"File e file di biciclette silenziose. Casse di pezzi di ricambio. File e file di biciclette appese al soffitto: bici verdi, bici rosse, bici gialle, bici viola, bici azzurre, bici da donna, bici da uomo, tutte appese al soffitto; i raggi luccicanti, le ruote, le gomme, la vernice, i sellini di cuoio, i fanalini di coda, i fanalini anteriori, i freni a mano, centinaia di biciclette, tutte in fila.
Avevamo un'ora per la colazione. Io mangiavo in fretta. Di solito ero stato alzato quasi tutta la notte ed ero stanco, mi faceva male dappertutto, e avevo trovato un posticino riparato sotto le biciclette. Mi infilavo là sotto, sotto tre lunghe file di biciclette luccicanti impeccabilmente allineate. Mi sdraiavo sulla schiena e sospese sopra di me, allineate con precisione, c'erano file di raggi argentati e scintillanti, cerchioni, gomme nere, vernice nuova e luccicante, tutto in perfetto ordine. Uno spettacolo di precisione grandiosa, di ordine ... 500 o 600 biciclette sopra di me, che mi coprivano, tutte perfettamente a posto. Avevano un significato. Alzavo gli occhi a guardarle e sapevo di avere quarantacinque minuti per riposarmi sotto l'albero delle biciclette."
estratto da "Factotum" di C. Bukowski
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