IRAQ LIBERO - COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO
Bollettino del 16 novembre 2006
http://www.iraqiresistance.info
iraq.libero@???
Questo bollettino contiene:
1. GOOD MORNING, IRAQI RESISTANCE! Chi ha veramente sconfitto George W. Bush ?
2. RICONVOCATA LA CONFERENZA INTERNAZIONALE
3. LA CHIAMANO MISSIONE DI PACE - Otto incontri con Samah Idriss, voce della resistenza libanese
4. OTTO PER MILLE
5. PALESTINA LIBERA, ADESSO - Iraq Libero aderisce alla manifestazione di sabato 18 novembre a Roma
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GOOD MORNING, IRAQI RESISTANCE !
Chi ha veramente sconfitto George W. Bush?
George W. Bush ha dunque subito una sonora sconfitta elettorale. Donald Rumsfeld ha dovuto rassegnare le dimissioni in fretta e furia, all'indomani delle elezioni di "medio termine".
E almeno su un punto tutti sono concordi: la sconfitta non è avvenuta sul terreno della politica interna e neppure su quello dell'economia, la sconfitta è arrivata dai rovesci politico-militari subiti in un lontano paese, l'Iraq.
Ma questa verità tanto innegabile, quanto pericolosa, è stata subito annegata in un mare di discorsi general-generici, ripresi in Italia da un teatrino mass-mediatico della politica che ha giustapposto il voto del Connecticut a quello del Molise, con analisi esilaranti di ogni tipo.
A sinistra, ha brillato ancora una volta il Manifesto che, anche per rifarsi dell'indimenticabile gaffe di due anni fa, ha riproposto il titolo di allora: "Good Morning America".
Premesso che storicamente la politica estera del Partito Democratico è stata spesso più interventista e guerrafondaia di quella del partito Repubblicano, premesso che negli USA le grandi scelte di politica estera sono sempre bipartisan, è innegabile la portata politica della bocciatura toccata al figlio dell'inventore del "Nuovo ordine mondiale" seguito al crollo dell'Urss.
Bush padre si fermò prima di arrivare a Baghdad; quello che aveva fatto era più che sufficiente per sancire la supremazia USA nel dopo Yalta. A Bush figlio è capitato di dover completare l'opera, scatenando una guerra "infinita" senza limiti né spaziali né temporali. A differenza del padre è arrivato a Baghdad, ma lì è stato inchiodato da una Resistenza che, sia pure in mezzo a tante difficoltà, non si è fatta spaventare dalla schiacciante supremazia dell'aggressore a stelle e strisce.
Chi ha dunque sconfitto George Bush? Il popolo americano o la Resistenza irachena? L'elettorato americano avrebbe forse cambiato idea se anziché le bare dei marines fosse arrivato solo petrolio a buon prezzo?
Questa domanda è talmente retorica che vien quasi da vergognarsi a doverla formulare. Ma così va il mondo, e allora dobbiamo insistere con altre domande: dove sono oggi gli imbroglioni professionali che nell'autunno 2003 negavano (spesso da "sinistra", si badi bene) l'esistenza stessa della Resistenza? Come mai un fenomeno "inesistente" ha prodotto un riflesso così potente a migliaia di chilometri di distanza?
Domande alle quali nessuno col bollino del "politicamente corretto" potrà mai rispondere, perché questo vorrebbe dire rassegnarsi ad un minimo di onestà intellettuale, cioè ad una merce rigorosamente bandita dal teatrino della politica. Una merce che, anche se usata con parsimonia, porterebbe ad evidenziare il vero fatto storico e cioè che a sconfiggere Bush è stata la Resistenza irachena.
Noi sappiamo che la guerra scatenata da Bush nel 2001 non è certo finita, ma le resistenze hanno indubbiamente segnato un punto.
Sappiamo che l'imperialismo americano, quanto mai pragmatico nei cambi tattici, sta già predisponendo nuovi piani per conseguire l'obiettivo del mantenimento della supremazia planetaria. Sappiamo anche che questi stessi piani sono già stati preparati per l'Iraq (vedi piano Baker).
