I diari della bicicletta 01/12/2006 la repubblica ed. milano pag. I
scansito e messo qui:
http://img205.imageshack.us/img205/6348/diari011206gn0.jpg
di seguito la trascrizione
"Il ragazzo che ha staccato la droga
Avevo tenuto da parte due storie che sembrano due favole. Una tragica, addirittura, che porta nel tunnel incomprensibile del doping- fai -da-te nel ciclismo amatoriale, che ometto perché troppo triste. L'altra il suo antidoto,la bicicletta come riscatto e ritrovato amore della vita. Mi sembra il giorno giusto per tirarla fuori dal cassetto. Perché oggi a Milano, al Cinema Mexico, comincia il Bicycle Film Festival, che per tre giorni ci proporrà tante storie di bici e di ciclisti, da «Peda!» (Usa) di Peter Sutherland, che racconta la vita 'dei bike messengers ai New York (quante volte mi sono chiesto come facevano a finire interi la giornata sfrecciando nel traffico di Fifth Avenue), a «Adventure High» (Estonia). viaggio di cinque amici dalla Mongolia al Nepal.
Ma andiamo alle mia storia.
L'ha raccontata, alla recente assemblea dell'Agenzia mondiale antidoping a Montreal, Greg LeMond, l'americano che ha vinto tre volte il Toure che è sempre stato un fervente sostenitore del ciclismo pulito. Eccola con le sue parole: «Sono qui per parlarvi del mio ruolo di padre e di mio figlio maggiore, Geoffrey, che ha ventidue anni. E' studente e ha passato un periodo difficile: fumava, beveva, aveva perso il gusto della vita. Ci ha chiesto di aiutarlo a uscire da questo inferno. Sono ridiventato un padre, non il mito che lui guardava con i suoi occhioni. Geoffreyhacominciato con la cyclette in casa, poi lo sci di fondo. Poi ha preso la bicicletta e ha buttato le sue sigarette e tutto il resto. Quest'anno ha disputato l'Etape du Tour, è finito attorno al 380mo posto, ho visto nei suoi occhilafelicità di un bambino. Quel giorno ho ritròvato l'essenza di questo sport: quando pedali per te stesso, quando sfidi soltanto te stesso». La bici come amore della vita. E come antidoto della droga. "
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