[NuovoLab] Plaxcanica accusa un ufficiale

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Szerző: brunoa01
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A cinque anni dalla guerriglia di Genova, Placanica insiste: la mia pistola era puntata in aria, hanno scaricato tutto su di me per coprire qualcuno
"G8, festa in caserma dopo il morto"
Il carabiniere che sparò a Giuliani: non lo uccisi io. Il Prc: commissione d´ inchiesta

terrore Quando arrivai in città i superiori gridavano sempre: vi tireranno addosso le sacche di sangue infetto, dicevano
abbandonati In strada ci hanno lasciato soli. C´erano agenti ovunque, avrebbero potuto caricare. Invece non hanno fatto nulla
assassini Al rientro in caserma mi chiamavano il killer. Benvenuto tra gli assassini, mi dissero. E si misero a cantare
verità Perché alcuni militari hanno fracassato con una pietra la testa di quel ragazzo? La verità non è ancora venuta tutta fuori



GENOVA - A cinque anni di distanza ritrova i ricordi, e con loro i particolari di uno dei momenti più bui della storia italiana. Come quello che sarebbe accaduto alla Fiera, dove erano acquartierate migliaia di poliziotti e carabinieri a difesa del G8: «Erano contenti, mi chiamavano il killer, mi hanno fatto festa, hanno fatto una canzone su Carlo Giuliani». Parla Mario Placanica, il carabiniere che uccise Carlo Giuliani nel luglio del 2001 e che in una lunga intervista al quotidiano Calabria Ora, ripercorre i suoi travagliati ultimi cinque anni come se si liberasse di un peso, cedendo solo al comprensibile desiderio di auto scagionarsi per la morte di Carlo.
Per l´ennesima volta, infatti, l´ex militare calabrese dice di aver sparato «due colpi in aria, tutti e due in aria... con il braccio alzato verso l´alto...». Il fatto è che i dubbi sulla sequenza di morte di piazza Alimonda sono destinati a perdurare. La sentenza di proscioglimento dice che Placanica sparò per legittima difesa, il proiettile venne deviato da un calcinaccio volante e colpì alla testa Carlo Giuliani che stava scagliando un estintore contro la jeep dell´arma. Ma il primo medico legale, Marco Salvi, ha sempre sostenuto che il proiettile seguì una traiettoria rettilinea, mentre parti della galassia antagonista ipotizzano un complotto per scaricare sul carabiniere Placanica le colpe di qualche alto ufficiale.
Ma nelle dichiarazioni di Placanica c´è poca spy story. Piuttosto ci sono molti retroscena avvilenti del G8 genovese: «Mi chiamavano il killer - racconta Placanica a proposito dell´accoglienza dei commilitoni - I colleghi hanno fatto festa, mi hanno regalato un basco dei Tuscania. "Benvenuto tra gli assassini", mi hanno detto. Erano contenti. Dicevano "morte sua vita mia", cantavano canzoni. Hanno fatto una canzone su Carlo Giuliani».
Diversi genovesi raccontarono di aver sentito, quella stessa notte, dei cori festanti alzarsi dalla Fiera. Ma sono anche le ore che precedono piazza Alimonda a lasciare sconcertati. Placanica racconta che «C´era una tensione incredibile... i superiori gridavano sempre... ci raccontavano che ci avrebbero tirato addosso le sacche di sangue infetto... ». Poi sostiene che mentre erano in corso le cariche e lui sparava lacrimogeni «il maggiore Cappello (Claudio, ufficiale del Tuscania che ha partecipato a diverse missioni all´estero, ndr) mi ha preso il lanciagranate perché diceva che non ero capace... Io sparavo a parabola, invece lui ha iniziato a sparare ad altezza d´uomo, colpendo in faccia le persone».
E più avanti: «Ci sono troppe cose che non sono chiare. Perché alcuni militari hanno "lavorato" sul corpo di Giuliani? Perché gli hanno fracassato la testa con una pietra (i filmati dimostrano però che anche un plotone di polizia fu tra i primi ad avvicinarsi al cadavere, ndr)?».
Negli ambienti dell´arma si rimarca come i ricordi di Placanica possano essere viziati dallo shock emotivo, al quale seguì un lungo periodo di depressione. Nell´aprile del 2005 il giovane calabrese viene congedato perché, recita il dispositivo dell´Arma, «non è idoneo al servizio militare in modo assoluto». Più avanti si parla di infermità dipendente da «causa di servizio». In precedenza c´erano stati alcuni episodi che avevano raffreddato i rapporti tra Placanica e il comando. Ad esempio un rovinoso incidente stradale, nell´estate del 2003, che il militare aveva addebitato ad un misterioso sabotaggio e che si era invece rivelato frutto della velocità eccessiva. Placanica prova ad opporsi al congedo - percepisce una pensione - ma non ci riesce, tenta anche la strada della politica ma fa un buco nell´acqua.
Le dichiarazioni dell´ex carabiniere servono, però, a riaprire il dibattito sulla commissione d´inchiesta parlamentare sul G8, che il centro destra e una parte della sinistra non vuole si faccia. «Le rivelazioni mostrano un inquietante tessuto di menzogne da parte delle forze dell´ordine nei confronti dell´omicidio di Carlo Giuliani al G8 di Genova» attaccano Graziella Mascia e Giovanni Russo Spena di Rifondazione, e come loro si pronunciano moltissimi esponenti della sinistra, dei Verdi e della Rosa nel Pugno. Assolutamente contrari Ignazio La Russa di An e Pierferdinando Casini dell´Udc, le dichiarazioni dei quali vengono presto seguite da analoghi commenti di rappresentanti del Polo. Placanica, dal canto suo, si dice favorevole alla commissione, ma quello che vorrebbe più di tutto è un lavoro: «Adesso sono disoccupato e mi piacerebbe rientrare nelle forze dell´ordine».