Ma, in una guerra che continua, finalmente le lotte di resistenza dei popoli oppressi sono riuscite ad incidere nel terreno avversario. Era dai tempi del Vietnam che ciò non avveniva. Non è un fatto da poco, ed è un fatto che da ragione a chi, fin dal marzo 2003, si è pronunciato per la Resistenza senza se e senza ma.
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RICONVOCATA LA CONFERENZA INTERNAZIONALE
L'assemblea nazionale, che si è tenuta domenica scorsa a Firenze, ha deciso di riconvocare agli inizi del prossimo mese di marzo la Conferenza internazionale: "Contro l'occupazione, per la Resistenza - Una pace giusta in Iraq, Libano e Palestina".
La Conferenza ha lo scopo di rilanciare il movimento contro la guerra, affermare un'idea di pace fondata sull'autodeterminazione ed i diritti dei popoli, rivendicare il ritiro immediato di tutte le truppe di occupazione, sostenere politicamente chi si batte per liberare il proprio paese dagli occupanti.
Attraverso il bollettino di Iraq Libero forniremo tutte le notizie sulla preparazione della Conferenza.
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LA CHIAMANO MISSIONE DI PACE
Otto incontri con Samah Idriss,
voce della resistenza libanese
per parlare della guerra, della resistenza e della situazione politica attuale
Questo è il calendario del tour:
Perugia Venerdì 24 novembre
Fabriano Sabato 25 novembre
Fermo Domenica 26 novembre
Milano Lunedì 27 novembre
Padova Martedì 28 novembre
Reggio Emilia Mercoledì 29 novembre
Viareggio Giovedì 30 novembre
Pisa Venerdì 1 dicembre
Nel prossimo bollettino indicheremo gli orari e le sale in cui si terranno gli incontri
Chi è Samah Idriss
Samah Idriss è un noto intellettuale libanese e pubblica la prestigiosa rivista letteraria araba "Al Adab" (
www.adabmag.com). E' l'autore di diversi libri e ha un dottorato dalla Columbia University di New York. Ha militato nel movimento antimperialista di sinistra, ed è il cofondatore di diverse associazioni culturali e politiche che sostengono la lotta di liberazione araba. Mentre lotta per superare il sistema su basi confessionali lasciato dal colonialismo francese e le divisioni politiche su basi settarie, Samah Idriss sostiene il movimento di resistenza nazionale, compresi i movimenti islamici, oltre a quelli in altri paesi arabi. E' attualmente impegnato nella Campagna di Resistenza Civile (
www.lebanonsolidarity.org).
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OTTO PER MILLE
Una notizia in breve che non ha bisogno di commenti
"L'8 per mille dato dagli italiani per l'arte
andato in gran parte per la guerra in Iraq"
ROMA - "Sono rimasta strabiliata che l'8 per mille dato dai cittadini italiani per l'arte, la cultura e il sociale sia andato in gran parte per la guerra in Iraq e solo una minima parte per la fame nel mondo". Lo ha detto il presidente del Fai, Fondo per l'ambiente in Italia, Giulia Maria Crespi aprendo il convegno nazionale, "La riscossa del patrimonio. Beni culturali, paesaggio e rilancio economico" a Roma. "A rivelarmelo è stato Enrico Letta - ha aggiunto - il quale a suo tempo lo aveva riferito in una conferenza stampa ma era stato riportato solo in un trafiletto di giornale".
da Repubblica on line del 10/11/06
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PALESTINA LIBERA, ADESSO
IRAQ LIBERO ADERISCE
ALLA MANIFESTAZIONE DI SABATO 18 NOVEMBRE A ROMA
Palestina libera, adesso
L'Italia non deve essere complice del massacro dei palestinesi e dell'occupazione israeliana
Palestina libera, adesso
Sabato 18 novembre
Manifestazione nazionale a Roma
(ore 15.00, piazza della Repubblica)
Per la revoca dell'accordo di cooperazione militare Italia-Israele
Per la revoca degli accordi economici tra le regioni italiane e le autorità israeliane
Per la revoca del vergognoso embargo dell'Unione Europea contro il popolo palestinese
Stop al Muro dell'apartheid
Autodeterminazione per il popolo palestinese
Solidarietà con la resistenza dei popoli
Contro l'occupazione israeliana sanzioni e boicottaggio