ritenuti irrealistici, vedi dichiarazioni di Fontanelli (Pisa) Scheggi (Grosseto) e Arrighini (Prato) al convegno di Carrara di cui greenreport.it ha dato conto venerdì scorso. 


      Assessore Artusa, anche alla luce dei dati elaborati da Arrr, pensa che gli obiettivi che si è data la regione andranno rivisti?
      «No, assolutamente no, sono obiettivi molto realistici checché ne dica qualcuno. Per raggiungere la riduzione del 15% ci metteremo l'anima e per quanto riguarda la raccolta differenziata le percentuali che ha fatto Capannori stanno a dimostrare che si tratta di livelli possibili». 


      Non è quindi preoccupato dai dati appena diffusi, in controtendenza rispetto agli obiettivi?
      «Non sono preoccupato, riconosco che siamo in un momento di stallo, ma questo significa che bisogna accelerare sulle politiche che abbiamo elaborato, non si può stare fermi». 


      Quali sono queste politiche che avete elaborato?
      «Intanto io aspetto che si chiuda il tavolo interprovinciale sulla piana fiorentina, che è una cartina di tornasole dell'intero scacchiere toscano e sarà il primo tassello di una politica innovativa, che è obbligatoria e indispensabile. Perché ci sono poco più di 7 milioni di tonnellate che ancora possono andare nelle discariche e noi ogni anno ce ne mettiamo 2 tonnellate e mezzo. Se non acceleriamo saranno guai seri».


      L'accordo per la gestione degli impianti di smaltimento in area metropolitana lo aspettano in tanti e da diversi mesi, ed è sicuramente importante anche per quanto potrà diminuire la pressione sulle discariche. Però questo non c'entra nulla con il ridurre i rifiuti prodotti a monte.
      «Sì ma per noi è fondamentale proprio questo: superare quei timori che portano qualcuno a parlare di "irrealismo delle politiche espresse dalla regione". No, il non realismo è star fermi. Invece noi proponiamo azioni che riescano a risolvere il problema della gestione dei rifiuti: perché se produciamo meno rifiuti noi possiamo fare anche meno inceneritori».


      Quali sono allora queste azioni che intendete fare?
      «Intanto pensiamo a una politica strategica di riduzione: nel Prs, nel Praa e anche nella legge finanziaria sono previste risorse per ridurre rifiuti. Noi tra l'altro abbiamo proposto al governo, una prima volta al meeting di San Rossore e la seconda volta a Pisa nel corso dell'incontro con Enrico Letta, di utilizzare un po' dei soldi derivati dalla bolletta elettrica per attivare azioni di riduzione della mole dei rifiuti, perché smaltire rifiuti è comunque una dissipazione di energia». 


      Quindi per ridurre i rifiuti proponete di utilizzare una quota di quanto ogni cittadino paga in bolletta Enel?
      «Sì ma non una cifra a caso. Nella bolletta elettrica c'è la voce destinata all'ecoefficienza e alle fonti rinnovabili. All'interno di quel capitolo secondo noi vanno trovate risorse per ridurre il quantitativo di rifiuti da smaltire che rappresentano in effetti una dispersione di energia. Noi vogliamo essere una regione virtuosa e stiamo lavorando per cominciare a farlo con le nostre forze, certo se l'iniziativa coinvolgesse anche il governo avrebbe tutto un altro spessore, così come tutte le altre azioni che stiamo attivando in fatto di riduzione». 


      Quali sono queste ulteriori azioni?
      «Per esempio agevolare l'acquisto di depuratori per promuovere l'utilizzo dell'acqua del rubinetto rispetto alla minerale. In questo modo risparmieremmo tonnellate e tonnellate di bottiglie di plastica. Altre iniziative fanno poi capo alla grande distribuzione. C'è un'iniziativa mi sembra della Coop, che prevede l'utilizzo di cassette di plastica riciclate lavabili, e noi abbiamo calcolato che strutturandolo organicamente saremmo in grado di risparmiare 4 milioni di cassette l'anno».


      Ma ci sono già gli accordi con la grande distribuzione?
      «Noi ci stiamo lavorando e potremmo fare un accordo con i vari operatori. Ripeto che con l'aiuto del governo sarebbe più facile, ma in ogni caso nel Prs abbiamo previsto 48 milioni di euro in 4 anni per queste politiche. Che potrebbero anche coinvolgere il settore delle pulizie con l'attivazione nei vari supermercati di corner dove i consumatori possano acquistare detersivi alla spina. Ma le azioni non riguardano solo la grande distribuzione, abbiamo altri progetti in mente».