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LE REAZIONI / 2
Vertici militari all´attacco: intervenga la magistratura
Il comando dell´Arma "Frasi gravi e inverosimili"




ROMA - C´è grande irritazione al Comando generale dell´Arma dei carabinieri per le parole di Mario Placanica. Ieri mattina i carabinieri erano impegnati in un evento mediatico preparato da settimane, la presentazione del "calendario dell´Arma". Nel pomeriggio il comandante generale Siazzu e i suoi collaboratori hanno valutato quale risposta dare all´intervista di Placanica. La risposta è un comunicato ufficiale del Comando generale che di fatto invita la magistratura ad occuparsi del caso, a valutare se vi siano fatti degni di rilievo giuridico nella parole «di inverosimile gravità» del carabiniere dei fatti di Genova.
«Con riferimento all´intervista rilasciata ad un quotidiano calabrese dal carabiniere in congedo Mario Placanica, il Comando generale dell´Arma dei carabinieri puntualizza che l´episodio nel quale perse la vita il giovane Carlo Giuliani a Genova è stato oggetto di un´inchiesta penale - a conclusione della quale il Placanica è stato prosciolto dall´accusa di omicidio - che ha appurato la dinamica del tragico evento nel suo intero sviluppo».
«Lo svolgimento dei fatti accaduti a margine del vertice G8 di Genova del 2001 - prosegue il comunicato dell´Arma - è stato oggetto anche di inchiesta parlamentare. Le dichiarazioni del Placanica, soprattutto in relazione ai fatti specifici ora addebitati a militari dell´Arma, mai emersi nelle richiamate sedi di indagine, non possono che essere lette, pertanto, con sorpresa e perplessità, sia per la inverosimile gravità dei contenuti sia per la loro tardiva rivelazione».
«Il Comando generale dell´Arma ha quindi disposto - conclude la nota - che il testo dell´intervista rilasciata dal Placanica, collocato in congedo dal 6 aprile 2005, sia rimesso alle valutazioni dell´Autorità giudiziaria, anche a tutela degli interessi del personale dell´Arma chiamato in causa».

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LE REAZIONI / 1
Haidi Giuliani, senatrice di Rifondazione: va protetto
La madre della vittima "Dategli subito una scorta"




GENOVA - «Quel ragazzo rischia grosso. Se ha qualcosa da dire, lo faccia. Non abbiamo mai augurato la morte a nessuno, noi vogliamo solo la verità». Con queste parole, nell´agosto del 2003, Haidi e Giuliano Giuliani lanciavano un appello al «ragazzo», così lo chiamavano, che aveva ammazzato loro figlio. E ieri, dopo l´intervista dell´ex carabiniere, Haidi, che è diventata senatrice nelle file di Rifondazione Comunista, ha chiesto che «Placanica dopo le sue affermazioni sia messo sotto protezione, perché non vorrei che qualcuno volesse impedirgli di parlare ulteriormente. Spero che la magistratura apra immediatamente un´inchiesta e che la verità venga ristabilita in un tribunale».
Giuliano Giuliani ha in più occasioni chiesto che venisse fatta luce sulle lesioni al capo di Carlo, inferte dopo lo sparo e non riconducibili alle ruote del Defender. Placanica sostiene che alcuni militari si accanirono contro il cadavere. «Da anni denunciamo che Carlo aveva una ferita alla fronte e nelle immagini si vede chiaramente un sasso insanguinato accanto alla sua testa, che compare solo dopo che è stato circondato». Il padre di Carlo non crede nell´innocenza di Placanica, e si scaglia contro «il comportamento delle forze dell´ordine, che dopo la morte di mio figlio è stato disgustoso. Ci sono centinaia di testimoni che hanno sentito gli uomini del battaglione Tuscania accogliere Placanica a tarda sera cantando "Faccetta Nera", "Uno Due Tre, viva Pinochet". Questo significa che nell´Arma ci sono dei delinquenti».
I Giuliani attendono adesso un altro appuntamento giudiziario. Il 5 dicembre, a Strasburgo, la Corte europea dei diritti dell´uomo esaminerà l´istanza presentata dai genitori e dalla sorella di Carlo, che invocano l´articolo 2 della Convenzione dei diritti dell´uomo (diritto alla vita), sostenendo che la morte di Carlo «è dovuta ad un uso eccessivo della forza».

