Re: [Cm-milano] Re: bff...perplessita` critiche e polemiche …

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著者: andreacip
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To: cm-milano
題目: Re: [Cm-milano] Re: bff...perplessita` critiche e polemiche varie
"Il BFF? Una boiata pazzesca! "

parafrasando Fantozzi ora che finalmente è finito due impressioni su questo
tread,

mi spiace Davide che tu abbia seguito solo il ciclo Bmx, (leggendo il
programma si capiva che era un pacco), sul prezzo concordo te ma non voglio
entrare nel merito delle scelte commerciali, al di là dei ringraziamenti di
rito a chi si è sbattuto e ha lavorato alla costruzione di questo evento.

Non sono da meno gli altri cicli da cui trasudava una esaltazione
autocelebrativa della filosofia di vita dei "Bike Messenger", ma che
ammettiamolo può aiutare a scuotere il sonnolento panorama culturale
milanese rivestendo una patina cool e moderna sull'immaginario collettivo
che gira attorno alla bici.

Nonostante lo stile di vita suicida, che fatica a trasmettere la passione
nell'uso della bici nella vita quotidiana, facendo vedere la vita di questi
tossicomani precari che corrono in lungo e in largo per le città caotiche
americane per pagarsi la dose giornaliera?

Perchè questo è il messaggio che traspare da "On Time" mi sembra, la
cultura del Bike Messenger mi auspico sia altro e infatti altri video ne
davano spessore.

Avrei anche da dire sul discutibile uso dei messenger in operazioni come
http://www.bicyclemessengersmovie.com/ animazione/spot su come è bravo ed
ecologista il messenger che trasporta il plico, [dico io con la passwdord
segreta (non inviabile via mail o fax) dell'industria di armi o della
multinazionale petrolifera, o dei costruttori di SUV]: "il messaggio
ricorrente era l'economia è rallentata dal traffico? I bike messenger la
fanno ripartire ... "

Mi viene da dire quando si passa al business l'etica va a farsi fottere,
tutto il contrario del messaggio di decrescita che permea le riflessioni di
un movimento che cerca di praticarla, non solo come scelta estetica ma più
squisitamente politica, al di qua dell'oceano.

Ti chiedevi chi ha potuto mettere assieme tutto quel materiale?

Bhe la direzione artistica è del "simpatico" (dal lato umano è
fondamentalmente un bravo ragazzo) Brendt Barbur, che però mi scivola sul
finale nella deriva tipicamente americana cinica e esaltata addirittura
cercando di far urlare slogan come se fosse ad una convention di operatori
della Microsoft ad un pubblico italiano fortunatamente ancora abbastanza
raziocinante (ma mica tanto).

Ho seguito il festival con i migliori propositi cercando di sgombrare la
mia mente da tutte le polemiche che lo hanno preceduto, ma ne sono uscito
profondamente deluso, salvo alcune chicche come evidenzia luca, che mi
fanno sperare in una nuova versione che tenga conto delle critiche del
vecchio continente.

In particolare possiamo dire che (raschiando sul fondo) si salva tutto il
festival grazie al ciclo finale che lo arricchisce decisamente di perle
cinematografiche amatoriali e non:

Ad esempio Proudly Unknow girato a milano, in cui la parte sulle Bmx
pallosa viene smontata nella seconda parte in cui si vedono le "cadute" che
ridicolizzano e umanizzano gli esaltati del genere.

Narcotizzante ma finalmente Slow "Adventure Hig" eccessivamente dialogato
in estone, narra il viaggio di 5 giovani uomini, che alla fine si scontrano
con la dura realtà di genere (una giovane cinese che scompiglia l'obiettivo
finale, fermandosi e scusandosi se lei non ce la fa più e salirà su una
macchina.... non sapremo mai il finale perchè si è interrotta la pellicola
succede anche con la migliore versione elettronica).

Bellissmo il romano "Live Bicycle" documentario sulla ciemmona del 2006
http://www.livebicycle.co.nr/ che sarà disponibile in streaming a gennaio
2007 in cui finalmente il messaggio traspare chiaro e limpido anche nel
sottotitolo "la bicicletta come stile di vita".
[Commenti solo una cosa: grandioso, come ha detto la tipa: nel vostro film
c'era tutto quello che ci aspettva dal festival e che non è stato, almeno
fino in fondo. Scritto da: muriel | domenica 3 dicembre 2006 a 18:26 ]

Si salvano anche alcuni video sulla cultura "underground" che però cadono
sempre nella competizione tra gang all'americana con riti di iniziazione e
duelli medioevali "B.I.K.E." (in cui peraltro i bikers per spostarsi da una
città all'altra per i tornei usano dei simpatici SUV pik-up su cui caricano
le loro creazioni) e "Warriors: the bike race" che se fossi un giornalista
(di radiopopolare a caso) riprenderei in mano la filosofia del Border
Trophy e la riproporrei par pari in versione ciclistica!

Mi chiedeva a tal proposito un giornalista se esistesse in italia una
simile competizione tra bike gang, ecco io mi auguro di no!

Ora non rimane che rimboccarsi le maniche perchè le critiche sono belle se
costruttive, credo che il messaggio portato avanti dai romani di Live
Bicycle sia un materiale di partenza ...

Speriamo che il 16 dicembre ci siano tanti operatori video!