      Per esempio?
      «Stiamo facendo un accordo con il servizio idrico integrato per la riduzione dei fanghi, un accordo che potrebbe essere epocale. Attualmente infatti i fanghi vengono portati all'incenerimento, ma noi abbiamo in mente ipotesi diverse almeno per quanto riguarda Pistoia, Prato e Firenze.. Insomma di risorse la Regione ne ha messe in campo tante, e anzi io invito anche le associazioni ambientaliste ad aiutarci nella sensibilizzazione di tutta la popolazione». 


      Un'iniziativa dei fanghi potrebbe in effetti portare benefici, anche se in realtà rientrando nella categoria dei rifiuti speciali non intaccherà minimamente il computo della produzione degli urbani. Tornando alla riduzione, dal governo per il momento che risposte avete ricevuto?
      «Sinceramente io mi aspetterei maggiore attenzione alla proposta che noi abbiamo portato. Anche oggi ne ho parlato con un senatore toscano perché noi cerchiamo di portare queste idee nelle commissioni parlamentari. Se si vuole uno sviluppo positivo occorre che tutta la società si muova. Ah dimenticavo, un'altra azione importante sul fronte della riduzione è quella della tracciabilità del rifiuto e dei controlli che dobbiamo fare per capire qual è la reale produzione, del resto le problematiche emerse quest'anno con il caso Geofor dimostrano che servono assolutamente ulteriori approfondimenti». 


      Veniamo alla raccolta differenziata. Seppur il dato non sia omogeneo pare che ci troviamo di fronte ad una diminuizione. Di chi le responsabilità?
      «Non direi diminuizione quanto piuttosto stallo dopo un grande trend di crescita, perché un calo dell'1% è comunque fisiologico visto che ci attestiamo comunque intorno al 34%. Però è evidente che oggi servono politiche nuove, e quelle che abbiamo elaborato in questi mesi aspettano solo di essere applicate». 


      Che politiche avete elaborato?
      «Sicuramente quelle dedicate al potenziamento della raccolta differenziata. Sa che noi abbiamo fatto un bando per la raccolta differenziata e ci abbiamo messo risorse pari a 600mila euro? Ebbene, in appena pochi giorni abbiamo ricevuto già più di 60 domande da parte di comuni e aziende che vogliono scommettere su un'accelerazione delle differenziate. Questo potrebbe sembrare un dato inaspettato, ma in realtà quando proponiamo raccolta differenziata di qualità andiamo incontro a un bisogno reale, degli amministratori e dei cittadini. Ora stiamo valutando le singole domande e presto potremo passare alla fase successiva». 
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      Detersivi alla spina, il Piemonte s'accorda con la grande distribuzione
      TORINO. Per risparmiare bottiglioni di plastica e imballaggi di cartone, con duplice beneficio per i portafogli e l´ambiente, il Piemonte lancia il "detersivo alla spina". 


      L´iniziativa partirà il 30 novembre e coinvolgerà tre catene della grande distribuzione: Auchan, Crai e Ipercoop. L´idea, spiega l´assessore regionale all'Ambiente Nicola De Ruggiero che ne è l'ideatore, e´ mutuata da alcune esperienze attive in Germania e in paesi del Nord Europa. Ma è la prima volta in Italia che una iniziativa del genere va oltre l'esperimento di nicchia per coinvolgere i grandi supermercati e le più note marche di detersivi. I consumatori saranno forniti del bottiglione per il detersivo soltanto la prima volta in cui utilizzeranno in nuovi distributori "alla spina". Per gli utilizzi successivi dovranno ricordare di portare indietro da casa il contenitore, che riempiranno dalle bocchette erogatrici di detersivo installate in supermercati e ipermercati aderenti all'iniziativa. La Regione, sottolinea De Ruggiero, non ha erogato fondi per spingere i produttori e le grandi catene a sperimentare la nuova modalità di distribuzione dei detergenti. Si è limitata a far sedere tutti intorno a un tavolo per studiare il problema e individuare le azioni da compiere. Dal momento in cui partirà, il successo dell'iniziativa è lasciato al libero mercato. Oltre alla sempre più viva coscienza ambientalista, sui consumatori dovrebbe agire da incentivo anche l'aspetto economico, visto che non si dovrà più pagare un contenitore nuovo a ogni acquisto. Il 30 novembre, in contemporanea con il lancio, partirà una campagna informativa che si avvarrà anche di alcuni "ciclisti sandwich" che batteranno le strade di Torino promuovendo l'acquisto. L'iniziativa sarà presentata da De Ruggiero con i responsabili delle catene coinvolte e i curatori del progetto giovedì prossimo alle 11 all´ interno del supermercato Auchan di Corso Romania 460 a Torino, alle 15 nel centro commerciale Crai Le Baite di Oulx in Valle di Susa, e alle 18 all'Ipercoop di Via Livorno 51, nuovamente a Torino. 


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