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il secolo xix
Placanica:mi festeggiarono per la morte di Giuliani

«Ma non fui io a uccidere, la Procura di Genova riapra l’inchiesta»

GENOVA. Per festeggiare usavano pure gli idranti, nella cittadella alla Fiera del mare dove dormivano poliziotti emilitari impegnati nelG8. «Mi hanno accolto con getti d’acqua e due del “Tuscania” dissero: “È arrivato il killer, il cecchino, benvenuto fra noi”.
Adesso voglio raccontare la verità su quel giorno e sono pronto a farlo di nuovo davanti aimagistrati». Parte da qui,Mario Placanica, per ripercorrere le clamorose esternazioni che ieri hanno riaperto, di colpo, le ferite del luglio 2001. In un’intervista pubblicata su “CalabriaOra” ­e approfondita nel corso d’una lunga telefonata con il nostro giornale ­il carabiniere indagato per l’omicidio di Carlo Giuliani, mamai rinviatoagiudiziopoichégli fu riconosciuta la legittima difesa, sostiene di non aver sparato il proiettile mortale: «Forse è stato qualche ufficiale che si trovava a terra, dilato,e che adesso preferisce restare nell’ombra».
Poi tratteggia uno scenario a dir poco inquietante sui cori e l’ambiente che accompagnarono le ore e i mesi successivi alla tragedia di piazza Alimonda.
«Prima le celebrazioni in caserma, poi le pressioni perché me ne stessi zitto. Recentemente, dopo che ho presentato ricorso al Tar contro il congedo “forzato”, sono stato persino convocato da un tenente nella zona di Catanzaro: mi ha terrorizzato, dicendo che dovevo guardarmi le spallee che i comunisti volevano uccidermi».
Ovvio che le dichiarazioni (da valutare con estrema attenzione, secondo il suo legale, poiché pronunciate «da un giovane stremato emotivamente») abbiano mandato in ebollizione il mondo politico.Rifondazione,Verdi e Comunisti Italiani chiedono venga subito istituita la Commissione d’inchiesta ­caldeggiata dallo stesso Placanica ­mentre la Casa delle libertà alza un muro.
Sul fronte investigativo, la procura del capoluogo ligure accoglie con attenzione le novità. Spiega il procuratore capo Francesco Lalla:
«Ne parlerò diffusamente con il sostituto Silvio Franz(il pm che condussel’inchiesta e optò per la richiesta d’archiviazione, ndr). Non c’è fretta e valuteremo solo nei prossimi giorni se e come muoverci ». Che cosa aggiungono, davvero, le parole di Placanica? «Non credo all’ipotesi di un sasso che ha deviato la traiettoria insiste lui io ho sparato in aria». Il suo pensiero rappresenta, in molti passaggi, un atto d’accusa nei confronti dell’Arma che lo ha «lasciato solo». «Sono stato sottoposto a pressioni estenuanti in tutte le città dove mi hanno trasferito, finché nel 2005, sulla base d’una perizia discutibile, sono stato congedato per motivi psichiatrici
». Dal comando generale è giunta in serata una replica perentoria, quasi una controdenuncia: «L’episodio nel quale perse la vita Carlo Giuliani è stato oggetto di un’inchiesta penale che ha appurato la dinamica del tragico evento nel suo intero sviluppo. Le dichiarazioni del Placanica non possono che essere lette con sorpresa e perplessità, sia per la inverosimile gravità dei contenuti, sia per la loro tardiva rivelazione. È stato quindi disposto che il testo dell’intervista sia rimesso alle valutazioni dell’autorità giudiziaria,anche a tutela degli interessi del personale dell’Arma chiamato in causa».
Gli strascichi polemicinonsono destinati ad esaurirsi in fretta. Per il capogruppo al Senato di Rifondazione Giovanni Russo Spena «l’exploit dell’ex carabiniere rivela un inquietante tessuto di menzogne da parte delle forze dell’ordine»,mentre il leader dell’Udc Pierferdinando Casini sostiene che la creazione della commissione d’inchiesta «sarebbe solo un modo per destabilizzare polizia e carabinieri». Durissimo Maurizio Gasparri (An): «Faremo le barricate contro quest’ipotesi, perché non si possono mettere agenti e militari sul banco degli imputati». Una voce critica arriva pure dal centrosinistra ed è quella dell’Italia dei valori.
Per il 5 dicembre, infine, è stata fissata l’udienza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, durante la quale sarà esaminato l’istanza presentata dai genitori e dalla sorella di Giuliani. «Placanica dev’essere posto sotto protezione» rimarca Haidi, la madre,mentre Giuliano Giuliani, il padre, si definisce «disgustato dal clima e dai festeggiamenti successivi alla morte di mio figlio. Bisognerebbe scandalizzarsi per quei cori comesifa,giustamente,per quelli contro gli italiani caduti aNassiriya».



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